CAPITOLO DECIMO
I Teatri di Andropoli e il Panopticon. - Un prgramma degli spettacoli
della capitale nel 26 aprile dell'anno 3000. - Una serata di gala al Panopticon.
La città di
Andropoli contiene più di cinquanta grandi teatri, dove si danno spettacoli
diversissimi per diletto degli occhi e delle orecchie; per diletto della
fantasia e del cuore.
Sono quasi tutti
proprietà di speculatori o di società industriali e ve n'ha anche di privati,
che appartengono a ricchi signori, che li spesano per il loro divertimento e quello
dei loro amici, e dove i dilettanti della musica o dell'arte drammatica si
divertono, facendo da attori e da spettatori nello stesso tempo.
Il solo Panopticon,
il più grande e il più ricco dei teatri di Andropoli, è proprietà dello Stato,
il quale cerca negli spettacoli che vi si danno, di educare il popolo al bello
e alle dolci emozioni; riunendovi tutti i più ingegnosi trovati della scienza e
dell'arte.
Tutti quanti i
teatri della grande capitale cosmica sono coperti soltanto nella stagione
fredda, e allora la più perfetta ventilazione si accorda coll'opportuno
riscaldamento.
In tutti vi sono
posti più o meno comodi e di diverso prezzo, ma nell'alto dell'anfiteatro, dove
anticamente era posto il lobbione, si vede un ampio spazio riservato ai poveri,
che vi hanno entrata libera per turno o come premio di buone azioni, o in
pagamento di servizii resi.
Nei teatri dell'anno
3000 ogni due posti si vedono due bottoni metallici, sui quali premendo col
dito o col piede si può applaudire o disapprovare gli autori, senza rompersi le
mani e senza fischiare.
Premendo sul bottone
del plauso, esce una voce, che in lingua cosmica corrisponde ai nostri Bravo,
e premendo sull'altro si ode un lungo sibilo, come chi invita un altro al
silenzio.
Gli spettacoli sono
diurni e notturni, ma assai più spesso si danno di giorno, perchè gli abitanti
dell'anno 3000 hanno da lungo tempo trovato, che il vegliare molte ore della
notte è assai nocivo alla salute e abbrevia la vita. Essi vanno tutti a letto
molto per tempo e si alzano sempre
col sole.
Da parecchi secoli
si ignorava affatto il lavoro notturno nelle officine, e gli operai non
lavoravano mai più che sei ore al giorno, essendosi perfezionate tutte quante
le arti meccaniche e avendo le macchine sostituito in gran parte il lavoro
manuale.
Gli spettacoli del
secolo XXXI sono molto più variati di quelli conosciuti nell'evo antico, e
basta a persuadervene il programma di un giorno, che trovo in un giornale di
Andropoli:
***
SPETTACOLI
che si daranno nei Teatri di Andropoli
il giorno 26 di aprile dell'anno 3000.
PANOPTICON. - Serata di gala coll'intervento del Pancrate. - Il ciclo
del piacere cosmico da Omero all'anno 3000.
PANGLOSSO[1]. - L'Edipo
di Sofocle in greco antico. - Una pochade del secolo XIX. In lingua
francese.
TEATRO DELLA COMMEDIA GAJA. - Le gelosie d'un podestà e di due sindaci.
Commedia in quattro atti.
TEATRO DELLA TRAGEDIA CLASSICA. - L'Amleto di Shakespeare,
tradotto dall'inglese in lingua cosmica.
TEATRO DELLA TRAGEDIA MODERNA. - La povera Lisa. Tragedia in
cinque atti del celebre scrittore inglese John Trembley.
TEATRO DELLA TARANTELLA. - La Capricciosa. - Commediola tutta da
ridere con canzonette e balli degli antichi spagnuoli e napoletani.
TEATRO DELL'ARMONIA. - Grande opera seria del maestro andropolitano
Soavi. - L'ultimo Re Papa.
TEATRO DELLA MUSICA ANTICA. - Un atto del Barbiere di Siviglia. -
Un atto della Norma di Bellini. - Un atto del Lohengrin di
Wagner.
