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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO QUARTO
    • Scena quarta
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Scena quarta

 

Goldoni e Nicoletta.

 

GOLDONI (entra turbato) Vi dico, e vedrete che non sbaglio, che L'Erede fortunata non si salva dai pomi. Io sono scappato via per non trovarmi presente alla mia caduta.

NICOLETTA Ecco i soliti scoraggiamenti, i soliti abbandoni di spirito. Un silenzio di attenzione generale, voi lo prendete per disapprovazione. (Fra sé) Purtroppo temo anch'io ch'egli abbia ragione.

GOLDONI No, no; conosco il pubblico, e non è la prima volta che mi trovo fra le quinte a pronosticare! (Va all'uscio che mette al proscenio e lo apre un poco ascoltando) E sempre silenzio!

NICOLETTA E perché volete pronosticar male?

GOLDONI Perché, cattiva la commedia, i comici che non sanno la parte, il suggeritore che bada a sua moglie in cambio di suggerire... (torna all'uscio del proscenio). E sempre silenzio! Pare d'affacciarsi a un sepolcro.

NICOLETTA Dovete però calcolare che il pubblico vi porterà rispetto se non altro in riguardo delle tante altre volte che lo avete cosí pienamente soddisfatto...

GOLDONI Il pubblico, mia cara, è rispettabile, ma non è molto rispettoso. Egli si presenta alla porta del teatro come un re incognito sotto le modeste spoglie dell'artigiano, del gondoliere, del cittadino, o tutt'al piú del patrizio. Ma pagato che ha il suo biglietto, egli si sbottona l'abito e siede sulle panche della platea come sul suo trono. E sapendoci obbligati a divertirlo, quando lo divertiamo è un tratto di sua clemenza se ci applaude, mentre quando si annoia è nel pieno suo diritto se scaglia su noi i fulmini dell'ira sua, benanche in forma di pomi.

NICOLETTA Ebbene: poiché non trovo mezzo di consolarvi, ringrazio il cielo che vi lascia la volontà di scherzare.

GOLDONI Vi dirò: in mezzo alle paure di questa rappresentazione trovo di che consolarmi pensando al successo ottenuto dalla mia risposta a Zigo.

NICOLETTA Purché anche questa non vi torni a danno: avete parlato molto liberamente, e in modo che sembrate censurare il governo; e sapete che col Tribunal Supremo non si scherza; conoscete l'umore della bestia!

GOLDONI Il Tribunal Supremo è una bestia un po' feroce, ma è una bestia ragionevole: io non ho detto che la verità e, vivaddio! la verità non basta l'anima neanche al Tribunal Supremo di farmela tacere.

NICOLETTA Non tutte le verità vanno dette!

GOLDONI Non dite cosí, mia cara; è il proverbio dei bugiardi.

 

 

 




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