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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO QUARTO
    • Scena sesta
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Scena sesta

 

Bortolo, indi Grimani, e detti.

 

GOLDONI Che c'è di nuovo?

BORTOLO Sua Zelenza Grimani voria vederla.

GOLDONI Eccomi subito.

BORTOLO No: el xe qua elo in persona (si tira da parte con rispetto).

GRIMANI (entrando dice al servo) Aspètime. (Bortolo si ritira).

GOLDONI Eccellenza, in questo luogo? A che mai debbo ascrivere un tanto onore?

NICOLETTA M'inchino a Vostra Eccellenza.

GRIMANI Parona, patrona bela. - Caro Goldoni, gh'avaria da dirve do parolete fra mi e vu.

GOLDONI Sono agli ordini di Vostra Eccellenza. (Fa cenno ai due che si ritirino. Medebac saluta ed entra nella scena. Nicoletta si ritira e siede nel fondo della stanza mostrando di quando in quando l'interesse che pone alla scena seguente). Si accomodi, Eccellenza, la prego (lo fa sedere ed egli resta in piedi).

GRIMANI Senteve, senteve anca vu.

GOLDONI Per obbedirla (prende una seggiola e siede).

GRIMANI Ma no voria aver scelto un bruto momento...

GOLDONI Per altri potrebb'essere, ma per me, no. Sento fremere la tempesta sul mio capo (accennando fra le quinte), ma conosco il periodo di queste tempeste: fino alla fine dell'atto posso ragionare.

GRIMANI D'altra parte, l'afar xe tropo urzente...

GOLDONI Ma di che si tratta?

 

Grimani si mostra imbarazzato a cominciare. Goldoni si mostra inquieto.

 

GRIMANI Fio caro, mi no so come cominziar... ma za vu omo superior a le vizende del mondo, e savarè portar con coragio el desgusto che mi ve anunzio.

GOLDONI Io porto con coraggio tutto, fuori di una incertezza angosciosa come questa.

GRIMANI Fio caro, vu avè scrito e fato stampar a la rustega una risposta a la satira de Zigo. Mi ho leto el vostro Prologo apologetico, e l'ho trovà, soto ogni raporto, degno de vu: ma vu gh'avè dei nemizi potenti; zente che ve vol mal o per invidia, o perchè vu no la strissiè come che fa i altri... Sti nemizi, ai quali forse vu tropa paura, i v'ha dichiarà una guera a morte: i v'ha depento per un omo de impegno, per un... scusè la parola... per un aventurier... , per un aventurier intrigante che ha fato el medico, l'avocato, infati che ha eserzità varie profession senza aver fato zerti studi... infin per un omo da dar ombra e sospeto... E profilando de zerta politica alegoria che i pretende trovar nela Vedova scaltra, per meter in cativa e odiosa vista el vostro Prologo de ancuo, i xe reussidi a sussitar contra de vu una teribile burasca da la qual podaressi correr riscio d'esser soprafato e somerso... Insomma, a le curte: no perdè un momento de tempo, e retirè tute le copie che pudarè del vostro Prologo: bisogna farlo a qualunque costo.

GOLDONI E perché, Eccellenza, debbo io ritirare la mia difesa, la difesa di un mio lavoro contro una satira indegna ed ingiusta?

GRIMANI Perchè, perchè... retirèle, e no zerchè altro.

GOLDONI Se fosse mai per non correre il rischio di qualche personale vendetta, io non ho paura di nessuno!

GRIMANI No se trata de personali vendete... Se trata... insomma vu omo prudente e ve dirò de cossa se trata. In quel scrito vu ve maravegia che se tolera su la scena tante indecenze e scurilità; che se permeta a un autor de far dir su la scena del Panimbruo a un inglese, come fa il nostro popolo, per vituperar i protestanti, scalgiando cussí una bassa contumelgia a un'intera nazion, del resto onorevolissima.

GOLDONI Ma certo, Eccellenza, che mi fo meraviglia che il Tribunal Supremo...

GRIMANI (gli tura la bocca) St! zitto! alto!... no femo declamazion: mi no so chi ve fazza e chi no ve fazza maravilgia: so che ghe xe zente che no ghe piase far maravegia a nissun, e che podaria mandarve a far le vostre maravegie in qualche bruto logo...

GOLDONI (amaramente) Ora capisco!

GRIMANI Se capí, gnente de megio: retirè donca senz'altri discorsi el Prologo, e per el resto vedarò, procurarò de taconarvela mi.

GOLDONI Ah! Eccellenza, è cosa amara vedersi costretto a distruggere l'opera propria!

GRIMANI Xe piú amaro el tosego che el rabarbaro: cossa volè? Anca eli i gh'avarà le so bone rason...

GOLDONI Non potrebbe, Vostra Eccellenza interporre invece la sua mediazione perché si lasciasse liberamente circolare il mio Prologo?

GRIMANI No, fio, no posso.

GOLDONI Ella è tanto potente...

GRIMANI Stavolta inveze son impotente.

GOLDONI Infine è la difesa di un galantuomo infamemente attaccato!...

GRIMANI Mi no digo de no; ma el Governo xe tropo indignà contro de vu.

