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ATTO TERZO
SCENA UNDICESIMA Don Berto, don Isidoro e donna Placida, poi un Servitore
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Don Berto, don Isidoro e donna Placida, poi un Servitore.
ISI. |
Brava, brava davvero. Vi lodo estremamente. |
BER. |
Cara la mia nipote, per me sì compiacente? |
PLA. |
Signor, voi lo vedete, se di aggradirvi aspiro. |
ISI. |
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BER. |
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ISI. |
Per dirla... |
SER. |
Signora, è qui don Fausto! che brama riverirla. (a donna Placida) |
ISI. |
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PLA. |
Non posso dispensarmi di udire il mio avvocato. |
BER. |
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ISI. |
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PLA. |
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BER. |
Volete che aspettiamo? (a donna Placida) |
ISI. |
S'ha da aspettar? (a don Berto, con maraviglia) |
PLA. |
Chi sa Non siavi della lite qualch'altra novità? |
ISI. |
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BER. |
Quando così le piaccia, non voglio contraddire. Mangiate a piacer vostro, e fatevi servire. (a donna Placida, e parte) |
ISI. |
Sia ringraziato il cielo, alfin si pranzerà, Quando non arrivassero dell'altre novità. Per voi una pernice si metteria da parte; Ma io, se non vi piacciono, godrò la vostra parte. Perché non si dilati il fumo dell'arrosto, Farò che le pernici si mangino ben tosto. Ah, che non vedo l'ora che mi conceda il fato Giugnere a divorarmi quel pane abbrustolato. (parte) |