Carlo Goldoni
La villeggiatura

ATTO TERZO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Don Riminaldo e Don Eustachio.

 

EUS. Crediamo noi che parli con malizia, o con innocenza?

RIM. Io credo che colui abbia più malizia di noi.

EUS. Per altro è un ragazzo che serve i forestieri con attenzione. Per solito la servitù suol fare delle male grazie agli ospiti, quando non regalano bene. Zerbino si contenta di poco: onde vo' parlare per lui; e siccome il mancamento è leggiero, voglio credere che donna Lavinia mi farà il piacere di tenerlo.

RIM. Fate pure come vi aggrada. Già io me ne vado domani.

EUS. Che dite eh, delle nostre ninfe? S'attaccano a tutto: padroni, servitori, grandi e piccoli. Pur che buschino qualche cosa, tutto loro comoda.

RIM. Benché siano donne di villa, non invidiano quelle della città nell'arte del saper fare.

EUS. L'interesse domina da per tutto. Non vi è altra differenza, se non che in città vi vogliono dei zecchini, e qui con pochi paoli si fa figura. (parte)

 

 

 


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