Capitolo
1 I | sbuffata e rispose:~- Vai! C'era bisogno di destarmi?~- Alla
2 I | rincantucciandosi a sedere.~Era alto e grasso; con la barbetta
3 I | cassapanca con quel che c'era sopra.~- Smetti: farai rompere
4 I | facciamo le firme false?~Giulio era il più melanconico dei tre
5 I | correre più nessun pericolo. Era stato lui a proporre quell'
6 I | proporre quell'espediente; ed era lui che aveva imparato ad
7 I | alla banca soltanto perché era indispensabile a guadagnare
8 I | È vero anche, però, che era doventata un'abitudine;
9 I | la chiacchierata.~Giulio era anche più alto di Niccolò;
10 I | bottega vicino alla libreria. Era basso, con i baffi più scuri;
11 I | loro nipoti.~Il loro padre era stato fortunato, e anch'
12 I | canzonatura. Allora anche a Giulio era impossibile sentirsi afflitto
13 I | tenendo la mano in tasca dov'era la cambiale, perché aveva
14 I | aspettando che tornasse, se non c'era.~Il Valentini gli disse:~-
15 I | sto bene!~Nella sua voce c'era una gioia rabbiosa e violenta.
16 I | prenderò seimila.~E siccome s'era rimesso a sedere, si alzò
17 II | per la Via Cavour, fin dov'era una fruttaiola; e, allora,
18 II | comprasse.~In bottega non c'era più il signor Valentini;
19 II | bottega; per vedere se c'era qualcuno; sospettoso e pronto
20 II | mezz'ora, Giulio, che s'era seduto allo scrittoio battendo
21 II | pareva troppo stretta. Egli era soddisfatto di se stesso
22 II | pittori del quattrocento. Era vestito sempre bene; con
23 II | piacere se glie lo dicevano. Era perciò un buon amico, uno
24 II | rimproverava tutte le volte che era stato affabile con qualcuno.
25 II | divertiva a vedere come Giulio era restato male e imbarazzato.
26 II | avvezzata male.~Egli ora era impaziente di essere a casa;
27 II | più, per tutto il pranzo. Era capace di alzarsi da tavola,
28 II | ridevano; ed Enrico diceva che era una sconvenienza da pazzo.
29 II | parecchie campane insieme. Era mezzogiorno. Giulio, per
30 II | dette a suonare. La gente era meno rada, e cominciavano
31 III | Dopo mangiato, Niccolò era sempre disposto all'allegria,
32 III | benché fosse d'ottobre. Gli era venuta la gotta, come agli
33 III | amico, Vittorio Corsali, che era agente d'una compagnia d'
34 III | una bravata da smargiasso. Era un riso violento, sensuale
35 III | le mani.~Il Corsali, che era per aversene a male, quantunque
36 III | provocante.~Vittorio Corsali era magro, senza capelli e i
37 III | bocca per biascicarlo?~Egli era gaio e festoso; e si mise
38 III | Enrico entrava in bottega. Era ancora assonnato e intontito;
39 III | dinoccolato e cozzò nel banco dov'era lo scaffale dei libri.~-
40 III | vedo! Ho dormito male: c'era, sotto le finestre, il marmista
41 III | con una mano.~Il Corsali s'era incuriosito, ma ormai capì
42 IV | congregazioni di carità, era sicuro di trovare sempre
43 IV | primo la parola, e con lui era quasi umile. Gli chiese:~-
44 IV | bambino!~Il cavaliere n'era tanto orgoglioso che non
45 IV | rialzo che sporge. Il cielo era tinto di una nebbiolina
46 IV | impolloniti. Accanto ai pioppi, c'era l'erba di un verde così
47 IV | partoriente; tutto quel che era accaduto, con i pericoli
48 IV | latte sufficiente. Ora, era giunto all'infiammazione
49 IV | perché a nessuno dei due era venuto in mente che poteva
50 IV | correva di qua... chi di là... Era venuta anche la mia suocera,
51 IV | più cambiarsi. Una volta era stato di modi distinti,
