Carlo Goldoni
La donna di garbo

ATTO TERZO

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ATTO TERZO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Brighella, poi Ottavio

 

BRIGH. Mai più ghe credo. Sia maledette le so cabale e el so poco giudizio. Povero el mio filippo24, l'è pur andà malamente! Tolè, gnanca un numero no xe vegnù fora, de quei che ha messo quel matto del mio patron. Vardè qua: in tre firme un numero solo. Sia maledetto quando ho zogà: no voggio gnanca adosso ste firme; andè in malora. (getta le firme in terra) Ma velo qua: oh, co brutto ch'el xe!

OTT. Oh ignoranza! Oh ignoranza!

BRIGH. Coss'è, sior patron? L'avemo fatta bella.

OTT. L'abbiamo fatta bella sicuro. Il terno vi era nella Cabala, ed io non l'ho saputo conoscere.

BRIGH. Come ghe gierelo?

OTT. Senti, senti, se v'era: oh maledetta fortuna! Ma che mi lagno della fortuna? Lagnar mi devo della mia ignoranza. Non è uscito il 16, il 36 ed il 38?

BRIGH. Siguro.

OTT. Senti se la Cabala potea parlare più schietto. Unisci l'otto quattro volte, e poi dividi per metà tutto il prodotto. Quattro via otto trentadue: la metà del trentadue è il sedici, ed io non l'ho giocato: oh asino! oh bestia! Ma senti peggio. Il quattro, il cinque e il sei ponigli sotto; io ho posto il 4, il 5, il 6 sotto il 16, e dovea porli sotto il 32; 32 e 4 fa 36; e 32 e 6 fa 38. Questo è il terno, o non è il terno?

BRIGH. Siguro che l'è el terno. Ma perché no zogarli sti numeri?

OTT. Perché il diavolo mi ha acciecato. Aveva pochi denari. Ho avuto poco tempo da studiare: ma quest'altra volta m'impegno che otto giorni continui voglio applicare alla Cabala. Oh, benedetta Cabala! È un tesoro, è una cosa preziosa; ma io sono la bestia, io sono l'ignorante. St'altra volta, st'altra volta...

BRIGH. (St'altra volta nol me cucca). (da sé)

OTT. Ma senti un'altra fatalità. Anche Rosaura mi aveva dato il 16, e non l'ho conosciuto. Mi ha detto essersi sognata ch'era sopra un monte alto, alto, alto; io senza pensar altro, il monte alto l'ho interpretato il 90 e non ho guardato nella lista che sul 16 vi è un'aurora, e che l'aurora è alta quanto il sole. Questo maledetto 16 me l'ha dato anche mia moglie arrabbiata; ma non sono stato più in tempo di giocarlo; non aveva denari. Ah, se mia moglie mi dava quei tre zecchini: chi sa? Forse avrei vinto. Le donne sono la rovina degli uomini.

BRIGH. (L'è sempre più matto che mai). (da sé)

OTT. Che cosa vi è qui in terra? Oh, tre firme! Qualcheduno l'ha gettate per inutili. Voglio riporle e giocarle quest'altra volta; chi sa che la fortuna non me l'abbia fatte ritrovar per qualcosa?

BRIGH. (Anca le mie firme ghe comoda). (da sé)

OTT. Cento per il lotto, ed una per me. Se vi arrivo! Ma tanto studierò quella Cabala, che arriverovvi senz'altro, e poi Rosaura mi assisterà.

BRIGH. Sior padron, no la va a trovar el sior Florindo so fradello? Cossa vorla ch'el diga? Ieri sera appena el l'ha visto: la vaga in camera: la ghe fazza ciera: l'è un zovene che merita.

OTT. Ho altro in testa io che mio fratello; se avessi vinto al lotto, so quel che avrei fatto. Ora non ho voglia nemmeno di me stesso.

BRIGH. La se sforza, la vada per convenienza.

OTT. Sarà ancora a letto.

BRIGH. Anzi l'è levà, che è un pezzo. L'è in camera d'udienza, che l'aspetta le visite. La vaga almanco per dar gusto a so sior padre.

OTT. Sì, sì, ci anderò per questo. Ho bisogno che mio padre mi dia aiuto, se ho da rifarmi nella ventura estrazione. (parte)

 

 

 





p. -
24 Moneta dello Stato di Milano che vale dieci paoli all'incirca.



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