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ATTO TERZO
Scena Nona. La contessa Eleonora, la contessa Clarice, il conte Ottavio. Cavalieri e dame a sedere indietro, giocando
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Stanze in casa della Contessa Eleonora, con tavolini, lumi e sedie.
Contessa Clarice - Può darsi temerità maggiore di questa? Una mercantessa sedere in mezzo di tante dame?
Contessa Eleonora - E di più ballare il primo minuè? Principiar ella il ballo?
Contessa Clarice - È una cosa che fa inorridire. Pare impossibile, che si dia un caso di questa sorta.
Conte Ottavio - Circa il ballo, è stato il ballerino che ha mancato al suo dovere.
Contessa Clarice - Meriterebbe colui, che gli si facessero romper le gambe, acciò non ballasse più.
Contessa Eleonora - Io son capace di fargli fare questo servizio.
Conte Ottavio - Gli fareste una bella burla.
Contessa Eleonora - Pezzo d'asino! Non sa come si tratta! Il primo minuetto toccava a me.
Contessa Clarice - O a voi, o a me. (le dame che sono indietro ridono)
Contessa Eleonora - Sentite quelle signorine: credo che ridano di noi. (a Clarice)
Contessa Clarice - O di voi, o di me.
Conte Ottavio – Eh, che non ridono di alcuna di voi. (Or ora si attaccano fra di loro). (da sé)
Contessa Eleonora - Ma di tutto è causa la contessa Beatrice.
Contessa Clarice - Veramente la contessa Beatrice si è portata malissimo.
Contessa Eleonora - Qualche gran cosa l'ha messa in quest'impegno.
Contessa Clarice - Una raccomandazione di un gran ministro.
Contessa Eleonora - Per veder d'impiegar suo marito.
Contessa Clarice - Vedrete che quanto prima avrà qualche carica.
Contessa Eleonora - Dopo che ha mangiato tutto il suo, anderà a mangiare quello degli altri.
Conte Ottavio - Signore mie, questa è mormorazione.
Contessa Eleonora – Oh, il signor precettore!
Contessa Clarice - Il signor morale!
Conte Ottavio - Non parlo più.