IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
MAR. Voglio un po' vedere, se mi dà l'animo di far arrabbiare la signora Felicita; resterà, quando vedrà qua suo marito.
LEON. Eccomi qui da voi. Che cosa è questa gran premura, con cui mi avete fatto venire?
MAR. Vedete, signor Leonardo. (mostrandogli la tavola preparata)
LEON. Vedo là una bella tavola preparata per mangiare.
MAR. La signora Felicita è stata quella che ha persuaso la mia padrona a fare un bel trattamento, e non ha avuto la convenienza di farlo sapere al povero suo marito.
LEON. Eh, mia moglie, meno che mi vede, sta meglio in salute.
MAR. Io vi ho mandato a chiamare, e voglio che restiate qui a suo dispetto.
LEON. Oh questo poi no; non mi hanno invitato, e non ci voglio restare.
LEON. No no, compatitemi; sono un galantuomo, e non voglio fare di queste figure. Io non vado dove non mi vedono volentieri.
MAR. Fate così; se volete, mangiaremo io e voi nella mia camera.
LEON. Vi pare che io voglia fare una figura simile? Mi piace mangiare, mi piacciono i buoni bocconi, ma per la gola non sacrifico la riputazione.
LEON. Sì certo, voglio andar via.
MAR. E lascierete qui vostra moglie a mangiare, a bevere, e a divertirsi senza di voi? Se fate questo, vi dico bene che siete uno stolido, un pazzo, un baccellone, un baggiano.
LEON. Basta, basta; non vi affaticate a caricarmi al solito di queste vostre amorose espressioni. Se non ci sto io, non ci ha da stare nemmeno lei.
MAR. E se v'invitassero, ci restereste?
LEON. Non ci starei, nemmeno se mi legassero colle catene. Sono in puntiglio, e me ne voglio andare.
MAR. Ecco vostra moglie colla mia padrona.
LEON. Venga, venga, che viene a tempo.