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186 da
184 niccolò
Federigo Tozzi
Tre croci

IntraText - Concordanze

era

    Capitolo
1 I | sbuffata e rispose:~- Vai! C'era bisogno di destarmi?~- Alla 2 I | rincantucciandosi a sedere.~Era alto e grasso; con la barbetta 3 I | cassapanca con quel che c'era sopra.~- Smetti: farai rompere 4 I | facciamo le firme false?~Giulio era il più melanconico dei tre 5 I | correre più nessun pericolo. Era stato lui a proporre quell' 6 I | proporre quell'espediente; ed era lui che aveva imparato ad 7 I | alla banca soltanto perché era indispensabile a guadagnare 8 I | È vero anche, però, che era doventata un'abitudine; 9 I | la chiacchierata.~Giulio era anche più alto di Niccolò; 10 I | bottega vicino alla libreria. Era basso, con i baffi più scuri; 11 I | loro nipoti.~Il loro padre era stato fortunato, e anch' 12 I | canzonatura. Allora anche a Giulio era impossibile sentirsi afflitto 13 I | tenendo la mano in tasca dov'era la cambiale, perché aveva 14 I | aspettando che tornasse, se non c'era.~Il Valentini gli disse:~- 15 I | sto bene!~Nella sua voce c'era una gioia rabbiosa e violenta. 16 I | prenderò seimila.~E siccome s'era rimesso a sedere, si alzò 17 II | per la Via Cavour, fin dov'era una fruttaiola; e, allora, 18 II | comprasse.~In bottega non c'era più il signor Valentini; 19 II | bottega; per vedere se c'era qualcuno; sospettoso e pronto 20 II | mezz'ora, Giulio, che s'era seduto allo scrittoio battendo 21 II | pareva troppo stretta. Egli era soddisfatto di se stesso 22 II | pittori del quattrocento. Era vestito sempre bene; con 23 II | piacere se glie lo dicevano. Era perciò un buon amico, uno 24 II | rimproverava tutte le volte che era stato affabile con qualcuno. 25 II | divertiva a vedere come Giulio era restato male e imbarazzato. 26 II | avvezzata male.~Egli ora era impaziente di essere a casa; 27 II | più, per tutto il pranzo. Era capace di alzarsi da tavola, 28 II | ridevano; ed Enrico diceva che era una sconvenienza da pazzo. 29 II | parecchie campane insieme. Era mezzogiorno. Giulio, per 30 II | dette a suonare. La gente era meno rada, e cominciavano 31 III | Dopo mangiato, Niccolò era sempre disposto all'allegria, 32 III | benché fosse d'ottobre. Gli era venuta la gotta, come agli 33 III | amico, Vittorio Corsali, che era agente d'una compagnia d' 34 III | una bravata da smargiasso. Era un riso violento, sensuale 35 III | le mani.~Il Corsali, che era per aversene a male, quantunque 36 III | provocante.~Vittorio Corsali era magro, senza capelli e i 37 III | bocca per biascicarlo?~Egli era gaio e festoso; e si mise 38 III | Enrico entrava in bottega. Era ancora assonnato e intontito; 39 III | dinoccolato e cozzò nel banco dov'era lo scaffale dei libri.~- 40 III | vedo! Ho dormito male: c'era, sotto le finestre, il marmista 41 III | con una mano.~Il Corsali s'era incuriosito, ma ormai capì 42 IV | congregazioni di carità, era sicuro di trovare sempre 43 IV | primo la parola, e con lui era quasi umile. Gli chiese:~- 44 IV | bambino!~Il cavaliere n'era tanto orgoglioso che non 45 IV | rialzo che sporge. Il cielo era tinto di una nebbiolina 46 IV | impolloniti. Accanto ai pioppi, c'era l'erba di un verde così 47 IV | partoriente; tutto quel che era accaduto, con i pericoli 48 IV | latte sufficiente. Ora, era giunto all'infiammazione 49 IV | perché a nessuno dei due era venuto in mente che poteva 50 IV | correva di qua... chi di ... Era venuta anche la mia suocera, 51 IV | più cambiarsi. Una volta era stato di modi distinti, 52 IV | libri nello scaffale, che era anche troppo corto.