Carlo Goldoni
La dama prudente

ATTO SECONDO

SCENA DECIMA

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SCENA DECIMA

 

Il marchese e la suddetta; poi il paggio.

 

MAR. Signora, a voi m’inchino.

EUL. Signore, compatite di grazia l’accidente accaduto...

MAR. Basta così, non ne parliamo più. L’onore che mi fate col credermi degno delle vostre giustificazioni, compensa qualunque mio dispiacere; né io devo permettere che una dama mi chieda scusa.

EUL. Son persuasa della vostra bontà; ma permettetemi che vi dica almeno come la cosa è andata.

MAR. Sarà stato un accidente.

EUL. Sì, è stato il paggio. Ha ritrovato alcuna di quelle pere molto mature; le ha credute marcie e le ha gettate dalla finestra. È stato quell’impertinente del paggio.

PAGG. Signore, non è vero, non sono stato io. È stato il padrone.

EUL. Via di qua, disgraziato.

PAGG. È stato il padrone che le ha gettate, non sono stato io.

MAR. Don Roberto?

EUL. Non gli badate. Via di qua.

PAGG. E ha detto, sian maledette le pere e chi...

EUL. Impertinente. (gli uno schiaffo) Chi è di ?

 

 

 


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