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Federigo Tozzi
Novale

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  • Pagine di taccuino
    • 3 settembre 1903.
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Pagine di taccuino

3 settembre 1903.

Ad una certa strada incontriamo il curato, vestito con una giacca e calzoni neri. Gli facciamo una scappellata esagerata; poi io torno indietro e gli dico:

– Reverendo, avremmo piacere di conoscerlo più intimamente: noi siamo artisti, e... stasera verremo a mangiare da lei.

– Come? Loro sono artisti, e...

– Certamente: vogliamo questo onore.

– Ma cosa vogliono mangiare?

– Quello che ella vorrà: in questo caso il suo gusto è superiore al nostro, e quindi ci rimettiamo... a lei.

Il prete mi guarda, guarda gli altri e scoppia in una risata. Il G... mi tocca nel gomito, incitandomi a proseguire. Allora dico:

– Ci dica a che ora è solito cenare ché noi mangiamo a qualunque ora.

E il prete:

– Intanto verranno a vedere la chiesa!

Andiamo. Su la scalinata della canonica troviamo un branco di galline.

– Queste son sue?

– Ma che: io non ci conto né pure per la decima.

Intanto entriamo in chiesa. Una costruzione barocca. Diciamo che ci piace e guardiamo anche un affresco del Lorenzoni. Quando riusciamo, il prete dice:

– Chiudete bene la porta, se no le galline vanno a pregare. – E ride.

Entrati nella sua canonica ci ha fatto ammirare lo splendido panorama: si vede Chiusdino, Ciciano, la miniera, Siena e Monticiano. Quando stiamo per uscire, ci ferma dinanzi un andito, e dice:

– Vogliono sentire la mia mamma, quando le dico che stasera mangiano qui.

– Sì.

Ci spinge verso una scala, e chiama:

– Mamma!

– Oh!

– Stasera ci sono tre senesi a cena.

Un poco di silenzio, e poi sentiamo una voce di vecchia, che risponde.

– Ecché? Maledetta questa casa! Non siamo mai liberi... E, fortunatamente, non intendiamo le altre parole.

Facciamo tutti una bella risata (e il prete ha riso più di tutti) e ritorniamo al sole.

LE FOGLIE SECCHE.

Prendo in mano una foglia e la stritolo.

Dentro il mio pugno stride, e mi fa pensare.

M’è parso che quello scricchiolio dicesse molte cose.

In quel balbettar doloroso, simile a un pianto, c’è una malinconia potente e la storia di una rapida esistenza.

Ci sono i baci del sole e le gocce picchiettanti della tempesta.

La foglia secca è lo scheletro di un sorriso verde.

NELLE MINIERE DI BOCCHEGGIANO. (Miniere di rame).




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