Carlo Goldoni
La contessina

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Cortile del Conte.

 

Contessina e Gazzetta

 

CONTES.

Presto, parla; che vuoi?

GAZZ.

La lassa almanco

Che chiappa un po de fiao!

CONTES.

Spicciati; offendo

L'alta mia nobiltà, se lungamente

Mi trattengo a parlar con bassa gente.

GAZZ.

Se non la vuol parlar con zente bassa,

Sotto le scarpe metterò i ponteli,

O la vaga a parlar coi campanieli.

CONTES.

(Che temerario!)

GAZZ.

Se la se contenta,

Gh'ho un non so che da darghe.

CONTES.

E che?

GAZZ.

Ho paura

Che in collera la vaga.

Vorla, patrona mia, che ghe la daga?

CONTES.

(Mi fa rider costui). Ma ch'è mai questo

Che dar mi vuoi?

GAZZ.

Un sior tutto farina

Da portarghe el m'ha sta letterina.

CONTES.

Una lettera a me? Non la ricuso,

Se un principe l'ha scritta;

Ma se qualche plebeo l'avrà vergata,

Ad esso tu la renderai stracciata.

GAZZ.

Se scritta l'averà qualche plebeo,

La manderemo in Roma al Culiseo.

CONTES.

È il duca d'Albanuova. Oh, non ricuso

Dell'illustre soggetto il degno foglio;

L'accetto e mi contento.

 

 

 


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