Scena
ottava
Detti,
meno Goldoni.
Zigo passeggia adirato poi si avvicina a Sigismondo
- Sigismondo finge leggere profondamente immerso ecc. - Gli altri hanno ripreso
i loro posti durante il fine della scena settima e sono tutti imbarazzati, e
cercano nascondere il loro imbarazzo bevendo tutti acqua che avranno sui
rispettivi vassoi; indi soffiandosi tutti il naso - Ma senza caricature
sguaiate. Momento di pausa; poi:
SIGISMONDO (dissimulando) Gran freddo oggi!
DON PEDRO (egualmente) Eh! vorrà forse
nevicare.
MARZIO O piuttosto tempestare!
ZIGO (fra sé) Essere costretto a celare il mio
nome per non compromettermi... e per non farmi rider dietro!... Ma il teatro
San Samuele farà le mie vendette!... Eppoi ho aderenze potenti!... (A
Sigismondo) E voi, perché non avvertirmi dell'equivoco?
SIGISMONDO Se me ne fossi accorto! (A Marzio)
Piuttosto il signor Marzio che è cosí astuto e penetrante, e che è sempre in
casa di Goldoni, doveva riconoscerlo!
MARZIO Io? Se non lo hanno conosciuto le sue
comiche, che pure debbono conoscerlo intus et in cute, volevate che lo
conoscessi io?
NORINA (marcando) Dite piuttosto quei
signori là.
DON PEDRO E perché mo' questi signori qua?
DON FULGENZIO Noi non conosciamo Goldoni piú degli
altri!
ROSINA Hanno ragione i signori! si trattava del
marito, e non della moglie!...
DON PEDRO Che bella cosa se ciascuno stesse al suo
posto!
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