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Giovanni Marsili
Notizie inedite

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  • II
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II

Si portò dunque in Padova, ov'ebbe la cura dell'Orto pubblico circa anni quattro, riducendolo con la sua autorità, diligenza e perizia in ottimo stato. Per questo nelle lettere dei Riformatori si vede per quattro anni nominato, e lodato ai Rettori di Padova.

Lorenzo Priuli Senatore, nella medesima età e nel sopraddetto libro (pag. 66) vien celebrato da Luigi Anguillara, dichiarandolo dottissimo nelle cose di Aristotele, e nella cognizione delle lingue greca e latina, e pratica di conoscer le piante. Racconta come i suoi antenati avevano piantato un bellissimo Giardino in Padova alla Saracinesca, in cui con molta spesa e diligenza si coltivavano infinite piante singolari. A questo dunque, come a perito giudice, l'Anguillara l'anno 1560 mandò il suo Trattato quarto de' Semplici.

In questo Giardino Priuli s'ammirò la prima volta fiorita in Italia la Scamonea venuta di Sorìa. Ivi pure verdeggiava:

L'Amomo. Anguill. 34.

Il Ritro, ovvero Rutro. Anguill. 142.

L'Antillide II. Anguill. 237.

Vien pure celebrato quest'Orto botanico da Conrado Gesnero nel libro De Hortis Italiae, e dal Tournefort nelle sue Istituzioni Botaniche. Lo stesso Gesnero scrisse l'anno 1557 una lettera a Teodoro Zuingero Medico, pregandolo di ottenergli la vera Chamoedaphne ed il Cirsio dall'Orto Priuli di Padova, dove si custodivano.

Giovanni Bauhino, nel libro Historia Plantarum, confessa aver avuto dall'Orto Priuli:

Il Giacinto Orientale, da certi chiamato Costantinopolitano. Tom. II. 572.

Il Leucojo bulboso minore, trifillo. Tom. II. 591.

Il Satirione Eritronio, appresso alcuni Bifolio, con fiore conico radiato bianco. Tomo II. 700.

Francesco Molino, nipote di Monsignore Daniele Barbaro, si loda di molte dottrine ornato da Luigi Anguillara; e col ricercar pareri sopra diverse piante dimostra avere avuta cognizione anche in questa facoltà. A lui l'Anguillara nell'anno 1560 scrisse un suo Trattato de' Semplici.

Filippo Pasqualigo aveva un Giardino in Padova circa l'anno 1560, copioso di rari Semplici. Ivi narra Luigi Anguillara (pag. 80) essere stato coltivato l'Arbor vitis, detto Lagrime di Gioppe, e Pistacchio salvatico.

Di quest'Orto si vede pur memoria appresso Gabriele Faloppio nel libro De compositione medicamentorum, pag. 64.

Giovanni Bauhino, nella sua Istoria delle piante, commemora aver veduto in quest'Orto:

Il Xylocerata. Tom. I. pag. 415.

Il Giacinto Costantinopolitano. T. II. 575.

Il Trifoglio dei dumeti. Tom. II. 580.

Il Leucojo bulboso exaphyllo, con un sol fiore, e rare volte geminato. Tom. II. 590.

Monsignore Torquato Bembo possedeva in questa medesima età un ornatissimo Orto di Semplici in Padova, lodato da molti scrittori; e di quest'Orto scrive Gasparo Bauhino nel libro intitolato Phytopinax, pag. 166, aver avuto il Catalogo. Riferisce alcune piante nobili in quel Giardino osservate; cioè:

Il Psyllio minore. Prodr. 99.

La Menta Cataria minore. Prodr. 110, Phytop. 354.

La Colutea Scorpioide marittima, con foglia glauca. Prodr. 157.

Il Centaurio alpino giallo. Phytop. 189.

Il Garofolo angustifolio, simile alla Gramigna florida. Ivi 396.

Ancora Giovanni Bauhino nella sua Istoria universale delle piante lasciò scritto d'aver veduto in quest'Orto:

Il Ginepro volgare con bacche piccole rosse. Tom. I. 295.

La Barba di Giove, vagamente lucida. Tomo I. 385.

Il Piso Americano, ossia l'Abro coccineo maggiore, compresso, macchiato e non macchiato. Tom. II. 265.

Il Cicoreo spinoso. Tom. II. 1014.

L'Ipericoide, ossia Coride legittima Cretica. Tom. III. 386.

 




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