52 IV | libri nello scaffale, che era anche troppo corto.~Passava
53 IV | lunatico!~Ma il cavaliere non s'era ancora sfogato, e Giulio
54 IV | rideva, Enrico capì che non c'era pericolo di leticare. E
55 V | CAPITOLO V~ ~ ~Modesta era una paciona che viveva soltanto
56 V | Alta quanto Niccolò, non era meno massiccia e meno grassa.
57 V | nascondevano qualche cosa; e non era più tranquilla e contenta
58 V | da chi ti pare!~Niccolò era ancora disposto ad essere
59 V | poteva mentire, ed ella era stata una sciocca. Ma, nondimeno,
60 V | ridetto al marito.~Enrico era con lei sornione, e qualche
61 V | odiata. Qualche volta egli le era restato antipatico, ma s'
62 V | restato antipatico, ma s'era subito rimproverata; come
63 V | testa, ed escì. Ma Giulio era anche spiacente di obbligare
64 V | incapace di difendersi. Era il suo istinto che le dava
65 V | forza di tenersi ritta. Era sbigottita; e, nello stesso
66 V | strofinò con il tovagliolo dov'era stato baciato; e, allontanandola
67 VI | quelle, viti e olivi. Non c'era mai nessun rumore; ed elle
68 VI | aspettare la zia, il cielo era tutto cinereo, ma chiaro;
69 VI | con il marito e i cognati. Era stato uno sbaglio di lei
70 VI | sentisse ancora pentita, era più serena e sicura. Dunque,
71 VI | giovanotto, impiegato al Demanio, era riescito a far sapere a
72 VI | fatta innamorare, quanto già era lui, che avrebbe domandato
73 VI | Ovile e Porta Pispini. Ma era già troppo buio, e la campagna
74 VI | persiana, sbattendo; e c'era un piccolo eco affilato
75 VI | potessero smettere più.~Lola era in salotto, a studiare un
76 VII | almeno una dote piccola. Era curioso di conoscere il
77 VII | sedere senza dire niente.~- Era lui quello che ci domanda
78 VII | ridendo; e ora, il suo riso era tranquillo, ma dileggiante
79 VII | destarsi. Quando sentì ch'era escito, fece uno sbadiglio
80 VII | posta per Chiarina!~- Ah, m'era passato di mente!~Niccolò
81 VII | sentendo toccare la maniglia: era il cavaliere Nicchioli.
82 VII | perfino!~Dentro la libreria c'era poca luce e dovevano accendere
83 VII | Ecco questo screanzato.~Era Enrico che zoppicava anche
84 VII | né cattive.~- Parla bene? Era disinvolto?~- È un gingillino,
85 VIII| CAPITOLO VIII~ ~ ~Enrico era stato uno di quei ragazzi
86 VIII| intrattabile. In casa ci s'era trovato bene, specie dopo
87 VIII| andare d'accordo più ch'era possibile. Egli, qualche
88 VIII| Dentro di sé, è vero, glie ne era rimasta la presunzione;
89 VIII| grossa, anch'egli sapeva com'era difficile trovare il denaro
90 VIII| muro; vicino alla porta. Era deciso a dire le sue ragioni;
91 VIII| dei suoi fratelli; ma gli era venuto voglia di farseli
92 VIII| intenditor, poche parole.~Giulio era anche convulso e non riesciva
93 VIII| che aveva ragione lui; ed era irritato d'Enrico; ma non
94 VIII| il sigaro acceso che gli era caduto di bocca, disse al
95 VIII| come mi trattano? Se non c'era lei mi sbattevano la porta
96 VIII| cassapanca e la roba che c'era sopra, come se mancasse
97 VIII| bene. Ora, finalmente, s'era fatto intendere! Gli pareva
98 IX | più floscia, si capiva che era molto abbattuto d'animo.~
99 IX | libro dallo scaffale che gli era dietro, lo aprì a una pagina
100 IX | Imitazione di Cristo. Non era delicato né opportuno farne
101 IX | aiutare il fratello; ch'era costretto a pregarlo che
102 IX | molto più alto di quel che era, disse:~- Vendiamo la libreria