GOLDONI (si alza) Ebbene, Eccellenza: io mi professo infinitamente grato alla generosa bontà, per la quale Vostra Eccellenza si è degnata occuparsi di questo povero diavolo, di questo avventuriere, poiché cosí mi chiamano, venendomi a trovare perfino in questo luogo. Questa splendida testimonianza di stima e di amore che mi accorda un personaggio cosí cospicuo qual è Sua Eccellenza Grimani, m'insuperbisce e mi fa sentire tutto il debito che mi incombe di tutelare la mia dignità di artista e di poeta; e vado superbo di poter rendere minuto conto d'ogni mia azione. Le parrà strano ch'io scelga un momento di tanta trepidazione per giustificarmi; ma io sono nato pacifico e non ho mai abbandonato il mio sangue freddo. (Con modo famigliare tornando a sedere) , se mi si chiama avventuriere per le molte e strane avventure della mia vita, sono veramente un avventuriere; ma se mi si questo titolo nel modo che l'usa il popolo, cioè per dirmi del ciarlatano, posso far vedere a tutti ch'io non ho mai meritato un tal nome. Ho esercitato varie professioni, ; ho fatto il medico, ma sotto la guida di mio padre, dottore di molta fama; ed io, piú fortunato degli altri, non ho ammazzato nessuno. Ho fatto il criminalista, ma fu un impiego che mi diede la Repubblica, e (marcato) non ho mandato alla forca nessun Fornaro innocente... Ho fatto l'avvocato, ma dopo un corso regolare di studio del diritto, e mi appello al Foro di Venezia e di Pisa perché dicano se ho mai diviso coi tribunali le spoglie della vedova o del pupillo. Ho fatto il maestro di grammatica...

GRIMANI Oh! via per questa no gh'avarè fato fadiga.

GOLDONI (sorridendo) Ecco i giudizi degli uomini. Se ho esercitato una professione con poca coscienza è stata quella di maestro di grammatica: ne so di medicina, di criminale, di diritto civile, ma di grammatica ne so pochetto. - Ecco come ho fatto l'avventuriere; e sfido a trovare nella mia vita un fatto solo che provi in me dimenticanza delle leggi dell'onore e della lealtà. Ma in mezzo a tutte queste avventure, un'idea, una cara idea mi dominava e mi attirava continuamente a sé; io non pensava mai ad altro che al teatro, alla commedia: da per tutto vedeva scene e caratteri; al letto de' miei ammalati studiava l'uomo che soffre; nelle carceri il furbo birbante che spera, lo sciocco innocente che ha paura; nelle aule dei tribunali l'imbroglione che vince, il galantuomo che si rovina... e facevo tesoro nella mia mente delle mie osservazioni; e benché lontano dal teatro abbia sovente potuto formarmi una posizione comoda ed onorevole, una forza irresistibile mi ha sempre trascinato verso i Florindi e le Rosaure, perché talora ho la debolezza o la presunzione di credermi destinato a fare un po' di bene al teatro italiano. (Si va esaltando) E sono quindici anni, Eccellenza, che io sacrifico fortuna, comodi, salute, pace, tutto al proposito di migliorarlo. Ma il proposito è generoso, ed ecco l'invidia che si scatena. Sono stato attaccato altre volte: meschini attacchi; ho opposto il silenzio. Oggi però l'attacco era troppo violento perché l'interesse dell'arte e del mio decoro non mi spingesse a difendermi. Ebbene: perché mi sono difeso e difeso con valore, perché non si sa che rispondermi, mi si minaccia, si vuole ch'io distrugga in un giorno l'opera di quindici anni, che dico? dell'intera mia vita! Si vuole che io... (Alzandosi e con forza) Oh! ma vivaddio! no, no. Lo scritto è fuori, e ci starà. Se fastidio al Tribunal Supremo, abbia egli in faccia al mondo e ai posteri la responsabilità d'averlo fatto sequestrare. Goldoni non ritira nulla.

GRIMANI (alzandosi) ... Fio caro, arecordève che al Tribunal Supremo no ghe costerà gran fadiga a pregarve de levar l'incomodo.

GOLDONI Ed io leverò l'incomodo. Mi mancherà forse un palmo di terra ove ricoverarmi? Andrò alla patria di mio nonno, di mio padre, che infine è anche patria mia; anderò a Modena: e farò subito stampar di nuovo il mio Prologo con le dovute annotazioni per il Tribunal Supremo... Modena, la patria di Alessandro Tassoni, e di Lodovico Antonio Muratori, non nega protezione e asilo agli studiosi.

GRIMANI E se inveze no i ve esiliasse... Se inveze... Venezia xe in mezzo a l'acqua, e (marcato) ghe xe abondanza de pozzi!...

GOLDONI Andrò ai pozzi, andrò ai piombi... Anche Torquato Tasso è stato in prigione!... Ma la posterità è un tribunale che giudica anche i Tribunali Supremi; e la posterità... Oh! ma che dico io di Tasso, di posterità... (con certa vergogna) Non badi, Eccellenza, a questi confronti orgogliosi, a queste ipotesi superbe... sono fanfaronate che scappano dette in un momento di esaltazione... So quel che valgo! - In ogni modo peraltro, quanto a fermezza di carattere, e quanto a coscienza, non la cedo a nessun Tasso del mondo; (risoluto) e ritirare il mio Prologo, Eccellenza, mainò!

GRIMANI (sforzandosi di fare lo sdegnato) Sior mio, questa no xe la maniera... perchè... dovaressi pensar, rifletter... (lasciandosi andare) Ma za xe inutile; mi no so finzer!... Qua la man, sior Goldoni; ve lodo, e ve stimo; e vedaremo, zercaremo, procuraremo... Basta!... (a Nicoletta) Parona, patrona!... (A Goldoni) Bona sera: e, come digo, (avviandosi) vedarò, zercarò, procurarò... (fermandosi) ma intanto, abiè prudenza, sior bulo! (Parte).

 

 

 




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