~Passava 53 IV | lunatico!~Ma il cavaliere non s'era ancora sfogato, e Giulio 54 IV | rideva, Enrico capì che non c'era pericolo di leticare. E 55 V | CAPITOLO V~ ~ ~Modesta era una paciona che viveva soltanto 56 V | Alta quanto Niccolò, non era meno massiccia e meno grassa. 57 V | nascondevano qualche cosa; e non era più tranquilla e contenta 58 V | da chi ti pare!~Niccolò era ancora disposto ad essere 59 V | poteva mentire, ed ella era stata una sciocca. Ma, nondimeno, 60 V | ridetto al marito.~Enrico era con lei sornione, e qualche 61 V | odiata. Qualche volta egli le era restato antipatico, ma s' 62 V | restato antipatico, ma s'era subito rimproverata; come 63 V | testa, ed escì. Ma Giulio era anche spiacente di obbligare 64 V | incapace di difendersi. Era il suo istinto che le dava 65 V | forza di tenersi ritta. Era sbigottita; e, nello stesso 66 V | strofinò con il tovagliolo dov'era stato baciato; e, allontanandola 67 VI | quelle, viti e olivi. Non c'era mai nessun rumore; ed elle 68 VI | aspettare la zia, il cielo era tutto cinereo, ma chiaro; 69 VI | con il marito e i cognati. Era stato uno sbaglio di lei 70 VI | sentisse ancora pentita, era più serena e sicura. Dunque, 71 VI | giovanotto, impiegato al Demanio, era riescito a far sapere a 72 VI | fatta innamorare, quanto già era lui, che avrebbe domandato 73 VI | Ovile e Porta Pispini. Ma era già troppo buio, e la campagna 74 VI | persiana, sbattendo; e c'era un piccolo eco affilato 75 VI | potessero smettere più.~Lola era in salotto, a studiare un 76 VII | almeno una dote piccola. Era curioso di conoscere il 77 VII | sedere senza dire niente.~- Era lui quello che ci domanda 78 VII | ridendo; e ora, il suo riso era tranquillo, ma dileggiante 79 VII | destarsi. Quando sentì ch'era escito, fece uno sbadiglio 80 VII | posta per Chiarina!~- Ah, m'era passato di mente!~Niccolò 81 VII | sentendo toccare la maniglia: era il cavaliere Nicchioli. 82 VII | perfino!~Dentro la libreria c'era poca luce e dovevano accendere 83 VII | Ecco questo screanzato.~Era Enrico che zoppicava anche 84 VII | né cattive.~- Parla bene? Era disinvolto?~- È un gingillino, 85 VIII| CAPITOLO VIII~ ~ ~Enrico era stato uno di quei ragazzi 86 VIII| intrattabile. In casa ci s'era trovato bene, specie dopo 87 VIII| andare d'accordo più ch'era possibile. Egli, qualche 88 VIII| Dentro di sé, è vero, glie ne era rimasta la presunzione; 89 VIII| grossa, anch'egli sapeva com'era difficile trovare il denaro 90 VIII| muro; vicino alla porta. Era deciso a dire le sue ragioni; 91 VIII| dei suoi fratelli; ma gli era venuto voglia di farseli 92 VIII| intenditor, poche parole.~Giulio era anche convulso e non riesciva 93 VIII| che aveva ragione lui; ed era irritato d'Enrico; ma non 94 VIII| il sigaro acceso che gli era caduto di bocca, disse al 95 VIII| come mi trattano? Se non c'era lei mi sbattevano la porta 96 VIII| cassapanca e la roba che c'era sopra, come se mancasse 97 VIII| bene. Ora, finalmente, s'era fatto intendere! Gli pareva 98 IX | più floscia, si capiva che era molto abbattuto d'animo.~ 99 IX | libro dallo scaffale che gli era dietro, lo aprì a una pagina 100 IX | Imitazione di Cristo. Non era delicato né opportuno farne 101 IX | aiutare il fratello; ch'era costretto a pregarlo che 102 IX | molto più alto di quel che era, disse:~- Vendiamo la libreria 103 IX | stesso. Di Enrico pensò che era un cretino.