Carlo Goldoni
Il poeta fanatico

ATTO TERZO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Beatrice e detti.

 

BEAT. Signor Tonino, mi rallegro della bella conversazione che sta godendo.

TON. Adesso la sarà veramente perfezionada.

BEAT. Eh, io non sono poetessa; non ho da mettermi in confronto delle virtuose.

ELEON. (Oh maledetta invidia!) (da sé)

TON. La poesia no xe necessaria per far el merito de una persona.

ELEON. Signora Beatrice, io sono qui venuta per un’ambasciata del signor Ottavio.

BEAT. Sì, sì, fra voi altri poeti e poetesse ve l’intendete bene.

ELEON. Con vostro marito io non ho che fare. Quando avessi a scherzare poeticamente, lo vorrei fare con qualche cosa di meglio.

BEAT. Sì, sì, fatelo col signor Tonino.

ELEON. Egli è in casa vostra, tocca a voi.

TON. (Oh care, co le godo). (da sé)

BEAT. Io non sono poetessa.

ELEON. La poesia non è necessaria per fare il merito d’una persona.

BEAT. Questa proposizione è verissima.

ELEON. Io non la contradico.

BEAT. Che ne dite, signor Tonino?

ELEON. Non l’accordate anche voi?

TON. Tutto quel che le comanda elle, patrone.

 

 

 


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