103 IX | stesso. Di Enrico pensò che era un cretino.~Niccolò gridava
104 IX | questa stanza.~Ma non s'era ancora fermato; e la moglie
105 IX | pensi più?~Giulio, che se n'era un poco dimenticato, gli
106 IX | avevo due o tre anni fa. Era destinato ch'io dovessi
107 IX | Qualcuno potrà dire che s'era sbagliato ad avermi stima;
108 X | altra passeggiata. Niccolò era andato a Firenze; e perché
109 X | Ovile a Pispini?~Il libraio era distratto, e rispose:~-
110 X | è lo stesso.~Nell'aria c'era una dolcezza pungente; e
111 X | l'ora dell'appuntamento s'era sempre più persuaso che
112 X | firmare un'altra volta. Era, del resto, il mezzo di
113 X | Stava per dire che non era vero, quando s'accorse che
114 X | a quel sorriso. Che gli era avvenuto? Non alzava più
115 X | potesse stare più con lui. Era adirato? Era finita la loro
116 X | più con lui. Era adirato? Era finita la loro amicizia?
117 X | Sentì che per lui vivere era doventata una cosa del tutto
118 X | vedere se quell'ostacolo era visibile! Non riesciva né
119 X | Pensava volentieri che Niccolò era andato a Firenze per divertirsi;
120 X | più che il giorno dopo c'era la scadenza d'una cambiale.
121 X | nessun legame. Almeno, quand'era giovine, non gli era mai
122 X | quand'era giovine, non gli era mai capitato di perdersi
123 X | una rapidità da far paura, era doventata soltanto una verità
124 X | oggi!~Niccolò a Firenze s'era divertito a girare tutto
125 X | Quando il treno arrivò, era vicino a buio; e Niccolò
126 X | vedesse per la prima volta. Era tentato, perfino, di domandare
127 X | il pendio d'una collina era invece ancora chiaro; e,
128 X | smettendo fino ai monti lontani, era azzurrognola e placida;
129 XI | aveva sospettato; ma gli era parso che il libraio volesse
130 XI | approfittarsi di lui; e, perciò, s'era imbroncito. Dopo, però,
131 XI | perdere di più la testa.~Egli era sempre mite; e restava assorto
132 XI | collera. Anche Giulio, ora, era più spigliato; e, quando
133 XI | accorgeva che la sua allegria era impacciata e malsicura:
134 XI | preoccupazioni.~In bottega c'era il Nisard, che parlava con
135 XI | precisa e convenuta, che era della sua indole; pur senza
136 XI | fratelli che la cambiale era stata presa; e si mise alla
137 XI | occhiata, che anche Giulio era molto differente agli altri
138 XI | arcisicuro!~Ma Enrico non era del suo parere e scuoteva
139 XI | non essere più io!~Niccolò era così nervosamente allegro
140 XII | poté assopirsi anche perché era sfinito.~Si alzò con il
141 XII | sua furia diminuiva; ed era così debole che sudava.
142 XII | sapevano che la cambiale era stata non solo respinta,
143 XII | assicurava centomila. Enrico era andato a quella bettola,
144 XII | davanti alla libreria. Non c'era più niente da sperare!~Giulio
145 XII | grosso che si stronca; ma c'era sempre una specie di risata,
146 XII | questo lo deludeva. Non c'era altro, dunque, da inventare
147 XII | Perché, dunque, viveva? Non era incompatibile che vivesse
148 XII | scaffali e suo fratello? Non era immorale se egli, forse
149 XII | Sapeva da sé quello che ormai era: nessuno glie lo avrebbe
150 XII | a stento ammettesse che era vero; e, alla fine, disse
151 XIII| calma della sera innanzi s'era già rivelata per una enfiagione
152 XIII| escì di casa. La mattina era umida e fresca. Si fermò
153 XIII| l'aria della piazza; ed era come un ragazzo che si trova
