Scena
quarta
Goldoni e Nicoletta.
GOLDONI (entra turbato) Vi dico, e vedrete
che non sbaglio, che L'Erede fortunata non si salva dai pomi. Io sono
scappato via per non trovarmi presente alla mia caduta.
NICOLETTA Ecco i soliti scoraggiamenti, i soliti
abbandoni di spirito. Un silenzio di attenzione generale, voi lo prendete per
disapprovazione. (Fra sé) Purtroppo temo anch'io ch'egli abbia ragione.
GOLDONI No, no; conosco il pubblico, e non è la
prima volta che mi trovo fra le quinte a pronosticare! (Va all'uscio che
mette al proscenio e lo apre un poco ascoltando) E sempre silenzio!
NICOLETTA E perché volete pronosticar male?
GOLDONI Perché, cattiva la commedia, i comici che
non sanno la parte, il suggeritore che bada a sua moglie in cambio di
suggerire... (torna all'uscio del proscenio). E sempre silenzio! Pare
d'affacciarsi a un sepolcro.
NICOLETTA Dovete però calcolare che il pubblico vi
porterà rispetto se non altro in riguardo delle tante altre volte che lo avete
cosí pienamente soddisfatto...
GOLDONI Il pubblico, mia cara, è rispettabile, ma
non è molto rispettoso. Egli si presenta alla porta del teatro come un re
incognito sotto le modeste spoglie dell'artigiano, del gondoliere, del
cittadino, o tutt'al piú del patrizio. Ma pagato che ha il suo biglietto, egli
si sbottona l'abito e siede sulle panche della platea come sul suo trono. E
sapendoci obbligati a divertirlo, quando lo divertiamo è un tratto di sua
clemenza se ci applaude, mentre quando si annoia è nel pieno suo diritto se
scaglia su noi i fulmini dell'ira sua, benanche in forma di pomi.
NICOLETTA Ebbene: poiché non trovo mezzo di
consolarvi, ringrazio il cielo che vi lascia la volontà di scherzare.
GOLDONI Vi dirò: in mezzo alle paure di questa
rappresentazione trovo di che consolarmi pensando al successo ottenuto dalla
mia risposta a Zigo.
NICOLETTA Purché anche questa non vi torni a
danno: avete parlato molto liberamente, e in modo che sembrate censurare il
governo; e sapete che col Tribunal Supremo non si scherza; conoscete l'umore
della bestia!
GOLDONI Il Tribunal Supremo è una bestia un po'
feroce, ma è una bestia ragionevole: io non ho detto che la verità e, vivaddio!
la verità non basta l'anima neanche al Tribunal Supremo di farmela tacere.
NICOLETTA Non tutte le verità vanno dette!
GOLDONI Non dite cosí, mia cara; è il proverbio dei
bugiardi.
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