Errico Malatesta
Rivoluzione e lotta quotidiana

4. Le idee ed i fatti

6. L’ALLUVIONE FASCISTA

h. Perchè voglio rimanere in Italia

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

h. Perchè voglio rimanere in Italia64

 

Non voglio abbandonare l’Italia, sebbene, malgrado l’apparenza di libertà che mi è concessa, io sia prigioniero come se fossi chiuso in una cella o in una tomba. Tutti i miei movimenti sono sorvegliati; i poliziotti non mi lasciano un momento; la corrispondenza è censurata; se ricevo una visita, se qualcuno, per la strada, mi rivolge la parola o mi saluta, se vado a trovare un amico, inchieste e rapporti seguono immediatamente compromettendo spesso le persone con le quali sono in relazione.

È una situazione intollerabile e ne soffro assai.

Può darsi che, essendo in Francia, io abbia l’opportunità, insieme con te e coi nostri compagni, tra i rifugiati e proscritti italiani, numerosissimi a Parigi, di fare un lavoro più utile. Come tu dici, potrei spendervi, ai fini della nostra propaganda, il bisogno d’attività che mi tormenta.

Ciò nonostante, non voglio allontanarmi da Roma. Mussolini non è immortale; il regime abominevole che la dittatura fascista impone all’Italia non può più durare a lungo; un giorno verrà e presto, forse, in cui questo regime odioso crollerà. Ebbene, io voglio essere qui. Quasi tutti gli amici nostri sono carcerati o proscritti Quando avverrà il crollo del fascismo, rientreranno in massa e con tanto più ardore alla lotta, quanto più a lungo ne saranno stati, loro malgrado, lontani; ma non conosceranno abbastanza bene la situazione: saranno poco o male informati sul corso degli avvenimenti, sulla mentalità delle masse popolari, sui centri di agitazione antifascista e sulle possibilità di azione rivoluzionaria, ed avranno necessariamente di quelle esitazioni, di quelle mancanze d’audacia, di quegli eccessi di temerità, di quegli errori tattici che possono riuscire fatali ai movimenti rivoluzionari.

Ebbene! Io sarò qui. So bene che non ci sono uomini indispensabili ma in determinate circostanze, ce ne sono degli utilissimi ed io spero che il giorno in cui, scosso il giogo dittatoriale e debellato il virus fascista, il proletariato d’Italia ritornerà allo spirito di rivolta e al senso della libertà, io spero che quel giorno la mia presenza e la mia lunga esperienza non saranno inutili. Comprendi, ora, per quali gravi ragioni, e malgrado il dispiacere che ne provo, ricuso di abbandonare il posto, di vigilanza e di lotta domani, che gli eventi mi assegnano?





64 Lettera a G. Damiani da Roma nel 1926. Malatesta era stato ed era sollecitato da diversi ad abbandonare il paese. La lettera, apparsa nella "Adunata dei Refrattari" del 28 agosto 1932, spiega i motivi del suo rifiuto.



«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License