Scena
decimaquinta
Goldoni,
poi Corallina e Nicoletta.
GOLDONI (solo) Gente ingrata! Li ho messi
io all'onore del mondo: li trovai a Livorno affamati; mi misi con loro; ho
consumato un'ala di polmone per ammaestrarli nel nuovo stile; ogni applauso che
ricevono, ogni boccone che mangiano lo debbono a me, ed hanno cuore di
trattarmi cosí! - Non so darmene pace! La mia testa brucia come se l'avessi nel
forno! (Si cava la parrucca e la getta via) Al diavolo anche tu! (Siede
e resta pensoso, poi calmato dice) Signor Goldoni? e son io che mi lascio
trasportare?... (si alza). Calma, calma! Scacciamo dal pensiero tutte le
pettegole e gli avari del mondo e torniamo al nostro scrittoio. - Eccomi
tranquillo (siede allo scrittoio). E domani sera al San Samuele mi
fischieranno!... - Riprendiamo sott'occhio quest'Incognita... (pensa,
poi) Guardate di che malumore mi hanno messo i pettegolezzi di quelle
donne, e l'avarizia di Medebac! (Legge) “L'Incognita: commedia di
tre atti - Atto primo, scena prima - Rosaura e Florindo” - (Crollando il
capo) E domani sera al San Samuele mi fischieranno!... Non ci pensiamo -
Rosaura e Florindo - E che cosa farò dir loro? Se non ho un concetto, un'idea
sola della commedia che voglio scrivere?... (Getta la penna) Di quali
sciocchezze sono capace alle volte!... C'è buon senso a cominciare una commedia
cosí?... Eppure poco fa avevo mille pensieri, mille caratteri... Il successo
spesso mi inebria fino alla piú stolta presunzione!... Eppoi, quale successo?
gli applausi di 7 od 800 persone che mi vogliono bene, o piuttosto che vogliono
male a Zigo. Ma cos'è poi questa Vedova scaltra tanto applaudita? Uno
scherzo che ognuno era buono di mettere insieme. Ma mi hanno applaudito, e
forse solo per far rabbia a Zigo; ed io subito su, alle nuvole... è genio, è
genio! eppoi - Atto primo, scena prima, Rosaura e Florindo -. (Si alza e
viene verso il mezzo) Dio mio! Se tutte le mie speranze, le mie ambizioni
fossero illusioni del mio amor proprio!... È meglio che non ci pensi. -
Corallina!
CORALLINA (entra) Comandi.
GOLDONI Preparami una buona cena.
CORALLINA Subito (per andare).
GOLDONI Corallina!
CORALLINA (torna) Comandi.
GOLDONI Mi darai una bottiglia di Cipro.
CORALLINA Subito (si avvia).
GOLDONI Bel suco mangiare e bere solo come un
cane! Corallina!
CORALLINA (torna) Comandi.
GOLDONI Mia moglie è in letto, è vero?
Nicoletta entra dal suo appartamento non vista da
Goldoni e fa cenno a Corallina che dica di sí.
CORALLINA Noss... Sissignore.
GOLDONI Ebbene: niente Cipro, niente cena. Vado a
letto e tu fa lo stesso.
Nicoletta fa cenno a Corallina di no; anzi che
prepari da cena.
CORALLINA (marcata) Ho capito.
GOLDONI Non so che fare della piú lauta cena
quando abbia ad essere solo come un cane!... Sono pur pazzo! Mi arrabbio, mi
logoro, non mangio, non bevo; non dormo, e tutto questo per che bel suco? (Comicamente
e ridendo) Per mettermi in capo una corona di alloro!... Eh! una corona di
fichi secchi! Sí, l'alloro! ci voglion altre barbe che la mia per aspirare a
tanto. Povero mio capo, se non avessi altro cappello che l'alloro staresti
fresco davvero!
NICOLETTA (intanto non vista ha raccolto la parrucca
di Goldoni e posta sul porta-parrucca ch'è sulla scrivania, e da questo ha
preso il berretto di lui e ci si è avvicinata sorridendo) In aspettativa
dell'alloro, poniti intanto in capo il berretto: questo almeno ti salverà dal
raffreddore.
GOLDONI (sorpreso e con gioia) Ancora
alzata?
NICOLETTA Ancora alzata.
GOLDONI Corallina! (Corallina entra, Goldoni
gli mostra sorridendo sua moglie. Corallina sorridendo fa cenno che si
accomodino nella stanza vicina). La cena?
CORALLINA È pronta.
GOLDONI Il Cipro?
CORALLINA Anche quello.
GOLDONI (ridendo a sua moglie) Ma l'alloro?
NICOLETTA Verrà.
GOLDONI Teniamoci al presente. - Andiamo a cena (dà
la mano a sua moglie e parte con lei lietamente).
|