Carlo Goldoni
Il padre per amore

ATTO QUARTO

SCENA SECONDA   Il Principe don Fernando, il Duca don Luigi e Beltrame

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SCENA SECONDA

 

Il Principe don Fernando, il Duca don Luigi e Beltrame.

 

LUI.

Che fa in questi contorni il Cavaliere audace?

FER.

Figlio, vorrei vedervi a procacciar la pace.

Il sospettar mai sempre di cosa indifferente,

È un mal che non si sradica dal cuorfacilmente.

Se ora il german vedeste, qual dubbietà vi affanna?

LUI.

Dubito ch'ei pretenda veder donna Marianna.

Ecco colà l'albergo dov'ella è ricovrata.

FER.

Quivi? non mi era noto. Mandiamle un'imbasciata.

LUI.

Entrate pur, signore, l'ho fatto a lei sapere:

Potrà alle di lei stanze condurvi il cameriere.

FER.

Duca, passar potete in Corte, o in altro loco.

Potria l'aspetto vostro moltiplicare il foco.

Condursi è necessario con il più dolce impegno

Con femmina focosa, che è facile allo sdegno.

LUI.

Talor rassembra umile, fiera talor si mostra;

Reggere la saprete colla prudenza vostra.

Salvatemi l'onore, senza arrischiar l'affetto:

Son nelle vostre mani. La mia sentenza aspetto.

FER.

Ogni possibil arte di adoperar m'impegno

Per superar gli ostacoli di un femminile ingegno.

Io vi confesso il vero, andrei con men timori

A trattar di una pace con dieci ambasciatori.

Ma la cara Isabella, che nel cuor mio ragiona,

Per renderla felice a faticar mi sprona. (entra in casa, seguito da Beltrame)

LUI.

Vada, e secondi il cielo l'opera sua cortese.

Questa è, anch'io lo conosco, fra le più dure imprese.

S'egli favella invano, s'ella voler si ostina

Misero, son perduto; vedrò la mia rovina. (parte)

 

 

 


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