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ATTO TERZO
Scena Diciannovesima. Rosaura mascherata con zendale alla veneziana, e detti
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Ros. (viene passeggiando con qualche caricatura, guardando vezzosamente il Conte, senza parlare.)
Con. Osserva, Arlecchino, come quella maschera mi guarda con attenzione.
Arl. Guardevene, sior, perché delle volte se crede de trovar el sol d'Agosto, e se trova la luna de Marzo.
Con. E così signora maschera, che cosa comanda?
Con. Questi sospiri con me sono inutili: alle finzioni donnesche una volta credevo. Ora è passato il tempo. Ho aperto gli occhi. Se vi era qui monsieur Le Blau, era la vostra fortuna.
Ros. Voi offendete una dama che non conoscete.
Con. Perdonate, signora, ma con quella maschera, in quell'abito, e sola, avevo ragion di credervi, anziché una dama, un'ordinaria pedina.
Ros. Amore fa simili stravaganze.
Con. Siete innamorata di me?
Ros. Pur troppo.
Con. Ed io niente di voi.
Ros. Se mi conosceste, non direste così.
Con. Foste anche la dea Venere, non vi sarebbe pericolo che vi amassi.
Ros. Perché?
Con. Perché il mio cuore è già impegnato per altro oggetto.
Ros. E per chi, se è lecito di saperlo?
Con. In questo posso soddisfarvi. Quella che adoro, è la signora Rosaura Balanzoni.
Con. Per l'appunto.
Ros. Quanto siete di cattivo gusto! Che ha di bello colei?
Con. Tutto; e poi piace a me, e tanto basta.
Con. È tanto savia e civile, che supplisce al difetto della nobiltà; ma ella nasce di casa nobile bolognese, e la famiglia de' Bisognosi è delle antiche di questa città.
Ros. Rosaura credo sia impegnata con altri.
Con. Se lo credete voi, non lo credo io; e quando ciò fosse, saprei morire, ma non mancarle di fede.
Ros. Ma io che sospiro per voi non posso sperare pietà?
Con. Vi dissi che nulla potete sperare.
Ros. Se mi darò a conoscere, forse sarete obbligato ad amarmi.
Con. Voi pensate male, e non vi consiglio a scoprirvi, per minorarvi il rossore della ripulsa.
Ros. Vorrei almeno una memoria della vostra persona.
Con. Perché volete ricordarvi d'uno che non vi ama?
Ros. Fatemi questo piacere, datemi qualche ricordo.
Con. (Ho capito.) Se volete un mezzo ducato, ve lo posso dare.
Ros. Non ho bisogno del vostro danaro.
Con. Dunque che pretendete?
Ros. Questo fazzoletto mi serve.
(gli leva il fazzoletto di mano e parte )
Con. Manco male. Me lo poteva dire alla prima, che faceva all'amore con il mio fazzoletto. Che razza di gente si trova in questo mondo! Così, a quest'ora, verso la sera, la Piazza è piena di queste bellezze incognite. Questa è delle più discrete, che si è contentata di un fazzoletto: vi sono quelle che tirano alla borsa. Io non saprei adattarmi a trattarle. La donna venale la donna venale è una cosa troppo, orrida agli occhi miei.
(parte)