Scena
ottava
Goldoni
e detti. .
GOLDONI (entrando) Cara moglie abbracciate
vostro marito che se lo merita: si è portato bene e anch'io sono contento di
lui! (Piano a sua moglie) È genio sapete! (Forte agli altri)
Amici, buona sera.
SIGISMONDO Io sono confuso, e non so trovare
parole che esprimano la mia profondissima ammirazione e adeguino il vostro
altissimo merito.
GOLDONI Grazie mille, grazie mille.
MARZIO Non vi avrei mai creduto capace di tanto.
GOLDONI Mille grazie, mille grazie.
DON PEDRO Lasciate che vi stringa la mano, in segno
della mia piena soddisfazione.
GOLDONI Troppa bontà: mille grazie.
DON FULGENZIO Unisco le mie felicitazioni a quelle
del signor padre.
GOLDONI (stringendogli una gota con le dita)
Grazie infinite, signor don Fulgenzino carissimo. (Qui Goldoni comincia con
naturalezza a muoversi per la stanza, ora verso il camino, ora verso il tavolo,
parlando come segue).
NICOLETTA Siete contento questa sera? Vedete se
potete fidarvi del voto di vostra moglie?
GOLDONI (al camino scaldandosi) Quando mia
moglie presagisce bene d'una mia commedia, non dirò che abbia ragione, ma
c'indovina sempre.
SIGISMONDO Ah! gran bella commedia! gran bei
caratteri! gran belle posizioni!
MARZIO Quello spagnuolo poi!
GOLDONI (guardando il libro di don Fulgenzio
che trova sul camino) Vi è piaciuto quello spagnuolo?
MARZIO (guardando un po' don Pedro) Tutto
lui, ve'! tutto lui! In platea non si sentiva che nominare l'originale.
DON PEDRO (insospettito) Avete fatto il
ritratto a qualcuno?
GOLDONI (sorridendo e venendo verso il mezzo
col libro in mano) Cioè... ritratto... cosí...
DON PEDRO È un carattere ridicolo?
MARZIO (ridendo) Un pochino.
DON PEDRO (fra sé) Dunque non sono io.
DON FULGENZIO (fra sé) Allora è certo il
signor padre.
GOLDONI (trovando il libro di don Pedro sul
tavolino) Chi diamine vi ha portato queste due copie del romanzo Pamela?
DON PEDRO (fra sé) Oh! povero me! me n'ero
scordato!
DON FULGENZIO (fra sé) Oh! diavolo! cos'ho
mai fatto!
Marzio e Sigismondo si sono accostati al camino e si scaldano osservando
ecc.
NICOLETTA (sorridendo dell'imbarazzo dei due)
Mi sono stati favoriti da due gentili signori che si sono presi
contemporaneamente l'incomodo di secondare un mio desiderio. (Piano a
Goldoni) Vi dirò poi.
GOLDONI È si può sapere chi siano questi due
gentili signori?
DON PEDRO (prontamente) Oh! lasciate stare
i romanzi... (fa per levargli il libro nero).
DON FULGENZIO Sí, parliamo della vostra commedia,
che è meglio (fa per levargli il libro rosso).
GOLDONI (fra sé sorridendo) Ho
capito tutto.
MARZIO (a Sigismondo piano, dal camino) Non
ve l'ho detto? tutti due: padre e figlio! (ghignando).
GOLDONI Deponiamo dunque questi due libri
misteriosi... (guardando don Pedro e don Fulgenzio che si consolano e
respirano). Ma prima, da buon marito, esaminiamo se non fossero anche piú
misteriosi di quel che pare.
DON PEDRO (fra sé) Son rovinato!
DON FULGENZIO (fra sé) Non c'è piú rimedio!
GOLDONI Cominciamo da questo rosso. (Lo sfoglia
guardando don Pedro e don Fulgenzio poi dice a sua moglie piano) Questo è
del signor figlio!
DON FULGENZIO (fra sé) È proprio il mio!
GOLDONI Nulla (lo depone).
DON PEDRO (fra sé) Lo credo anch'io: l'ho
in tasca!
DON FULGENZIO (fra sé con gioia) Ah!
che fortuna! Madama aveva già levato l'affare! Povero Goldoni!
GOLDONI Ora a quest'altro. (Piano a Nicoletta e
sorridendo) È del signor padre.
DON PEDRO (fra sé) Ora tocca a me.
GOLDONI E nulla (depone il libro e guarda
sempre i due, ecc).
DON FULGENZIO (fra sé) Lo sapevo bene che
lí non c'era nulla!
DON PEDRO (fra sé) Bella, bella! Nicoletta
senza che me ne sia accorto aveva già preso il viglietto.
GOLDONI (piano a Nicoletta) Eppure dentro
in quei libri c'era qualche cosa.
MARZIO (a Sigismondo) Oh! c'è dell'intrigo,
c'è dello sporco sicuramente: padre e figlio! tutti due!
DON PEDRO (a Goldoni un po' canzonando) Le
esplorazioni del signor marito sono state tranquillizzanti?
DON FULGENZIO (con egual tono) Non gli
turberanno i sonni?
GOLDONI (volgendosi a Marzio e Sigismondo con
allegria e fregandosi le mani) Dunque quello spagnuolo vi ha fatto ridere?
SIGISMONDO Smascellare, crepare dalle risa!
MARZIO Tutto lui, vi dico, tutto lui!
GOLDONI (sempre allegro) Se ci pensavo
potevo dargli anche un figlio per compiere la somiglianza; si avrebbe riso di
piú. Ma non mancheranno occasioni.
DON FULGENZIO (fra sé) Povero me, in
commedia anch'io.
DON PEDRO (fra sé) Maledetto spagnuolo!
Voglio andarmene.
MARZIO (piano a Sigismondo) Intrigo,
intrigo, intrigo.
DON PEDRO Signori, l'ora è tarda e noi vi auguriamo
la buona notte. (Prende il cappello, ecc.).
DON FULGENZIO Felicissima notte, signori! (Prende
cappello, spada, ecc.).
NICOLETTA Felicissima notte.
GOLDONI Felicissima: e dormite i vostri sonni cosí
tranquilli, come li dormirò io.
DON PEDRO (fra sé) Ma tua moglie ha preso
la lettera!
DON FULGENZIO (fra sé) Ma intanto il mio
viglietto è in mano a tua moglie.
MARZIO (che intanto ha preso il cappello ecc.)
Vi lasceremo anche noi.
SIGISMONDO Attestate la nostra immensa ammirazione
anche a tutta l'esimia compagnia Medebac.
MARZIO (con malizia) Specialmente a madama
Medebac! Ehem, ehem!...
GOLDONI (suonando il campanello) Porterò le
vostre grazie. (Si presenta sulla comune Corallina con lume acceso).
Buona notte (i quattro partono).
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