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Far patir l'appetito a un mangiatore, Far che trionfi della gola amore. Nulla di lui mi cal. Sol nel mio petto Pel cavalier di Roccaforte io sento, Ma ho piacere anche a lui di dar tormento. Eccolo, è allegro in viso. Signor no, |
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Questa espression d'amore M'è venuta dal cuore. Ah, lo sapete Se v'adoro, mio ben... |
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No, non è vero.
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Testimoni del ver della mia fé, Ditelo voi per me. |
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Collo spirto vital che in voi non è, Ditelo voi per me.
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Oimè, come cangiaste In poche ore, crudel, sensi e favella! Siete voi Artimisia? |
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Sì, son quella. |
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No, che quella non siete. Di quei che son per l'aria condannati, Una spoglia fallace han colorita; Un silfo menzognero D'Artimisia le vesti usurpa e ingombra. Artimisia non sei. |
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Chi sono? |
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Un'ombra. |
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Uno spettro sarai; stammi discosto. Condensato il vapor di luogo immondo, Sotto spoglia viril venuto è al mondo. Che si nasconde in te veggo pur troppo Farfarello ribaldo, o il diavol zoppo. |
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Ah no; ben lo ravviso, |
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E tu che nel mio seno Il foco hai raffreddato, Uno spirto sarai freddo, agghiacciato. |
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Madama, in confidenza, Che novitade è questa? |
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Voi stesso, e lo saprete. |
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Colpa alcuna non ha. |
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(Lo credo anch'io). (da sé) |
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Voi non m'amate. |
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Perché un vero amator deve esser mesto. Voi ridete con tutti, Promovete lo spasso e l'allegria. Dee un amante affettar malinconia.
Che a tutte fa il bello: Lo voglio per me. Nessuno mi tocchi, Li voglio per me. Risetti, - scherzetti, Non s'hanno da fare:
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