Errico Malatesta
Rivoluzione e lotta quotidiana

2. Antiparlamentarismo ed elezionismo

2. LA POLEMICA CON MERLINO

d. Concezione integrale dell’anarchia

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d. Concezione integrale dell’anarchia22

 

...Perchè dice Merlino che “ci veniamo avvicinando”? Perchè noi ammettiamo la necessità della cooperazione e dell’accordo fra i membri della società e ci pieghiamo alle condizioni fuori delle quali cooperazione ed accordo non sono possibili? Ma questo è socialismo, e Merlino sa che noi siamo sempre stati socialisti e perciò sempre molto “vicini”.

La questione ora è se il socialismo deve essere anarchico o autoritario, vale a dire se l’accordo deve essere volontario o imposto.

Ma se la gente non vuole accordarsi? Eh! Allora sarà la tirannia o la guerra civile, ma non sarà l’anarchia. Per forza l’anarchia non si fa: la forza può e deve servire per abbattere gli ostacoli materiali, per mettere il popolo nella condizione di scegliere liberamente come vuol vivere, ma più non può fare.

Ma se “un pugno di farabutti o di nevrotici o anche un solo individuo si ostina nel dir no, allora non è possibile l’anarchia?” diavolo! Non sofistichiamo. Questi individui sono ben liberi di dire no, ma non potranno impedire agli altri di far sì – e quindi dovranno adattarsi il meglio che possono.  Chè se poi “i farabutti o i nevrotici” fossero tanti da poter disturbare sul serio la società ed impedirle di funzionare pacificamente, allora... purtroppo, non saremmo ancora in anarchia.

Noi non facciamo dell’anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche. Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall’autorità, perchè un cambiamento di sistema sociale possa, dall’oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l’estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.

Noi crediamo che l’anarchia sia prossimamente attuabile, perchè crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già negl’istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società, malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà. E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d’interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo – ma la libertà la quale, quando ha a base l’uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.

Noi non aspettiamo per volere attuata l’anarchia che il delitto, o la possibilità del delitto, sia sparita dai fenomeni sociali; ma non vogliamo la polizia, perchè crediamo che essa, mentre è impotente a prevenire il delitto, o ripararne le conseguenze, è poi per se stessa fonte di mille mali e pericolo costante per la società; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti e non già costituire in mezzo a noi un corpo di pretoriani. Noi ci ricordiamo troppo della favola del cavallo che si fece mettere il morso e montare in groppa l’uomo per meglio dar la caccia al cervo – e Merlino sa bene che menzogna sia “il controllo dei cittadini”, quando i controllati sono quelli che hanno in mano la forza!...

 





22 In "L'Agitazione" 19 aprile 1897.



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