Carlo Goldoni
Il mondo alla roversa

ATTO PRIMO

SCENA QUARTA   Aurora, poi Graziosino

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SCENA QUARTA

 

Aurora, poi Graziosino

 

AUR.

Che piacer, che diletto

Può recare alla donna il fier rigore?

Il trattar con amore

Gli uomini a noi soggetti

Soffrir li fa la servitude in pace,

E la femmina gode e si compiace.

Io, fra quanti son presi ai lacci nostri,

Amo il mio Graziosino,

Amoroso, fedele e semplicino,

E lo tratto, perché mi adori e apprezzi,

Con soavi parole e dolci vezzi.

Elà, venga qui tosto (esce un Servo)

Graziosino, lo schiavo a me soggetto. (parte il Servo)

In fatti il poveretto

Merita ch'io gli faccia buona ciera,

Se mi serve e mi fa da cameriera.

Eccolo ch'egli viene. Ehi, Graziosino.

GRAZ.

Signora. (viene facendo le calze)

AUR.

Cosa fate?

GRAZ.

Lavoro in fretta in fretta,

E in tre mesi ho fatt'io mezza calzetta.

AUR.

Lasciate il lavorar. Venite qui.

GRAZ.

Bene, signora sì.

AUR.

Obbedirete sempre i cenni miei?

GRAZ.

Io faccio quello che comanda lei.

AUR.

Caro il mio Graziosino,

Siete tanto bellino

GRAZ.

Mi fate vergognar.

AUR.

Vi voglio bene,

E vederete del mio amore il frutto.

GRAZ.

Queste parole mi consolan tutto.

AUR.

Baciatemi la mano.

GRAZ.

Gnora sì.

AUR.

Perché voi mi piacete,

Vi fo queste finezze.

GRAZ.

Oh benedette sian le mie bellezze!

AUR.

Ma vuò che siate attento

A servirmi, qualora vi comando.

La mattina per tempo

Mi recherete il cioccolato al letto;

Mi scalderete i panni;

Mi dovrete allestir la tavoletta;

Starete in anticamera aspettando

Per entrar il comando;

E se verranno visite a trovarmi,

Voi dovrete avvisarmi,

E come fanno i buoni servitori,

Voi dovrete aspettar e star di fuori.

GRAZ.

Di fuori?

AUR.

Vi s'intende.

GRAZ.

E dentro?

AUR.

Signor no:

Aspettar voi dovrete.

GRAZ.

Aspetterò.

AUR.

Se farete così, vi vorrò bene.

GRAZ.

Sì, cara, farò tutto:

Farò la cameriera,

Farò la cuciniera,

Farò tutte le cose più triviali:

Laverò le scodelle e gli orinali.

AUR.

In cose tanto abbiette

Impiegarvi non vuò. Voi siete alfine

Il mio caro, il mio bello,

Il mio amor tenerello,

Il mio fedele amato Graziosino,

Tanto caro al mio cor, tanto bellino.

 

Quegli occhietti - sì furbetti

M'hanno fatto innamorar.

Quel bocchino - piccinino

Mi fa sempre sospirar.

Caro il mio bene,

Dolce mia ,

Sempre sempre ti voglio amar.

(Ei gode tutto,

E questo è il frutto

Della lusinga:

Ami, o lo finga,

Donna che vuole

L'uomo incantar). (parte)

 

 

 


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