TEATRO DELLA BELLEZZA. - Pantomima e quadri plastici, nei quali
figureranno cento fanciulle bellissime fra tutte le razze d'Asia, d'Europa e
d'Africa.
TEATRO DELLE MERAVIGLIE. - Spettacolo variato in cui si
riproducono al vero tutti i cataclismi tellurici. - Questa sera avrà luogo la
rappresentazione di un'eruzione vulcanica e d'un terremoto. Si sta preparando
per la settimana prossima: Un inondazione nel Mississipì.
TEATRO DELLA LUCE. L'iride magica. Spettacolo fantastico di
giuochi di luce, che rappresenterà un'aurora boreale al polo nord e il sorger
del sole nel mondo della luna.
TEATRO DELLA FANTASMAGORIA. - Una scena d'amore nel pianeta di Marte.
Sogno di un poeta.
TEATRO DI TERSICORE. - Cleopatra. - Ballo dell'antico Egitto,
nel quale agiranno 500 ballerine, delle quali 200 negre, e 300 bianche, tutte
giovani e belle.
TEATRO ISTRUTTIVO. - La storia della locomozione. Si rappresentano
in altrettanti quadri tutte le invenzioni dei mezzi di trasporto terrestre e
aereo, dal carro a due ruote trascinato dai bovi alla locomotiva, al
velocipede, al tram elettrico, all'aerostato. La musica, che accompagnerà tutto
lo spettacolo, sarà del tempo corrispondente ad ogni invenzione.
TEATRO ZOOLOGICO. - L'Arca di Noè. Gli attori saranno tutti
animali educati magistralmente dal celebre domatore parmigiano Faimali.
Entreranno sulla scena belve scomparse da secoli dal nostro pianeta e
gentilmente prestate dall'Accademia delle scienze.
TEATRO BOTANICO. - La grande battaglia delle piante. - Non si
vedranno che fiori che parlano, piante che camminano e prati che bisbigliano.
Lo spettacolo, nuovissimo per Andropoli, rappresenta la lotta delle
monocotiledone del terreno carbonifero colle piante dell'evo moderno.
TEATRO DEGLI INSETTI. - Le metamorfosi di un baco. Uomini travestiti
mirabilmente da insetti rappresenteranno la storia di un baco da seta, che
fuggendo di nascosto da un bozzolo in forma di farfalla si reca in un'isola,
dove invita tutti gli insetti a ribellarsi dal giogo e dalla crudeltà
dell'uomo, fondando una Repubblica entomologica. - Lo spettacolo sarà chiuso da
un ballo fantastico delle farfalle e delle libellule più belle del tropico.
TEATRO MARITTIMO. - L'ultimo pesce cane. Storia di una congiura
dei pesci marini per uccidere l'ultimo pesce cane rifugiatosi in una grotta
madreporica delle Isole Marchesi. Tutto lo spettacolo si dà sotto l'acqua e vi
figurano le antiche balene e molti altri animali ormai scomparsi dalla terra.
TEATRO DEI BUFFONI[2].
- Le miserie di un antico buffone. Farsa tutta da ridere. Si raccomanda
agli spettatori di adoperare con molta energia il freno moderatore, onde non
uscire dal teatro col ventre scoppiato per il troppo ridere.
TEATRO DEL PIANTO[3].
- Le lagrime di una tradita nel secolo XIX.
TEATRO DEI MIRACOLI. - Le metamorfosi di un sasso. Spettacolo
curiosissimo e istruttivo, nel quale si vedrà una pietra fondersi e
trasformarsi in tutti i metalli conosciuti, per fondersi di nuovo, volatizzare,
diventare invisibile, poi ritornare all'antica pietra.
TEATRO DEI PROFUMI. - Le danze degli odori. Si daranno sinfonie
svariate dei profumi più delicati dei fiori con accompagnamento di musica e
cori invisibili di voci femminili.
