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A qual misero stato femina, o ciel, mi pone?
Oltre del proprio foco non ode altra ragione.
Dunque, per compiacerla, crudo sarò a tal segno;
E del mio amore in vece, Fatima avrà il mio sdegno?
Ma se d’amor col manto l’odio nel sen coprisse?
Fatima è donna... e donna, l’altra è pur che lo disse.
E la ragione istessa, che fa temer di quella
Può rendermi d’Ircana sospetta la favella.
No, per sei lune avvezzo è il mio cuore ad amarla,
Né aver mentito un giorno poss’io rimproverarla.
Questa mi ha date prove certissime di fede,
Fatima è dolce in viso, ma il cor non le si vede.
Potria mentir; ma intanto, la scaccierò? Non deggio.
La torrò meco? Oh Dio! Perdersi Ircana io veggio.
Chi mi consiglia? ah dove trovo un amico vero?
Alì, mio caro Alì, dov’è il tuo cor sincero?
L’oppio, per cui brillava, ora lo tiene oppresso;
Ed io tra dubbi, e pene non conosco me stesso.
A te volgo la faccia, tempio in Arabia antico,
A cui peregrinando va il grande, e va il mendico.
Kabà6 che nella Meca, tra barbari e divoti,
De’ Turchi, e Persiani hai le preghiere, e i voti.
Giuro venir io stesso, d’oro munito, e spoglie,
Con cento schiavi e cento a baciar le tue soglie.
Passar indi a Medina7 dalla Meca prometto,
‘Ve nella ferrea cassa sta sepolto Maometto.
Tutto farò pel solo desio d’aver mia pace.
Fatima fa pietade, ed Ircana mi piace (parte).