Carlo Goldoni
Amore in caricatura

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA   Monsieur de la Coteroti, poi la Contessa Gingè

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SCENA QUINTA

 

Monsieur de la Coteroti, poi la Contessa Gingè

 

MONS.

Sì, sì, fra le vittorie,

Che al merto e alla beltà Cupido appresta,

A caratteri d'or scriva ancor questa.

Per me, pel mio sembiante

Madama è delirante; ed io, pietoso,

Soglio per cortesia

Prodigo dispensar la grazia mia.

GIN.

Solo, solo, Monsieur?

MONS.

No, Contessina,

Solo non sono mai. Ho sempre meco

Una donna volante e un giovin cieco.

GIN.

E chi son questi mai?

MONS.

Son due compagni

Che mi siedono sempre al fianco e in cuore:

Voglio dir la Fortuna e il dio d'Amore.

GIN.

Credo che il dio bendato

Seggavi sempre allato,

Ma la volubil dea cangia sovente.

MONS.

Stabile è in favor mio perpetuamente.

Ecco, appena mi lascia

Una gentil donzella,

Si presenta al mio sguardo una più bella.

GIN.

Di madam di Cracchè

So che voi siete amante.

MONS.

Son del vostro sembiante

Umile adoratore.

GIN.

In due diviso il core,

Mantenere nel sen saria un portento.

MONS.

Basterebbe il mio cor diviso in cento.

 

Siccome il pianeta

Che scalda, che splende,

Rischiara ed accende

Quest'orbe terren;

Così dal mio core

Si sparge l'ardore

Che ogni alma consola,

Che scalda ogni sen. (parte)

 

 

 


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