Carlo Goldoni
La figlia obbediente

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

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ATTO PRIMO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Camera in casa di Pantalone.

 

Rosaura e Beatrice

 

ROS. Venite, amica, venite. Son sola, son malinconica, ho bisogno d’un poco di compagnia.

BEAT. Spero io essere venuta ad iscacciare la vostra malinconia.

ROS. Avete da raccontarmi qualche graziosa cosa?

BEAT. Sì, una cosa graziosissima. Una cosa che vi porrà in giubbilo, in allegria.

ROS. È tornato forse il signor Florindo?

BEAT. Bravissima; l’avete indovinata.

ROS. Il cuore me l’ha detto.

BEAT. È vero, è ritornato. Ma circa agl’interessi vostri amorosi, che cosa vi dice il cuore?

ROS. Che il di lui padre ricco vorrà ch’ei si mariti con ricca dote, ed egli sarà costretto a lasciarmi...

BEAT. Il vostro cuore non è sempre indovino. È venuto anzi con lettere di suo padre dirette al vostro, le quali accordano le vostre nozze, e vogliono che si solleciti la conclusione.

ROS. Si solleciti pure. Cara Beatrice, voi mi consolate. Dov’è il signor Florindo?

BEAT. Sarà qui a momenti. Ho voluto io prevenirlo, per darvi questa nuova felice.

ROS. Cara amica...

BEAT. Meriterei la mancia.

ROS. Meritate l’amor del mio cuore.

BEAT. Questo lo dovete serbare a Florindo.

ROS. Ma voi siete sempre allegra e gioviale. Benedetto il vostro temperamento.

BEAT. Zitto; sento gente.

ROS. Sarà mio padre.

BEAT. Altro che padre... (guardando alla scena)

ROS. Che?

BEAT. È l’amico.

ROS. Chi?

BEAT. Florindo.

ROS. Davvero?

BEAT. Vi mutate di colore? Animo, animo, allegramente.

 

 

 


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