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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO SECONDO
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Scena terza

 

Rosina, Marzio servendola, e detti.

 

ROSINA (siede con Marzio al tavolino di mezzo) Quello che mi contate mi fa davvero maraviglia. Ah! ah! la castissima signora Goldoni! con tutta la sua gran virtú ha poi anche lei i suoi bravi intrigucci!

MARZIO Cosí è: padre e figlio; tutti due, e tutti due bene accolti, ben trattati, eccetera, eccetera!

DON PEDRO (piano a don Fulgenzio) Ecco quella mala lingua del signor Marzio!

DON FULGENZIO (piano) E seco una bella donnetta!

MARZIO (vedendo i due e piano a Rosina) Oh! zitto; guardate, guardate, ma con garbo: vedete quei due che leggono la gazzetta? (accenna verso don Pedro e don Fulgenzio).

ROSINA (piano) Li vedo.

MARZIO (come sopra) Non leggono mica, vedete; fanno finta di leggere: ebbene, quei due sono il padre e il figlio in questione.

ROSINA (piano) Uh! quelle due figure ?

MARZIO (come sopra) Due caricature delle piú ridicole: figuratevi che lo spagnuolo della Vedova scaltra Goldoni lo ha fatto copiando il padre... Non sapendo come vendicarsi... capite bene!

DON PEDRO (piano a don Fulgenzio) Pare che il signor Marzio ci guardi e parli di noi!

DON FULGENZIO (come sopra a don Pedro) Quella linguaccia , non c'è niente di piú facile.

ROSINA (a Marzio come sopra) Non capisco però che suco ci trovi la signora Goldoni con certe figure. Pel giovine anche, passi; ma il vecchio?...

MARZIO (come sopra) Cara Rosina, il giovine è giovine, il vecchio è ricco!... Un po' di nobilume in casa d'altronde non fa male; quindi sieno ridicoli fin che si vuole, che importa? non ci si guarda tanto per il minuto; ci vuol altro! Padre e figlio, tutti due, e avanti!... (Alzandosi e andando a don Pedro e don Fulgenzio) Oh! signor don Pedro, signor don Fulgenzio, miei padroni! Perdonino se non li ho riveriti prima: erano cosí intenti alla loro lettura che non li avevo ravvisati.

DON PEDRO (facendo l'indiano) Eh! chi vedo! il signor Marzio! non vi avevo veduto.

DON FULGENZIO (come sopra) Leggevamo la gazzetta...

MARZIO Non lo dicevo? leggevate la gazzetta!...

DON PEDRO (piano) Chi è quella donnina che è vosco?

DON FULGENZIO (come sopra) Una bella donnina!

MARZIO (come sopra ghignando) È la prima servetta della compagnia Medebac che conduco qualche volta a prendere il caffè...

DON PEDRO (piano) Veramente una servetta di teatro non è una relazione molto decorosa.

MARZIO (come sopra) Che volete? in Spagna ci si bada; ma a Venezia siamo governati con democrazia... in articolo donne soltanto vedete, ché nel resto!... Insomma io mi diverto un mezzo mondo con questa plebaglia!...

DON PEDRO (come sopra) Eh! capisco!

DON FULGENZIO (come sopra) Questa volta capisco anch'io!

MARZIO (come sopra) Volete che vi presenti?

DON PEDRO (come sempre) Uh! vi pare!

DON FULGENZIO (come sopra) Godetevela pure voi solo!

MARZIO (ridendo e come sopra) Oh! non pensiate male ve': è un'amicizia innocentissima e disinteressata!... (Si volge e forte) Bottega! servite alla signora quello che comanda: pago io. (A Rosina) Vengo subito sai! (Si avvicina e le dice piano) Mi godo un poco con questi due imbecilli e sono con te! (Torna ai due e dice loro piano) Mi costa un occhio della testa però questa amicizia innocentissima: non farebbe che mangiar paste (seguono a parlare fra loro piano).

 

 

 




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