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MEL. |
E voglio dir così: E quella di Fiorino, Bertoldo e Bertoldino», «Eh, l'istorie di tutte le sorte».
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PEG. |
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(Di sanarla |
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PEG. |
(No; questa volta vuò principiar io). (a Gazzetta) |
MEL. |
(Parlano tra di loro. Io giocherei Che qualche poesia |
PEG. |
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MEL. |
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PEG. |
Zitto, non voglio Mi chiamate pastor. Son Pegasino: Se volete esser mia, |
MEL. |
Farò come volete. (mortificata) |
PEG. |
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PEG. |
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MEL. |
Quel che vorrete voi, vorrò ancor io. |
PEG. |
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PEG. |
Voi dovrete a me solo Obbedire, gradire, e tralasciare Che non hanno a che far niente con noi. |
MEL. |
Io farò quel che comandate voi. |
PEG. |
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(Va malissimo). (da sé, arrabbiato) |
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PEG. |
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(L'avete bravamente superata). |
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MEL. |
Sì, Pegasino mio, E vel confermerò con un sonetto. |
Ah? (verso Pegasino) |
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PEG. |
Non voglio sonetti, Non voglio poesie. |
MEL. |
Come? che dite? |
PEG. |
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MEL. |
Oh Muse bestemmiate! |
PEG. |
Se avete ad esser mia, |
MEL. |
In altro, signor sì, ma non in questo. |
PEG. |
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MEL. |
Sapete chi son io? Io sono Melibea, Discendente da Orfeo Che anco le bestie dilettar solea; E se dei versi miei Piacer voi non avete, |
(Oh, come è rassegnata!) (a Pegasino) |
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PEG. |
Che rimedio non c'è. Vi lascio. Addio. Se siete pazza voi, non lo son io. Per poco ho secondato Ma quando poi mi deggio maritare,
Ci voglio pensare, Non voglio impazzir. L'intendo così, Non fate per me; Il male sta qui, (fa cenno a Gazzetta che Melibea ha il capo offeso) Per spasso si può, Ma sempre poi no. Ma sempre così? Non fate, |