Carlo Goldoni
De gustibus non est disputandum

ATTO PRIMO

SCENA QUARTA   Artimisia, poi il Cavaliere

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SCENA QUARTA

 

Artimisia, poi il Cavaliere

 

ART.

Ecco un gusto esquisito:

Far patir l'appetito a un mangiatore,

Far che trionfi della gola amore.

Nulla di lui mi cal. Sol nel mio petto

Qualche tenero affetto

Pel cavalier di Roccaforte io sento,

Ma ho piacere anche a lui di dar tormento.

Eccolo, è allegro in viso. Signor no,

Non mi piace così. Se mi vuol bene,

Dee soffrire per me tormenti e pene.

CAV.

Idolo del cuor mio...

ART.

Che bella grazia!

Che parole affettate!

Idolo del cuor mio! Voi m'annoiate.

CAV.

Questa espression d'amore

M'è venuta dal cuore. Ah, lo sapete

Se il mio labbro e sincero,

Se v'adoro, mio ben...

ART.

No, non è vero.

 

CAV.

Cielo, tu che mi vedi,

Aria, tu che m'ascolti,

Terra, che mi sostieni,

Testimoni del ver della mia ,

Alla tiranna amabile

Ditelo voi per me.

ART.

Marmi, che sordi siete,

Travi, che non vedete,

Quadri, che non parlate,

Collo spirto vital che in voi non è,

S'è un amante ridicolo,

Ditelo voi per me.

 

CAV.

Oimè, come cangiaste

In poche ore, crudel, sensi e favella!

Siete voi Artimisia?

ART.

Sì, son quella.

CAV.

No, che quella non siete.

Uno spirto maligno,

Di quei che son per l'aria condannati,

D'atomi conglobati

Una spoglia fallace han colorita;

Un silfo menzognero

D'Artimisia le vesti usurpa e ingombra.

Artimisia non sei.

ART.

Chi sono?

CAV.

Un'ombra.

ART.

Menti; ma tu piuttosto

Uno spettro sarai; stammi discosto.

Un demone d'Averno,

Condensato il vapor di luogo immondo,

Sotto spoglia viril venuto è al mondo.

Che si nasconde in te veggo pur troppo

Farfarello ribaldo, o il diavol zoppo.

CAV.

Ah no; ben lo ravviso,

Non può in sì dolce riso

Una larva celarsi. I tuoi begli occhi

Col loro fume alterno

Spiran fuoco, egli e ver, ma non d'inferno.

ART.

E tu che nel mio seno

Il foco hai raffreddato,

Uno spirto sarai freddo, agghiacciato.

CAV.

Madama, in confidenza,

Che novitade è questa?

ART.

Esaminate

Voi stesso, e lo saprete.

CAV.

Se esamino il cuor mio,

Colpa alcuna non ha.

ART.

(Lo credo anch'io). (da sé)

CAV.

Ditemi, per pietà...

ART.

Voi non m'amate.

CAV.

! Per qual ragion dite voi questo?

ART.

Perché un vero amator deve esser mesto.

Voi ridete con tutti,

Fate lo spiritoso,

Il bello ed il vezzoso:

Componete canzoni,

Promovete lo spasso e l'allegria.

Dee un amante affettar malinconia.

 

Non curo un galante

Che a tutte fa il bello:

Il cuor dell'amante

Lo voglio per me.

I sguardi, gli accenti,

L'affetto, la fede,

Quel braccio, quel piede,

Quel labbro, quegli occhi,

Nessuno mi tocchi,

Li voglio per me.

Risetti, - scherzetti,

Giochetti, - balletti

Non s'hanno da fare:

Vuò tutto per me. (parte)

 

 

 

 


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