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Florindo: Misero me! Perfida donna! Fargli far testamento? Perdermi, rovinarmi per sempre?
Corallina: Allegri, signor Florindo.
Florindo: Non ho mai avuto maggior motivo di piangere.
Corallina: Ho delle buone nuove.
Florindo: Ed io ne ho delle pessime.
Corallina: Ma voi siete il padre degli spasimi. Che cosa è stato? Che c'è di nuovo?
Florindo: La signora Beatrice ha indotto mio padre a far il suo testamento. Figuratevi come sarò io trattato.
Corallina: Lo sapete di certo?
Florindo: Arlecchino è venuto in casa nostra due ore sono, e mi ha narrato l'ordine avuto di ricercare il notaio.
Corallina: Questa cosa mi dispiace assaissimo. Come mai si è indotto a far testamento? Egli non ne voleva sentir parlare.
Florindo: A forza di lusinghe e di studiate finzioni, lo ha tirato a un tal passo. Questa è l'ultima mia rovina.
Corallina: Finalmente non potrà privarvi di tutto.
Florindo: Se non di tutto, potrà privarmi di molto. I nostri beni sono tutti liberi, la maggior parte da mio padre acquistati. Sa il cielo che cosa gli faranno fare. Fra la moglie e il figliastro mi spogliano, mi rovinano.
Corallina: Conviene ritrovarci qualche rimedio. Arlecchino l'ha ritrovato il notaio?
Florindo: Lo ricercava, ed ha lasciato l'ordine al di lui studio.
Corallina: Chi è egli? Come chiamasi?
Florindo: Un certo Agapito, detto per soprannome degli etcetera.
Corallina: So benissimo. È il notaio di casa. Lasciate fare a me. Procurerò di vederlo. Lo conosco da molti anni; e può essere che mi riesca di guadagnarlo.
Florindo: Eh Corallina mia, senza danaro non si fa niente.
Corallina: Belle promesse, e uno zecchino a conto, può fare sperar qualche cosa.
Florindo: Circa alle promesse si può abbondare, anche con animo di mantenerle: ma la difficoltà maggiore consiste nello zecchino.
Corallina: Voi non l'avete?
Florindo: Oh Dio! Non ho un soldo.
Corallina: Io nemmeno.
Florindo: Dunque lo sperarlo è vano.
Corallina: Presto; in virtù della mia polvere, comparisca uno zecchino. Eccolo. (fa vedere a Florindo lo zecchino)
Florindo: Dove l'avete avuto? (con allegria)
Corallina: Non sapete ch'io faccio venir li zecchini di sotterra?
Florindo: Ditelo, cara Corallina, dove l'avete avuto? L'ha mandato forse mio padre?
Corallina: Sì, vostro padre! Le mie povere mani. Le mie calze vendute.
Florindo: Ah Corallina mia, il cielo vi benedica.
Corallina: Con questo zecchino a conto, può essere che facciamo qualche cosa di buono.
Florindo: E non vi comprerete un pane?
Corallina: Presto, in virtù della mia polvere... (mette la mano in tasca)
Corallina: No, quattro paoli. Con questi oggi si mangerà.
Florindo: Ma che provvidenza è mai questa?
Corallina: Andate subito a ritrovar ser Agapito. Procurate condurlo a casa nostra, senza ch'egli sappia il perché; indi lasciate operare a me.
Florindo: Vado subito...Ma qual felice nuova dovevate voi darmi?
Corallina: Ne parleremo. Or non c'è tempo.
Florindo: Datemene un picciol cenno.
Corallina: Vi voglio ammogliare.
Corallina: Con una che vi piacerà.
Florindo: Così miserabile?
Corallina: Non importa: lasciate fare a me.
Corallina: Andate, prima che il notaio si porti da vostro padre.
Florindo: Ah, se avessi da maritarmi...Se fossi in istato...
Corallina: Chi prendereste?
Corallina: Via, non perdiamo tempo.
Florindo: (Se non fossi sì misero, vorrei sposar Corallina). (da sé)
Florindo: (La sua bontà lo merita: la mia gratitudine lo vorrebbe). (da sé, parte)