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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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    • Scena decimaterza
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Scena decimaterza

 

Corallina indi Placida, Medebac, e detti.

 

CORALLINA I signori Medebac dimandano se possono venire.

GOLDONI (ridendo) Anzi, anzi: non mancava che la prima donna e il capo comico. - Vengano.

 

Corallina via.

 

TITA Una bestia d'un capo comico che stima il suggeritore meno d'un inserviente, senza pensare che chi regge le rappresentazioni è appunto il suggeritore...

ROSINA Che giudica del merito delle produzioni e degli attori dal numero dei viglietti che incassa...

NORINA Ma è il marito della illustre signora prima donna e tanto basta.

PAOLETTO (seduto al fuoco e sfogliando il mazzo di carte - fra sé) Con tutte queste scene non potrò neppure andare a fare un paio di tagli! Avrei vinto sicuramente stanotte! puntando al fante sento che non potevo perdere.

PLACIDA (entrando con eleganza) Mille scuse, caro signor Goldoni, se veniamo a disturbarvi... (con superiorità) buona sera Rosina, addio Norina... (A Goldoni) Ma mio marito aveva cose di somma premura da dirvi, e allora ho detto: poiché ci va mio marito, vado anch'io a dar la buona notte al nostro caro poeta. Ho fatto bene o male?

GOLDONI (si alza e viene verso gli altri) Benissimo, è stata una ispirazione. (A Medebac) Buona sera, Medebac.

NORINA (a Rosina) Per lei si alza, e per noi davvero!

ROSINA (a Norina) Non siamo contesse noi!

MEDEBAC Gran commedia, gran commedia La Vedova scaltra! Ottocento quaranta tre biglietti in cassetta! Posizioni nuove, caratteri superbi!... Fino 30 lire una chiave di palco!... Gran commedia! Un po' lunghetta ve'... e le commedie lunghe stancano...

GOLDONI (ridendo) Davvero? Non mi ero accorto che fosse lunga.

MEDEBAC Ah! ve', ve lo dico per vostro bene, è lunghetta: trentotto once d'olio piú del consueto si è bruciato.

GOLDONI (a Placida) Come vanno i vostri nervi? i vostri incomodi? Come vi sentite stasera?

PLACIDA Bene, molto bene. Sono stata a cena al Salvatico.

ROSINA Chi ha pagato il conto, di grazia?

PLACIDA (ostentando di non badarle) E mi sono divertita immensamente.

NORINA Le sarà costato poco il divertimento!

PLACIDA (come sopra) Eravamo un'eccellente compagnia: tutte persone civili.

ROSINA E madama era anche lei fra le civili, ovvero fra le incivili?

PLACIDA (come sopra) Tutte persone di educazione squisita, incapaci di dire insolenze e villanie, perché non c'erano figlie né di falegnami, né di calzolai... (marcatamente).

NORINA Certo, la sua nobiltà non poteva sporcarsi!

ROSINA In grazia: suo padre il sarto era conte, duca o marchese?

MEDEBAC Oh! insomma, cos'è questa scena? volete che v'insegni io la creanza?

TITA Oh! oh! un bel maestro di creanza!

MEDEBAC Eppure scommetto che ve la insegno a tutti! Aspettate la fine del mese a vedere se non vi trattengo metà paga.

ROSINA A chi? (quasi ad un tempo).

NORINA A me? (quasi ad un tempo).

TITA Eh! via! (quasi ad un tempo).

GOLDONI (fra sé) Eccoli in baruffa! (Torna a sedere al suo scrittoio osservando e ridendo).

PLACIDA (a Medebac) Non vi scaldate con questa gente. Sentite, cara Rosina, e voi pure, cara Norina; mio marito ed io abbiamo da parlare col signor Goldoni di affari importanti molto piú che queste vostre ciarle...

NORINA Davvero?

ROSINA Propriamente?

PLACIDA Per ciò sono a pregarvi di volerci lasciare in libertà. Ci farete un vero servigio. Anzi... (suona il campanello dicendo a Goldoni) con vostra licenza.

 

Corallina si presenta sulla comune.

 

PLACIDA Fate luce a queste signore che vogliono andar via (siede presso la scrivania).

 

Corallina parte poi torna. Medebac è seduto esso pure. Paoletto è seduto presso al fuoco e dorme con le carte in mano.

 

ROSINA (ironica e seria) Quando poi la cosa sia cosí...

NORINA (col tono stesso) Quando si tratti di far servigio a madama persona civile...

ROSINA Allora la cosa cangia aspetto... (si mette a sedere comicamente e si sdraia).

NORINA E non bisogna ostinarsi a restare (siede come Rosina).

TITA Andiamo dunque via (siede esso pure come le donne).

 

Goldoni osserva e ride. Corallina si presenta sulla comune col lume e resta ferma aspettando. Momento di silenzio - Goldoni se la gode - Gli altri tengono la loro posizione stando comicamente seri - Placida e Medebac sono arrabbiati - Paoletto dorme cadendo col capo di qua e di .

 

TITA (fa verso Corallina quello scocco delle labbra che usano i suggeritori quando un personaggio deve partire e dice) Corallina via.

GOLDONI (alzandosi) No; Corallina resta in scena. (A Placida) La signora Placida, permette che faccia un po' da padrone in casa mia?

PLACIDA (con dispetto) Ho forse da andar via io? ho da lasciare il posto a queste signore? mi scaccia forse? l'ho forse offeso il signor padrone di casa? Vi avverto però che in questo momento non potrei muovermi... perché... queste irritazioni, queste bili mi urtano i nervi, e... ecco qui... mi vien male... non posso piú! (Gettandosi a sedere).

 

Medebac le si avvicina.

 

GOLDONI (a Rosina) una passata alla parte di Rosaura nella Vedova scaltra, ché forse domani sera la prima donna sarà ammalata, e toccherà a te...

PLACIDA Non c'è bisogno; (alzandosi) sono cose passeggere.

GOLDONI (a Medebac) È vero che mi avete da parlare di cose importanti?

MEDEBAC Verissimo, per bacco!

GOLDONI Allora... (va da Rosina e con buona maniera la fa alzare; fa alzar Tita e li pone a braccio) Un momento solo (va a far alzare Norina indi va a svegliare Paoletto).

PAOLETTO (svegliandosi) Va mezzo ducato al fante!

GOLDONI Non si tratta di bassetta. (Lo pone a braccio con Norina indi fa cenno che lo seguano tutti quattro e si avvia alla comune: allora si tira da parte e fa cenno che passino dicendo loro) Medebac mi deve parlare di cose importanti; le vostre ragioni me le avete dette: dunque felicissima notte.

ROSINA Come? a me un tratto simile?

NORINA Non fia mai ch'io parta!

TITA È un'indegnità!

PAOLETTO (assonnito) È un'indegnità... ah ah! (sbadiglia).

GOLDONI (serio) Da bravi, da bravi, basta cosí. Ma non vedete che se simili scene si vedessero in commedia farebbero smascellare il pubblico dalle risa? Badate, per carità, che non venga il tempo in cui qualcuno vi ci metta in commedia, e in cui i primi a ridere di voi siano i comici che vi rappresenteranno. Prendete lo scherzo come si deve, da gente di spirito. Buona notte.

NORINA Me la lego al dito!

ROSINA Me la pagherete!

TITA Ci rivedremo nella mia buca! (partono tutti).

 

 

 




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