Scena sesta

Detti, meno Zigo.

GOLDONI (fra sé) Eppure ha dello spirito e dell'ingegno quel briccone!

MEDEBAC (si è accostato alla sinistra di Goldoni e gli dice piano) Vi consiglio di darvi a conoscere senz'altro, se non volete che v'intravvenga qualche malanno.

GOLDONI (piano) Sono sempre a tempo per questo: ma prima bisogna che mi riscatti del ridicolo che mi ha cacciato addosso... Bisogna ch'io lo conduca a tradirsi, a dimenticare la sua parte!...

PAOLETTO (intanto ha fatto alzare Rosina e Norina, e si avvicinano a Goldoni a destra) Signor Zigo!

NORINA (con rapidità e sotto voce) E ve la lasciate ficcare cosí?

ROSINA (come sopra) Non siete buono di rispondere a quel carissimo signor Goldoni, come merita?

NORINA (come sopra) Ditegli che badi piuttosto a sua moglie...

ROSINA (come sopra) Che si fa corteggiare vergognosamente da quelle due belle figure là! (indicando don Pedro e don Fulgenzio).

GOLDONI (come sopra fingendo) Davvero?

NORINA (come sopra) Senza dubbio! ce l'ha detto il signor Marzio... Non è vero, signor Marzio? (Marzio si è avvicinato) La signora Goldoni?...

MARZIO (cacciando avanti la testa fra Paoletto e Goldoni e ridendo) Sicuro, padre e figlio, tutti due! (Torna a sedere).

GOLDONI (fra sé) Ah! maldicente! Ah! pettegole!

MEDEBAC (ghignando piano a Goldoni) Vi siete messo in una posizione assai falsa!

ROSINA (come sopra) E ditegli se vuol forse essere un marito sulla stampa di Medebac...

MEDEBAC (piano a Goldoni) Come?

GOLDONI (piano a Medebac) Un po' per uno! (Alle donne) E che fa Medebac?

NORINA (come sopra) Non lo sapete? si lascia corteggiare la moglie da Goldoni e chiude gli occhi!

MEDEBAC (come sopra) Signor Goldoni, è un'infamia!

GOLDONI (come sopra) Ti sei messo in una posizione assai falsa! Sta' cheto!

ROSINA (come sopra) Fate le nostre vendette...

NORINA (come sopra) Ché ci tratta come schiave quel cane!

GOLDONI Va bene, va bene. Lasciate fare! (Le donne e Paoletto tornano ridendo a sedere ai loro posti).

DON PEDRO (si accosta a Goldoni e gli dice piano) Signor Zigo, una parola.

GOLDONI (subito) Eccomi a lei. (Fra sé) Sentiamo quest'altro.

DON PEDRO (piano) Stamani le ho fatto i miei sfoghi...

GOLDONI (come sopra) Sicuro! (Fra sé) È stato a cospirare contro di me con Zigo, il signore!

DON PEDRO (come sopra) Le ho parlato d'una certa lettera di mano per me ignota e senza firma ch'io trovai ier sera in un romanzo in casa Goldoni...

GOLDONI (come sopra) Ebbene? (Fra sé) Ora viene il buono.

DON PEDRO (come sopra) Dopo l'ingiuria sanguinosa che il signor Goldoni (accenna l'interno del caffè) si è permesso dirmi in faccia, don Pedro Lopez non si crede piú vincolato da nessun riguardo verso colui... (gli dà la lettera). L'affido a lei!

GOLDONI (come sopra) È bene affidata.

Don Pedro si allontana.

GOLDONI (fra sé) Non c'è male: il diavolo è meno brutto ch'io non credeva.

DON FULGENZIO (che intanto è andato a porsi a sinistra, si accosta a Goldoni e gli dice con mistero) Sono il figlio dello spagnuolo della Vedova scaltra!

GOLDONI (sorridendo e piano) Oh! oh! proprio di quello?

DON FULGENZIO (come sopra) ...M'intendo... ella mi capisce!

GOLDONI (come sopra) Va benissimo. (Fra sé) Un'altra rivelazione.

DON FULGENZIO (come sopra) Ieri sera fra le pagine di un romanzo...

GOLDONI (come sopra) In casa Goldoni... (Fra sé) L'altra lettera.

DON FULGENZIO (come sopra) Appunto: sapete qualche cosa?

GOLDONI (piano) A me, a me la lettera.

Don Fulgenzio gliela dà.

GOLDONI (come sopra) Di chi è?

DON FULGENZIO (come sopra) Non lo so, non c'è firma.

GOLDONI (come sopra) Non importa. - Vendicherò lo spagnuolo della Vedova scaltra e suo figlio.

Don Fulgenzio si allontana.

GOLDONI (fra sé) Ma se lo sapevo che in quei due romanzi c'era stato qualche contrabbando! L'avventura è graziosissima, ed ora spero di cavarmene con onore, e sopra tutto senza uscire dal mio fare comico.