TEATRO DELL'AGILITÀ. - L'acrobatica antica. Spettacolo svariato, che
riprodurrà gli esercizii più curiosi del trapezio, della corda tesa, e delle
sbarre usati nell'antichità.
TEATRO ATLETICO. - Le meraviglie del famoso atleta Ercole X. Sfida
di Ercole X a tutti i lottatori del mondo. Egli darà un premio di L. 10000 a chi
riuscirà ad abbatterlo.
TEATRO SOTTERRANEO. - Il centro della terra. Scene di gnomi e di
giganti che si contrastano il dominio sotterraneo. Scene geologiche e
paleontologiche svariate.
TEATRO DELLA SATIRA. - Le avventure di un antico commendatore.
Commedia tutta da ridere. Si raccomanda caldamente l'uso del freno moderatore.
TEATRO DI DECLAMAZIONE. - Le vette del mondo ideale. Tre celebri
declamatori e tre celebri declamatrici, declamano tradotte in lingua cosmica le
poesie più sublimi di Byron, di Shelley e di Victor Hugo e porteranno gli
spettatori a godere le note più alte del mondo ideale.
TEATRO DELLA VOLUTTÀ. - La sinfonia del piacere. Gli spettatori
godranno le armonie della musica, del profumo, del sapore artificiale e delle
vibrazioni edoniche, mentre gli occhi si inebbrieranno di continuo collo
svariato caleidoscopio di immagini, che passeranno con corrente interrotta
sulla scena.
***
Paolo e Maria
avevano già assistito a parecchie rappresentazioni nei teatri di Andropoli, ma
la sera del 26 aprile vollero godere la serata di gala, a cui interverrebbe il
Pancrate collo Stato maggiore dei suoi ministri, e di tutte le persone più
ragguardevoli della città.
Era anche una bella
maniera per conoscere il Presidente dell'Accademia delle scienze, il Presidente
dell'Accademia di belle arti e molti grandi uomini, celebri in tutto il mondo.
Il cartellone del
teatro annunzia:
Il ciclo del
piacere cosmico da Omero fino all'anno 3000.
L'argomento promette
molte e liete emozioni.
Il teatro è isolato
in una gran piazza e vi si sale per una larga gradinata di marmo.
L'architettura è greca e di stile severo.
Nel vestibolo, che
fa capo alla scala, si aprono varii caffè, nei quali gli spettatori fra un atto
e l'altro possono rinfrescarsi. - Un'immensa folla si accalca sullo scalone e
nel vestibolo. - Entrati nel teatro i nostri due viaggiatori rimasero per un
momento estatici.
La sala è un
anfiteatro a gradinate, senza palchi, e ogni posto è distinto dall'altro. Solo
nell'alto vedi una grande piccionaia in forma di galleria e dove si addensa già
da un paio d'ore la folla degli spettatori poveri.
Paolo e Maria
avevano preso due posti in prima fila onde esser più vicini al palcoscenico.
Appena si furon
seduti. Maria rimarcò che davanti ad essi era posto sopra una tavoletta una
specie di berretto di una stoffa molto grossa di seta a cui facevan capo sei
fili. Era per lei una cosa nuova e curiosa, non avendola veduta in nessun altro
teatro, per cui domandò subito al compagno:
- E che affare è
questo?
Paolo si mise a
ridere e poi:
- Te lo spiegò
subito. Guarda gli altri spettatori. Appena hanno preso il loro posto, si
levano il cappello e si mettono in testa il berretto, che si chiama l'estesiometro.
Poi fissano il filo più grosso alla tavoletta, che sta loro dinanzi, tenendo gli
altri fili nella mano.
È un apparecchio
inventato da poco tempo da un celebre fisico inglese e che fino ad ora non fu
applicato che in questo e in qualche altro grande teatro d'Europa.
Il filo, che fa capo
alla tavoletta, comunica con un grande condensatore di forza elettronervea, che
è una sola per tutti quanti gli spettatori; mentre gli altri cinque fili minori
si applicano in vani punti del nostro corpo, a seconda del senso, di cui
vogliamo accrescere o diminuire la sensibilità. -
Mentre Paolo parlava,
aveva in mano i fili e andava spiegando alla compagna il meccanismo
dell'apparecchio.
