Carlo Goldoni
Gli amori di Zelinda e Lindoro

ATTO SECONDO

Scena Quattordicesima. Zelinda e Lindoro, poi Barbara

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Scena Quattordicesima. Zelinda e Lindoro, poi Barbara

 

LIN. (con allegrezza) Ah Zelinda mia, la cosa va bene che non può andar meglio.

ZEL. (allegra) Non posso spiegarvi la contentezza ch'io provo.

LIN. (come sopra) Eccoci un'altra volta riuniti insieme.

ZEL. (come sopra) E senz'alcuno che ci perseguiti.

LIN. (va crescendo l'allegrezza) Fabrizio non ci farà più paura.

ZEL. (più allegra) Don Flaminio non mi tormenterà più.

LIN. (ridendo) E Donna Eleonora?

ZEL. (ridendo) Oh sono sì contenta di non vederla più!

LIN. Staremo bene.

ZEL. Lo spero anch'io.

LIN. Mi pare la padrona una buona giovane.

ZEL. Sì, mi pare di buona pasta.

LIN. (ridendo) Crede che non ci conosciamo nemmeno.

ZEL. (ridendo) È la più bella cosa del mondo.

LIN. (la prende per le due mani) Cara la mia Zelinda!

ZEL. Il mio caro Lindoro! Mi giubila il cuor in petto.

BAR. (viene, li sorprende nel loro giubilo, e si ferma un poco indietro osservando)

ZEL. Che piacere! (a Lindoro, non vedendo Barbara)

LIN. Che consolazione! (a Zelinda, non vedendo Barbara)

BAR. Da che nasce il vostro piacere, la vostra consolazione? (avanzandosi con qualche sorpresa)

ZEL. (Povera me!) (resta mortificata)

LIN. Signora... non crediate già... Vi dirò, mi domandava questa giovane se io era contento di voi. Io le diceva che sono poche ore che ho l'onor di servirvi, ma che sperava di aver trovato la miglior padrona del mondo.

ZEL. (a Barbara) Questa è una gran consolazione per me.

LIN. (a Barbara) Questo è il maggior piacere che può aver chi serve.

BAR. Va benissimo, e credo non sarete malcontenti di me, ma vi avverto che in casa mia si vive onestamente e non permetterò certe confidenze...

ZEL. Né io le amo sicuramente.

LIN. Scusatemi, se per un trasporto di gioja...

BAR. Basta così. Se sapete il vostro dovere, tanto meglio per voi. (Non voglio esser rigorosa, ma vedrò, se potrò fidarmi.) Quella giovane, come vi chiamate?

ZEL. Zelinda, per obbedirvi.

BAR. (le fa vedere la cuffia, cioè il pizzo) Ecco qui, Zelinda, la cuffia di cui vi ho parlato. Vedete come un piccolo cane l'ha lacerata. Ditemi se è possibile d'accomodarla.

ZEL. Qui e qui si può accomodare; ma qui ve ne manca un pezzo.

BAR. Aspettate. Credo di averne, ma non so se sarà bastante. Lo cercherò, e ve lo porterò a far vedere. (parte)

 


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