Carlo Goldoni
Il negligente

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA   Porporina e Pasquino

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SCENA QUINTA

 

Porporina e Pasquino

 

PASQ.

Per questa volta è andata bene.

PORP.

In grazia

Del mio giudizio

PASQ.

Sì, gioia mia bella.

Tu sei una ragazza

Che può star, per dottrina, in paragone

D'Ovidio, Quinto Curzio e Cicerone.

PORP.

Tutto ho fatto per te.

Per altro in vita mia

Io non so d'aver detto una bugia.

PASQ.

Dunque mi porti amore?

PORP.

T'amo con tutto il cuore.

PASQ.

Dunque tu mia sarai?

PORP.

Sì, Pasquin, sarò tua, se mi vorrai.

PASQ.

Se ti vorrò? Cospetto!

Non bramo altri che te.

Per quel tuo bel visino

Lascierei la minestra, il pane e il vino.

PORP.

Ma quando mi darai...

PASQ.

Cosa?

PORP.

La mano?

PASQ.

Eccola, se la vuoi.

PORP.

La prenderei, ma poi...

PASQ.

Ma poi, di che hai paura?

PORP.

Che tu mi dica il ver non son sicura.

PASQ.

Vuoi che ti mostri il cor? dammi un coltello.

Voglio spaccarmi il petto,

Voglio mostrarti il cor.

PORP.

No, poveretto,

Lo so che mi vuoi bene;

Ma un po' di gelosia mi martello.

PASQ.

Maledetta disgrazia è l'esser bello!

PORP.

Quei cari e belli occhietti

Saranno tutti miei?

PASQ.

Sì.

PORP.

Quel bocchino

Sarà tutto per me?

PASQ.

Sì.

PORP.

Quel visetto.

È tutto, tutto mio?

PASQ.

Sì, tutto, tutto.

PORP.

Io mi sento morire.

PASQ.

Io son distrutto...

PORP.

Stassera...

PASQ.

Che?

PORP.

Faremo...

PASQ.

Che cosa?

PORP.

Il matrimonio.

PASQ.

Non potressimo...

PORP.

Cosa?

PASQ.

Farlo adesso?...

PORP.

Così non è permesso.

PASQ.

Ma io non posso più.

PORP.

Ma io già peno.

PASQ.

Vado tutto in sudore.

PORP.

Io vengo meno.

 

Oimè, che fuor del petto

Mi vien sul labbro il cor;

Ma su quel bel labbretto

Veggo il tuo core ancor.

Dammi il tuo core, oh Dio!

Pigliati, o caro, il mio!

Piglialo, che tel dono,

Dammelo, per pietà.

Cosa farai del mio?

Del tuo cosa farò?

Perché fedel son io,

Il tuo lo serberò.

Tu, che pietà non hai,

Me lo strapazzerai?

No, no, per carità. (parte)

 

 

 


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