- Tu vedi, questo è
il filo della sensibilità generale, e si può applicare in qualunque punto del
nostro corpo. Di solito si tiene in mano e ciò basta perchè noi possiamo acuire
o moderare tutte quante le nostre sensazioni. Il più e il meno di sensibilità
si ottiene, premendo col piede l'uno o l'altro di questi pedali, che tu vedi
qui sotto dinanzi al nostro sedile.
Quando uno spettatore
vuole crescere l'intensità del piacere, che prova in qualunque delle scene del
teatro, preme sul più, e la sua sensibilità cresce secondo la pressione.
Se invece sente
troppo, preme sul meno e modera così l'intensità del piacere, il quale si trova
a diversi gradi di tensione, secondo le nostre condizioni del momento e secondo
il modo di sentire di ciascheduno.
Vedrai che alcuni
degli spettatori non fanno uso di questo nuovo strumento, che è un vero
regolatore della sensibilità, sia perchè lo trovano ancora troppo complicato,
sia anche perchè si accontentano dello stato normale del loro sentire.
Quando tu applichi
il filo più sottile sulla fronte o sull'orecchio o sul naso, agisce più
direttamente sul senso della vista, dell'udito, o dell'olfatto; rendendo più
delicate e più squisite le sensazioni che vi corrispondono.
Negli antichi teatri
il piacere non era dato che dai due sensi della vista e dell'udito, ma oggi nei
nostri spettacoli è entrata anche la nota del profumo e perciò anche i piaceri
dell'olfatto possono essere moderati o resi più intensi coll'uso di questo estesiometro.
Maria crollava il
capo, tra la meraviglia e l'ironia e poi:
- Tutto questo mi sembra troppo complicato, troppo artificioso.
Mettiti tu il beretto magico: quanto a me voglio per questa sera accontentarmi
dei miei sensi naturali, così come me li ha fatti Domeneddio. -
Intanto la sala,
illuminata da una luce, di cui non si vedeva la sorgente, e che rischiarava
uomini e cose come il sole, si andava riempiendo e una musica soavissima, di
cui non si vedevano gli esecutori, spandeva all'intorno le sue divine armonie.
A un tratto la
musica cessò, si apersero le cortine che separavano gli spettatori dal palco
scenico e apparve all'occhio di tutti la prima scena:
È una famiglia preistorica,
che fa il suo pasto in una grotta trogloditica.
Uomini e donne nudi,
irsuti. - Ascie di pietre immanicate e appese alle pareti della grotta. Nel
mezzo un focolare acceso, su cui cuoce la metà di una renna enorme e che è già
pronta per esser mangiata.
Il padre di famiglia
distribuisce alle tre mogli e ai fanciulli, che gli fanno corona, coltelli di
pietra di varia grandezza, secondo l'età di chi deve maneggiarli.
E tutti guardano con
occhi avidi l'arrosto saporito e fumante, aspettando che il padre spenga il
fuoco e dia l'ordine dell'assalto.
La scena preistorica
non poteva essere più fedelmente rappresentata e l'evidenza storica era ancora
più eloquente, perchè alla sensazione della vista si associavano quelle
dell'udito e dell'olfatto.
Mentre quei trogloditi
facevano a pezzi l'arrosto preistorico, spezzando le ossa lunghe con martelli
di pietra e succhiandone avidamente il midollo, si udiva una musica invisibile,
rozza, barbarica, tumultuosa e in tutta la vasta sala del teatro si sentiva un
odore selvaggio di carni arrostite.
Fuori della grotta
pareva di sentire da lungi muggiti di fiere, mentre il cielo oscuro lampeggiava
come per una procella vicina. - Tutto era unissono e concorde per trasportare
gli spettatori nel mondo di centinaia di secoli or sono e a tutti sembrava di rivivere in quella gioia animalesca di
una famiglia neolitica, che saziava la sua fame omerica con un pasto selvaggio,
ma saporito.
