Carlo Goldoni
La figlia obbediente

ATTO PRIMO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Rosaura sola.

 

ROS. Ei se la passa colle barzellette; ma io, povera disgraziata, io sento l’atroce pena che mi tormenta. L’obbedienza è una bella virtù, ma nel mio caso troppo costa a questo povero cuore. Che farò dunque? Mi opporrò ai voleri del padre? Deluderò i suoi maneggi con una manifesta disobbedienza? No, l’onestà mia nol consente, il mio costume non mi darebbe forza di farlo; ma Florindo? Potrò scordarmene? Nemmeno. Che farò dunque? Il tempo e la prudenza sono medici de’mali gravi. Chi sa? Spero ancora nella provvidenza del cielo di poter salvar il cuore, senza perdere il merito della più giusta, della più onesta rassegnazione. (parte)

 

 

 


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