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5. Alla ricerca dell’anarchismo: problemi da approfondire 1. IL GRADUALISMO ANARCHICO c. Gradualismo e realismo |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
...A parte l’odiosità della parola, che è stata abusata e discreditata dai politicanti, l’anarchismo è stato sempre e non potrà mai essere altro che riformista. Noi preferiamo dire riformatore per evitare ogni possibile confusione con coloro che sono ufficialmente classificati come “riformisti” e vogliono con piccoli e spesso illusori miglioramenti rendere più sopportabile e quindi consolidare il regime attuale, oppure s’illudono in buona fede di potere eliminare i lamentati mali sociali riconoscendo e rispettando, in pratica se non in teoria, le fondamentali istituzioni politiche ed economiche che di quei mali sono la causa ed il sostegno. Ma insomma è sempre di riforme che si tratta, e la differenza essenziale sta nel genere di riforma che si vuole e nel modo come si crede di poter raggiungere la nuova forma cui si aspira.
Rivoluzione significa, nel senso storico della parola, riforma radicale delle istituzioni, conquistata rapidamente per mezzo della insurrezione violenta del popolo contro il potere ed i privilegi costituiti; e noi siamo rivoluzionari ed insurrezionisti perchè vogliamo non già migliorare le istituzioni attuali ma distruggerle completamente, abolendo ogni dominio dell’uomo sull’uomo ed ogni parassitismo sul lavoro umano; perchè vogliamo far questo il più presto possibile e perchè siamo convinti che le istituzioni nate dalla violenza, si sostengono colla violenza e non cederanno che ad una violenza sufficiente.
Ma la rivoluzione non si può fare quando si vuole. Dovremo noi restare inerti, aspettando che i tempi maturino da loro?
E anche dopo un’insurrezione vittoriosa, potremo noi di punto in bianco realizzare tutti i nostri desideri e passare come per miracolo dall’inferno governativo e capitalistico al paradiso del comunismo libertario, che è la completa libertà dell’individuo nella voluta solidarietà d’interessi con gli altri uomini?
Queste sono illusioni che possono allignare in mezzo agli autoritari i quali considerano la massa come materia bruta alla quale chi possiede il potere può dare, a forza di decreti e con l’aiuto dei fucili e delle manette, l’impronta che vuole.
Ma non hanno presa in mezzo agli anarchici. Noi abbiamo bisogno del consenso della gente, e quindi dobbiamo persuadere colla propaganda e coll’esempio, dobbiamo educare e cercare di modificare l’ambiente in modo che l’educazione possa raggiungere un numero sempre più grande di persone.
Tutto è graduale nella storia come nella natura. Come la diga cede d’un tratto (cioè rapidissimamente, ma sempre condizionata dal tempo) o perchè l’acqua si è andata accumulando fino a superare con la sua pressione la resistenza oppostagli, oppure per il disgregarsi progressivo delle molecole che ne compongono il materiale, così le rivoluzioni scoppiano per il crescere delle forze che aspirano alla trasformazione sociale fino al punto sufficiente per abbattere il governo esistente e per l’indebolimento crescente, per ragioni interne, delle forze di conservazione.
Siamo riformatori oggi in quanto cerchiamo di creare le condizioni più favorevoli ed il personale più cosciente e più numeroso che si può per menare a bene una insurrezione di popolo; saremo riformatori domani, ad insurrezione trionfante e a libertà conquistata, in quanto cercheremo, con tutti i mezzi che la libertà consente, cioè con la propaganda, con l’esempio, con la resistenza anche violenta contro chiunque volesse coartare la nostra libertà, cercheremo, dico, di conquistare alle nostre idee un numero sempre più grande di adesioni.
Ma non riconosceremo mai – ed in questo il nostro “riformismo” si distingue da certo “rivoluzionarismo” che va ad affogarsi nelle urne elettorali di Mussolini o di altri – non riconosceremo mai le istituzioni, prenderemo o conquisteremo le riforme possibili con lo spirito con cui si va strappando al nemico il terreno occupato per procedere sempre più avanti, e resteremo sempre nemici di qualsiasi governo, sia quello monarchico di oggi, sia quello repubblicano o bolscevico di domani.