Carlo Goldoni
La buona figliuola maritata

ATTO PRIMO

SCENA SECONDA   Marianna e il Cavaliere, poi la Marchesa Lucinda e Sandrina

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SCENA SECONDA

 

Marianna e il Cavaliere, poi la Marchesa Lucinda e Sandrina

 

MAR.

Oh, io non ne so nulla.

Qual vissi da fanciulla,

Vivrò da maritata:

Bastami dal marito essere amata.

CAV.

Felice il Marchesino,

Cui concesse il destino

Una sì cara e sì gentil consorte;

Ma io, che dalla sorte

N'ebbi una indiscreta, aspra e cattiva,

Infelice sarò sino che io viva.

LUC.

(In disparte, che ascolta e parla con Sandrina)

(Senti?) (a Sandrina, piano)

SAN.

(Abbiate pazienza). (piano alla Marchesa)

MAR.

E come mai,

In così pochi giorni

Che siete maritato,

Avete in sdegno il vostro amor cangiato?

CAV.

Eh, Marianna carissima,

Quando si fa all'amore,

Abbiamo un vel dinanzi agli occhi, e poi,

Passati i giorni dei primier diletti,

Ragion si desta e scopronsi i difetti.

LUC.

(Tollerar più non posso...) (in atto di avanzarsi)

SAN.

(Ah no, non fate). (trattenendola)

MAR.

Ma di che vi lagnate?

Che disgusti vi dié la vostra sposa?

CAV.

Non la posso soffrir così gelosa.

MAR.

Non so che qui vi sia

Ragion di gelosia. Fin che qui siamo,

In armonia viviamo

E in pace fra di noi.

CAV.

È gelosa mia moglie anche di voi.

MAR.

Di me?

LUC.

No, non è vero. (avanzandosi)

Non soffre una mia pari

L'ingiurioso confronto. Io son chi sono.

In voi la giardiniera ancor io vedo,

E a un amante e a un soldato ancor non credo.

MAR.

Chiunque io mi sia, signora,

Son del vostro german legata al laccio;

Mi difenda lo sposo, io parto e taccio. (parte)

 

 

 


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