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ATTO TERZO
SCENA QUARTA Rinaldino solo.
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SCENA QUARTA
Rinaldino solo.
Il periglio passato
Cauto mi ha reso, e colla donna accorta
Cieco più non sarò. Tullia per altro
Non è delle più scaltre;
Che se tal fosse stata,
Questa spada serbata io non avrei
Per troncare con questa i lacci miei.
Onde amarla poss'io senza timore
Che ingannare mi voglia il di lei cuore.
Chi troppo ad amor crede
Si vede ad ingannar;
Ma il sempre dubitar
Tormento è assai maggior.
Del caro mio Cupido
Mi fido, - e vivo in pace;
E se sarà mendace,
Lo scaccerò dal cor. (parte)