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TAMAS (Eccola quell’audace; creduto ah non l’avrei...
Onte, insulti ad Ircana? Provi gli sdegni miei) (da sé).
FATIMA A me che parta? Oh cielo!
TAMAS Torna a riporti il velo.
FATIMA Come?
È il mio voler, t’accheta: femmina invan s’oppone.
FATIMA Io vi dissento; è legge nell’Alcoran12 firmata,
Che non sia moglie a forza senza ragion scacciata.
Al Cadì11 si ricorra, egli, che il dritto regge,
Esamini le colpe, interpetri la legge.
TAMAS Che parli di Cadì, di legge, e d’Alcorano?
Io son nei tetti miei l’interpetre, e il sovrano.
FATIMA Ah signor qual mia colpa v’arma a sì ria vendetta?
TAMAS Non merta l’amor mio colei, che nol rispetta.
FATIMA Che dir volete? Ircana...
TAMAS Sì, l’insultasti, audace.
TAMAS T’accheta; non è Ircana mendace.
FATIMA Ella che l’insultassi può sostenere? L’afferma
Francamente il suo labbro?
FATIMA Curcuma? scellerata! Quella, che un rio veleno...
TAMAS Doveva alla mia schiava dar, per tua legge, al seno.
Ma il cielo...
TAMAS Indegna d’uno sposo, indegna della vita.
Togliti agli occhi miei; non vi sarà chi invano
Teco d’unirmi ardisca col cuore, o con la mano;
E se volesse il padre, a forza, e a mio dispetto,
Ti caccerei, ribalda, questo pugnale in petto