- Vedi, Maria, -
disse Paolo, - io mi servo subito del mio estesiometro, perchè questa scena mi
piace assai; ma non così egualmente trovo troppo gradevole questo profumo di
carne arrostita. Io metto il filo dell'estesiometro sul naso, premo il piede
sul pedale moderatore ed io non sento quasi più l'odore di bruciaticcio. Anzi
l'odore è diventato quasi un profumo di bistecca, che mi solletica,
piacevolmente il palato e mi risveglia l'appetito. -
Maria allora,
incuriosita della cosa, volle mettersi anch'essa il magico berretto e se ne
trovò soddisfattissima.
Finita la prima
scena si richiusero le cortine e si riaprirono poco dopo, per mostrarne una
seconda.
Era una scena di
guerra omerica nei tempi dell'antica Grecia, e chi ha letto l'Iliade o
l'Odissea può figurarsela facilmente.
Mentre la prima
scena rappresentava la gioia animalesca del mangiare, questa mostrava al vivo
le terribili voluttà della lotta, e i cavalli che portavano i guerrieri alla
battaglia nitrivano e gli eroi dagli elmi piumati alzavano al cielo grida
formidabili, e lancie e giavellotti cozzavano orrendamente tra di loro; e
l'urlo selvaggio della vittoria riempiva l'aria di orrore; mentre i carri
passavano sui caduti e i loro gemiti si udivano nel fragore e nel tumulto della
pugna.
Finita la battaglia,
appariva lassù nell'alto cielo Venere bella, spargendo fiori sui vincitori.
Anche in questa
seconda scena la musica armonizzava coll'orrore della battaglia e coi dolori
della morte, e un odore di sangue e di ferri cozzanti circolava per l'aria ad
acuire le tinte della omerica scena.
Non starò a dire
tutte le scene, che si successero l'una dietro l'altra in quella sera,
rappresentando a grandi salti le gioie dell'umanità attraverso le evoluzioni
progressive della civiltà.
Si ebbe una scena di
lotta di gladiatori e di fiere nel Colosseo di Roma e anche là la musica era
romanamente terribile e grande e l'odore sparso per la sala del teatro era di
pelli sudanti e di belve ircine.
Si ebbe una scena di
una Corte d'amore in un Castello di Provenza, con dame bellissime e pennuti
cavalieri.
Si ebbe una festa
carnevalesca del popolo nel tempo dei Medici.
Si vide un ballo
delle Tuileries al tempo di Napoleone III di Francia.
Ed altre ed altre
scene tutte gaie e festose dei tempi successivi.
Non mancarono
durante lo spettacolo gli applausi e una sola volta una scena zittita, quella cioè
in cui si rappresentava una cena pantagruelica in un convento di francescani.
Il ricordo dei tempi
frateschi era per sè stesso poco simpatico e la scena era con troppa fedeltà
rappresentata al vivo nella brutale disarmonia estetica delle sue note.
Mentre alcuni frati
eruttavano rumorosamente dai ventri troppo obesi, un altro frate leggeva ad
alta voce un libro di preghiere, sogghignando sotto i baffi e maciullando di
nascosto un'ala di cappone, che gli aveva passato un collega.
Questa scena, benchè
fosse rappresentazione di gioie storiche, parve sguaiata e perciò fu zittita.
***
Fra un atto e
l'altro dello spettacolo Maria e Paolo poterono passeggiare nei corridoi e
nelle ampie sale di conversazione, di cui era fornito il teatro e che erano
altrettanti giardini ornati di vaghe piante in fiore.
Anche negli
intervalli la musica non cessava mai di spandere all'intorno le sue armonie
deliziose.
Nello stesso tempo
correnti invisibili di profumi svariati e delicatissimi accompagnavano la
musica dell'orecchio con un'altra musica di odori, che si alternavano e si
confondevano; facendo dei veri concerti armonici e melodici, che deliziavano
gli spettatori di una voluttà olfattoria affatto sconosciuta agli uomini
dell'evo antico.
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