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Il marchese e la suddetta; poi il paggio.
MAR. Signora, a voi m’inchino.
EUL. Signore, compatite di grazia l’accidente accaduto...
MAR. Basta così, non ne parliamo più. L’onore che mi fate col credermi degno delle vostre giustificazioni, compensa qualunque mio dispiacere; né io devo permettere che una dama mi chieda scusa.
EUL. Son persuasa della vostra bontà; ma permettetemi che vi dica almeno come la cosa è andata.
EUL. Sì, è stato il paggio. Ha ritrovato alcuna di quelle pere molto mature; le ha credute marcie e le ha gettate dalla finestra. È stato quell’impertinente del paggio.
PAGG. Signore, non è vero, non sono stato io. È stato il padrone.
EUL. Via di qua, disgraziato.
PAGG. È stato il padrone che le ha gettate, non sono stato io.
EUL. Non gli badate. Via di qua.
PAGG. E ha detto, sian maledette le pere e chi...
EUL. Impertinente. (gli dà uno schiaffo) Chi è di là?