~Niccolò gridava 104 IX | questa stanza.~Ma non s'era ancora fermato; e la moglie 105 IX | pensi più?~Giulio, che se n'era un poco dimenticato, gli 106 IX | avevo due o tre anni fa. Era destinato ch'io dovessi 107 IX | Qualcuno potrà dire che s'era sbagliato ad avermi stima; 108 X | altra passeggiata. Niccolò era andato a Firenze; e perché 109 X | Ovile a Pispini?~Il libraio era distratto, e rispose:~- 110 X | è lo stesso.~Nell'aria c'era una dolcezza pungente; e 111 X | l'ora dell'appuntamento s'era sempre più persuaso che 112 X | firmare un'altra volta. Era, del resto, il mezzo di 113 X | Stava per dire che non era vero, quando s'accorse che 114 X | a quel sorriso. Che gli era avvenuto? Non alzava più 115 X | potesse stare più con lui. Era adirato? Era finita la loro 116 X | più con lui. Era adirato? Era finita la loro amicizia? 117 X | Sentì che per lui vivere era doventata una cosa del tutto 118 X | vedere se quell'ostacolo era visibile! Non riesciva né 119 X | Pensava volentieri che Niccolò era andato a Firenze per divertirsi; 120 X | più che il giorno dopo c'era la scadenza d'una cambiale. 121 X | nessun legame. Almeno, quand'era giovine, non gli era mai 122 X | quand'era giovine, non gli era mai capitato di perdersi 123 X | una rapidità da far paura, era doventata soltanto una verità 124 X | oggi!~Niccolò a Firenze s'era divertito a girare tutto 125 X | Quando il treno arrivò, era vicino a buio; e Niccolò 126 X | vedesse per la prima volta. Era tentato, perfino, di domandare 127 X | il pendio d'una collina era invece ancora chiaro; e, 128 X | smettendo fino ai monti lontani, era azzurrognola e placida; 129 XI | aveva sospettato; ma gli era parso che il libraio volesse 130 XI | approfittarsi di lui; e, perciò, s'era imbroncito. Dopo, però, 131 XI | perdere di più la testa.~Egli era sempre mite; e restava assorto 132 XI | collera. Anche Giulio, ora, era più spigliato; e, quando 133 XI | accorgeva che la sua allegria era impacciata e malsicura: 134 XI | preoccupazioni.~In bottega c'era il Nisard, che parlava con 135 XI | precisa e convenuta, che era della sua indole; pur senza 136 XI | fratelli che la cambiale era stata presa; e si mise alla 137 XI | occhiata, che anche Giulio era molto differente agli altri 138 XI | arcisicuro!~Ma Enrico non era del suo parere e scuoteva 139 XI | non essere più io!~Niccolò era così nervosamente allegro 140 XII | poté assopirsi anche perché era sfinito.~Si alzò con il 141 XII | sua furia diminuiva; ed era così debole che sudava. 142 XII | sapevano che la cambiale era stata non solo respinta, 143 XII | assicurava centomila. Enrico era andato a quella bettola, 144 XII | davanti alla libreria. Non c'era più niente da sperare!~Giulio 145 XII | grosso che si stronca; ma c'era sempre una specie di risata, 146 XII | questo lo deludeva. Non c'era altro, dunque, da inventare 147 XII | Perché, dunque, viveva? Non era incompatibile che vivesse 148 XII | scaffali e suo fratello? Non era immorale se egli, forse 149 XII | Sapeva da sé quello che ormai era: nessuno glie lo avrebbe 150 XII | a stento ammettesse che era vero; e, alla fine, disse 151 XIII| calma della sera innanzi s'era già rivelata per una enfiagione 152 XIII| escì di casa. La mattina era umida e fresca. Si fermò 153 XIII| l'aria della piazza; ed era come un ragazzo che si trova 154 XIII| per le chine. La campagna era d'un'ampiezza, che non finiva 155 XIII| scommetto che qui non c'era mai venuto.