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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO QUARTO
    • Scena nona
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Scena nona

 

Goldoni, Placida, poi subito Nicoletta.

 

GOLDONI Sono da voi. (Prende i fogli dalle mani di Placida) Sentiamo.

NICOLETTA (entra) Finalmente la gondola è alla riva.

GOLDONI State zitta, non voglio gondola, non ho tempo da badarvi.

NICOLETTA (dolcemente) Siate buono, non parlo piú. (Si tira in disparte).

GOLDONI (a Placida) Sentiamo. Fate conto che il rispettabile pubblico sia (accenna verso il pubblico). Voi comparite; appena vi vedono siete accolta a fischi.

PLACIDA Oh! dio!

GOLDONI Niente paura. Voi lasciate fischiare. Quando hanno finito, allora fate la vostra riverenza e cominciate. Sentiamo.

PLACIDA (recitando)

Rispettabile pubblico, parlar mi si consente?”

GOLDONI Qui fermatevi un momento: il pubblico si è messo in curiosità e non fischia piú, e voi allora continuate. Avanti.

PLACIDA (come sopra)

“I fischi e gli urli vostri provano chiaramente

Che il poeta per questa commedia l'ha sbagliata;

Doveva intitolarla L'Erede sfortunata”.

GOLDONI Il pubblico qui comincia a fare il bocchino ridente. Buon segno. Avanti.

PLACIDA (recitando)

“Or se questa non piace, ve ne daremo un'altra:

Daremo, per esempio... , La Vedova scaltra!”

GOLDONI No, no, cosí; dopo le parole - daremo, per esempio - fermatevi, come pensando; il pubblico griderà subito La Vedova scaltra. La Vedova scaltra! e voi allora...

PLACIDA (come sopra) “... , La Vedova scaltra!”

GOLDONI E il pubblico applaude: e da questo punto siate certa che ogni due versi avrete una battuta di mani. Avanti.

PLACIDA (come sopra)

“Per quest'altr'anno poi di dirvi ho commissione,

Che sentirete un altro famoso Pantalone;

E questi sarà il celebre...”

Ma dunque, è già scritturato un altro Pantalone?

GOLDONI Oh! sempliciona! Non ci abbiamo neppur pensato. Avanti.

PLACIDA (come sopra)

“E questi sarà il celebre... ma da saper non s'ha:

Scusate se vi lascio nella curiosità”.

GOLDONI Vedi: si potrebbe credere che il pubblico s'inquietasse; niente affatto: il pubblico gradisce sempre una birichinata che gli sia fatta con grazia. - Ma la suonata è finita. Presto.

PLACIDA (come sopra)

“Per ultimo, il poeta per mezzo mio promette,

In quest'altra stagione, di far le sue vendette;

Dando su queste scene, se il suo stil non vi secca,

Sedici produzioni tutte nuove di zecca...”

Avete tante commedie nuove preparate?

GOLDONI Neppur una, neppur un soggetto! Avanti.

PLACIDA (recitando)

“E se non saran nuove, vi da libertà intera

Di zittirlo e fischiarlo peggio di questa sera”.

GOLDONI La qual cosa d'altronde il rispettabile pubblico non mancherebbe di fare anche senza il mio permesso. Ora, andate, andate. Coraggio.

PLACIDA (va all'uscio del proscenio accompagnata da Goldoni poi si ferma tremando) Oh! dio!...

GOLDONI Su, finta ammalata!... coraggio... andate... (la spinge ed ella entra).

 

Entrata appena Placida nel proscenio, si sente fischiare molto, ella vuol rientrare e Goldoni la respinge fuori. L'uscio resta aperto.

 

 

 




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