IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
DOR.
S'ella fosse mia figlia, le darei tante botte,
Che vorrei le restassero i segni in sulle gotte.
GIU.
Qualche volta, credetelo, anch'io m'arrabbierei.
Mi getterei nel fiume, s'io fossi come lei.
Ma lasciam ch'ella dica, e ritroviamo il modo
Di troncar, s'è possibile, di questo gruppo il nodo.
DOR.
Chiamatela costei; sentiam cosa sa dire.
GIU.
S'io la mando a chiamare, non ci vorrà venire.
E poi, quand'ella venga, inutile si rende
L'accusa e la minaccia, se il vecchio la difende.
DOR.
GIU.
DOR.
Aspetterò ch'ei venga, farò sentirmi or ora.
GIU.
Ma frattanto ch'ei viene, fra noi pensiamo un poco
La maniera di farmi uscir di questo loco.
DOR.
GIU.
Come?
DOR.
Pare che non si sappia che siete innamorata.
GIU.
Bene, signora zia, voi potreste aiutarmi,
Ma si potrebbe ancora lasciar di strapazzarmi.
DOR.
Oh oh, ve ne offendete?
GIU.
DOR.
Lo conoscete pure il mio temperamento.
Da una zia che vuol bene, tutto soffrir si suole:
Io misurar non posso i gesti e le parole.
Se il dicesse Rosina, io la compatirei,
Ma siete, a quel ch'io vedo, più ignorante di lei.
GIU.
(Mi convien tollerarla finché il bisogno il chiede). (da sé)
DOR.
GIU.
Tanto alla bontà vostra e al vostro amor mi affido,
Che il cor sinceramente vi svelo e vi confido.
DOR.
Da me il signor Fulgenzio, e anch'ei me n'ha parlato.
Questo per voi mi sembra un ottimo partito,
Ha tutti i requisiti che fanno un buon marito.
Veggo che tutti due siete di ciò contenti;
Gli ho detto che qui venga, ed ei verrà a momenti.
GIU.
Verrà qui?
DOR.
Senza fallo.
GIU.
Di giorno!
DOR.
Cosa importa?
GIU.
Cosa dirà lo zio, se il vede a questa porta?
DOR.
Dica quel che sa dire. Io sosterrò l'impegno.
GIU.
DOR.
GIU.
DOR.
A voi.
GIU.
DOR.
Che diavol! non sapete né men se siete nata!
Di chi avete paura?
GIU.
Che il vecchio non sopporti...
DOR.
Non ci son io?
GIU.
Non basta.
DOR.
GIU.
(Ma che gentil maniera!) (da sé)
DOR.
Perché, già lo sapete, ho il sangue un poco caldo.
E quando ch'io mi sento a contradir, confesso
Non porterei rispetto né anche a mio padre istesso.
Però non mi crediate sì scarsa di giudizio,
Ch'io voglia in questa casa produrre un precipizio.
Lasciate che Fulgenzio possa venir da voi;
Se non è in casa il vecchio, gli parlerem da noi.
E se Fabrizio il vede, ritroverò un pretesto.
Lasciatemi operare, sono da voi per questo.
GIU.
Ma non vi è questa fretta...
DOR.
Ma non mi contradite, che siate maladetta.
GIU.
Per non più contradirvi, anderò via, signora.
DOR.
Dove diavolo andate? Restate qui in malora.
GIU.
Siete molto rabbiosa!
DOR.
Son così di natura, così son nata al mondo.
Io vi faccio da madre; davver, vi voglio bene,
Il sangue per giovarvi trarrei dalle mie vene.
Cara, tenete un bacio, farò quel che mi tocca,
Ma lasciatemi dire quel che mi viene in bocca.
GIU.
Non so che dir, sfogatevi, con me poco mi preme;
Ma guai se collo zio vi ritrovate insieme.
Egli è al pari di voi focoso e subitano;
Non vorrei che s'avesse a susurrar Milano.
DOR.
GIU.
DOR.
GIU.
Ci siamo in verità.
DOR.
Non abbiate paura. (a Giuseppina)
GIU.
Venite pur, signore. (a Fulgenzio)