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Signor, con permissione. |
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(Diavol, non ho potuto sentir la conclusione). (da sé) |
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Or ora son da voi. |
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Se non la dico subito, |
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Disgrazie! che può essere? Aspettami, Moschino. |
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MOS. |
Anderò ad aspettarvi. (parte) |
Ora che siamo soli, mi prendo la licenza Di farvi, mio signore, del cuor la confidenza. Voi sapete chi sono, nota è la mia famiglia: Desidero in isposa aver la vostra figlia. E senza farla chiedere per via d'altro soggetto, |
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(Questi sarà l'amante che volea dir Moschino). (da sé) Duca, per verità, resto sorpreso un poco: Voi con secondo fine veniste in questo loco. |
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Quando qua m'introdussi, io non ci avea pensato. Trattando colla giovine, di lei mi ho innamorato, E se colle mie nozze mi offro pagar l'errore, Credo, don Policarpio, non farvi un disonore. |
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È vero, io lo confesso, siete un gran cavaliere. |
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Di lei mi comprometto. |
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(Sì, Moschin me l'ha detto). (da sé) Ma perché, signor Duca, meco non ispiegarvi, Piuttosto che con altri parlare e confidarvi? Perché le tabacchiere donar furtivamente? Perché venir di sera? |
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(Temo dal Cavaliere d'essere soverchiato). (da sé) |
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Ma perché su due piedi? |
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Perché se ciò si sa, Vostra moglie, signore, opponer si vorrà. Odia la vostra figlia, quanto odiar si può mai. Per questo il mio pensiere finor dissimulai. Da donna Petronilla a dir più volte ho udito, Che in vano donna Barbara puote sperar marito. Ch'ella assolutamente comanda in questo tetto, E che dovrà invecchiare fanciulla a suo dispetto. |
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Ed io non conto nulla? |
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Oh cospetto di bacco! farò veder chi sono. Taccio, taccio, ma poi anch'io cangierò tuono. Non vuol che si mariti? Non vuole ad onta mia? Non mi calcola un fico? Cosa crede ch'io sia? Volete la figliuola? |
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Barbara sarà vostra. |
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Stassera infra di noi si stenderà il contratto. Per or non dite nulla. Io lo dirò alla sposa, E quando sarà fatta, pubblicherem la cosa. |
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Io son, corpo di bacco, padrone in queste soglie. Procurerò con lei salvar la convenienza; Ma poi, se non le piace... |
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