~- È vero: soltanto 156 XIII| chiamano realtà - che m'era intorno, mi faceva lo stesso 157 XIII| sapevo se quel che vedevo era un sogno più vasto, continuo, 158 XIII| imagini che il presente stesso era per me il senso d'una realtà 159 XIII| entrò nella cappella, dov'era attaccata quella tavola; 160 XIII| dimenticò subito.~Ma Giulio era restato come ebbro; e aveva 161 XIII| coscienza quotidiana si era inspirata non ai suoi sentimenti, 162 XIII| anche il desiderio di morire era invariabile. Non gli parve 163 XIII| gli sportelli chiusi, c'era buio ed egli accese il gasse. 164 XIII| rispondere? Non allora. Egli era troppo da più di lui, perché 165 XIII| corda forte, con la quale era stato legato un pacco di 166 XIII| gancio alla trave veniva via. Era proprio sicuro che non si 167 XIII| punto mi sono ridotto.” Era ormai come un pazzo; e appuntellò 168 XIII| da tutte le parti. Non c'era più modo di resistere: i 169 XIII| gli scaffali: la firma c'era, ma egli non la vedeva più. “ 170 XIV | insieme con il morto. C'era soltanto il becchino che 171 XIV | aspersorio un altro morto. Era un vecchio prete atticciato, 172 XIV | si è ammazzato?~Niccolò era pieno d'ira. Ma Enrico rispose:~- 173 XIV | aveva mai tempo da perdere.~Era un cielo grigio; quasi giallognolo; 174 XIV | veramente commossi. Giulio s'era preso la responsabilità 175 XIV | comprare un sigaro, dove era sicuro non sapevano che 176 XIV | inutile fargli capire ch'era troppo repentino.~Modesta, 177 XIV | e le cento lire, che s'era tenute in tasca invece di 178 XIV | gotta lo perseguitava e s'era ridotto molto male. Alla 179 XIV | s'avvicinasse. Ma Enrico era capace d'aspettare e di 180 XIV | faceva l'antiquario, non era difficile che lo invitassero 181 XIV | strettezze in famiglia. Era tornato di buon umore, benché 182 XIV | perso il fidanzato; ma s'era fatta anche più dimessa; 183 XIV | il dolore alla testa; che era quasi peggio. Ma, durante 184 XIV | aspetto. Si capiva, però, ch'era uno sforzo; perché, dopo 185 XIV | raccapriccio. Talvolta, invece, era cupa e bassa, quasi piatta; 186 XV | alla bettola che Niccolò era morto prima dell'alba. Era, 187 XV | era morto prima dell'alba. Era, ormai, stralinco; con le 188 XV | invento niente!~Ma, visto ch'era inutile arrabbiarsi o protestare, 189 XV | che gli si vedevano quand'era arrabbiato e gli s'arricciava 190 XV | altro fratello, che allora era con me.~- Come si chiama?~- 191 XV | Cominciava a pioviscolare, ed era un'acqua così diaccia che 192 XV | Tutto il vecchio cimitero era stato scavato. Avevano addossato 193 XV | guardiano, per avvertire ch'era venuto, fischiò al becchino; 194 XV | andare al cimitero. Egli s'era soffermato, ma siccome la 195 XV | de' Vecchi Impotenti: ce n'era uno, vestito di nero, con 196 XV | non fossero passate.~E, se era dentro la bettola, diceva 197 XV | sgocciolassero addosso. E, poi, c'era caso che lo colpissero su 198 XV | vergognava; ma dovette cedere. Era sempre meglio di quando 199 XV | misero in un camerone, dove c'era un centinaio di letti e 200 XV | parte non bastasse.~Siccome era dei meno vecchi, lo mandarono 201 XV | accorgersene.~La mattina era freddo come il marmo del 202 XV | destra e uno a sinistra. C'era una sola candela; che, essendo


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