Carlo Goldoni
Il festino

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Madama Doralice e Targa.

 

MAD.

La spesa non è molta; bastan zecchini sei.

Che ci fossero questi, almeno io crederei. (apre la borsa.)

Come! Olà, don Alessio. Chiamalo. (a Targa.) Ha tanto ardire?

Darmi una borsa in cui non ci son dieci lire?

Così da me s'invola? Mi lascia nelle peste?

Dieci lire a una moglie? Non vuò nemmeno queste. (getta la borsa, e coglie Targa che viene.)

TAR.

Signora...

MAD.

L'hai veduto?

TAR.

L'ho visto e l'ho sentito.

MAD.

Che cosa?

TAR.

Il borsellino che in petto m'ha colpito.

MAD.

Foss'egli una sassata, tristo briccon che sei.

TAR.

Son tutte sue finezze contro i meriti miei.

MAD.

Ma che farò?

TAR.

Signora...

MAD.

Che vuoi?

TAR.

Un'imbasciata.

MAD.

Di chi?

TAR.

Vi è il signor Conte.

MAD.

Digli ch'io son spogliata.

TAR.

Ma ch'è padron...

MAD.

No, dico: son spogliata, non senti?

TAR.

Ei di passar è solito senz'altri complimenti.

MAD.

Sono arrabbiata a segno, che al diavol manderei

Gli amici ed i serventi, e anco i parenti miei.

 

 

 

 


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