154 XIII| per le chine. La campagna era d'un'ampiezza, che non finiva
155 XIII| scommetto che qui non c'era mai venuto.~- È vero: soltanto
156 XIII| chiamano realtà - che m'era intorno, mi faceva lo stesso
157 XIII| sapevo se quel che vedevo era un sogno più vasto, continuo,
158 XIII| imagini che il presente stesso era per me il senso d'una realtà
159 XIII| entrò nella cappella, dov'era attaccata quella tavola;
160 XIII| dimenticò subito.~Ma Giulio era restato come ebbro; e aveva
161 XIII| coscienza quotidiana si era inspirata non ai suoi sentimenti,
162 XIII| anche il desiderio di morire era invariabile. Non gli parve
163 XIII| gli sportelli chiusi, c'era buio ed egli accese il gasse.
164 XIII| rispondere? Non allora. Egli era troppo da più di lui, perché
165 XIII| corda forte, con la quale era stato legato un pacco di
166 XIII| gancio alla trave veniva via. Era proprio sicuro che non si
167 XIII| punto mi sono ridotto.” Era ormai come un pazzo; e appuntellò
168 XIII| da tutte le parti. Non c'era più modo di resistere: i
169 XIII| gli scaffali: la firma c'era, ma egli non la vedeva più. “
170 XIV | insieme con il morto. C'era soltanto il becchino che
171 XIV | aspersorio un altro morto. Era un vecchio prete atticciato,
172 XIV | si è ammazzato?~Niccolò era pieno d'ira. Ma Enrico rispose:~-
173 XIV | aveva mai tempo da perdere.~Era un cielo grigio; quasi giallognolo;
174 XIV | veramente commossi. Giulio s'era preso la responsabilità
175 XIV | comprare un sigaro, dove era sicuro non sapevano che
176 XIV | inutile fargli capire ch'era troppo repentino.~Modesta,
177 XIV | e le cento lire, che s'era tenute in tasca invece di
178 XIV | gotta lo perseguitava e s'era ridotto molto male. Alla
179 XIV | s'avvicinasse. Ma Enrico era capace d'aspettare e di
180 XIV | faceva l'antiquario, non era difficile che lo invitassero
181 XIV | strettezze in famiglia. Era tornato di buon umore, benché
182 XIV | perso il fidanzato; ma s'era fatta anche più dimessa;
183 XIV | il dolore alla testa; che era quasi peggio. Ma, durante
184 XIV | aspetto. Si capiva, però, ch'era uno sforzo; perché, dopo
185 XIV | raccapriccio. Talvolta, invece, era cupa e bassa, quasi piatta;
186 XV | alla bettola che Niccolò era morto prima dell'alba. Era,
187 XV | era morto prima dell'alba. Era, ormai, stralinco; con le
188 XV | invento niente!~Ma, visto ch'era inutile arrabbiarsi o protestare,
189 XV | che gli si vedevano quand'era arrabbiato e gli s'arricciava
190 XV | altro fratello, che allora era con me.~- Come si chiama?~-
191 XV | Cominciava a pioviscolare, ed era un'acqua così diaccia che
192 XV | Tutto il vecchio cimitero era stato scavato. Avevano addossato
193 XV | guardiano, per avvertire ch'era venuto, fischiò al becchino;
194 XV | andare al cimitero. Egli s'era soffermato, ma siccome la
195 XV | de' Vecchi Impotenti: ce n'era uno, vestito di nero, con
196 XV | non fossero passate.~E, se era dentro la bettola, diceva
197 XV | sgocciolassero addosso. E, poi, c'era caso che lo colpissero su
198 XV | vergognava; ma dovette cedere. Era sempre meglio di quando
199 XV | misero in un camerone, dove c'era un centinaio di letti e
200 XV | parte non bastasse.~Siccome era dei meno vecchi, lo mandarono
201 XV | accorgersene.~La mattina era freddo come il marmo del
202 XV | destra e uno a sinistra. C'era una sola candela; che, essendo
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