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2. Antiparlamentarismo ed elezionismo 2. LA POLEMICA CON MERLINO g. Problemi di oggi e di domani. Governo socialista e forze armate |
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g. Problemi di oggi e di domani. Governo socialista e forze armate25
...Io domandavo se, a senso suo, quel qualsiasi governo, o parlamento ch’egli crede necessario al buon andamento della società dovrà avere a sua disposizione una forza armata.
E Merlino mi risponde che “l’uso della forza dovrà essere riservato ai casi estremi e non dovrà essere ad arbitrio di un Governo o di un Parlamento di adoperarla contro i Cittadini ricalcitranti ad un dato provvedimento”.
Io non ci capisco nulla. Se il Governo non ha il diritto di costringere i cittadini ad ubbidire alle leggi, allora non è più un governo, nel senso comune della parola e noi non avremmo più a domandarne l’abolizione: ci basterebbe di fare a modo nostro quando quello che esso vuole non ci conviene.
Non vi deve essere una forza armata permanente, dice Merlino, ma i cittadini stessi potranno esser chiamati in casi straordinari, come già si usa in Inghilterra e negli Stati Uniti. Ma chiamati da chi? Dal Governo? E saranno obbligati ad accorrere alla chiamata? In Inghilterra e negli Stati Uniti vi è una polizia; e le milizie che il governo chiama in casi straordinari servono, salvo che non si ribellino, agli scopi del governo, tra cui è sempre primo quello di tenere a freno ed all’occasione di massacrare il popolo. E quello il regime politico che vagheggia Merlino?
Ma l’uso della forza va regolato e tolto all’arbitrio di un’amministrazione centrale qualsiasi, dice Merlino. Che si tratti dunque di uno Statuto che dovrà fissare i diritti rispettivi del Cittadino e quelli del Governo e che sarà rispettato... come lo sono sempre stati gli Statuti!
Noi vogliamo che tutti i cittadini abbiano diritto uguale di essere armati e di correre alle armi quando se ne presenti la necessità, senza che nessuno possa costringerli a marciare o a non marciare. Vogliamo che la difesa sociale, interesse di tutti, sia affidata a tutti, senza che nessuno faccia il mestiere di difensore dell’ordine pubblico e viva di esso.
Ma, dice Merlino, se io sono attaccato da uno più forte di me, come farò a difendermi? Accorrerà la gente ad aiutarmi? E accorrendo, come farà a giudicare da che parte sta la ragione? E siccome probabilmente si produrranno opinioni diverse, si avrà dunque per ogni disputa una guerra civile?
E i carabinieri, rispondo io, sono sempre presenti per difendere chi è attaccato? Ed è sicuro ch’essi non si mettano mai dalla parte di chi ha torto? E il giudizio dei magistrati offre forse più garanzie di giustizia di quello della folla? E la tirannia è forse preferibile alla guerra civile? Merlino ragiona come fanno i conservatori. Egli mette innanzi tutti gl’inconvenienti, tutti i conflitti possibili nella vita sociale, e se ne serve per dire impossibili ed assurdi gl’ideali nostri – dimenticando però di dirci come a quegli inconvenienti ed a quei conflitti si ripara nel sistema suo.
Merlino teme la guerra civile; ma che cosa è un regime autoritario se non uno stato di guerra, in cui una delle parti è stata vinta e si trova soggetta? Merlino dirà che egli è libertario e non già autoritario; ma se qualcuno, individuo o collettività, minoranza o maggioranza può imporre agli altri la propria volontà, la libertà è una menzogna, o non esiste se non per chi dispone della forza.
Io non ho mai detto che l’Anarchia, specie nei primi mi tempi sarà l’Arcadia o l’Eldorado. Vi saranno purtroppo guai e difficoltà inerenti all’imperfezione ed al disaccordo degli uomini; ma se v’è probabilità che i mali siano minori che in qualsiasi regime autoritario, ciò mi basta per essere anarchico.
Il benessere e la libertà di tutti, l’abolizione della tirannia e della schiavitù non si possono avere se non quando gli uomini si sforzino di armonizzare i loro interessi e si pieghino volontariamente alle necessità sociali. Ed io credo che, abolita la proprietà individuale ed il governo, distrutta cioè la possibilità di sfruttare ed opprimere gli altri sotto l’egida delle leggi e della forza sociale, gli uomini avranno interesse, e quindi volontà, di accordarsi e risolvere i possibili conflitti pacificamente, senza ricorrere alla forza. Se ciò non fosse, evidentemente l’anarchia sarebbe impossibile; ma sarebbero anche impossibili la pace e la libertà.
Merlino non è persuaso quando gli dico che contro il volere degli uomini l’anarchia non si fa. Ma sa egli concepire un regime che si regga senza e contro la volontà degli uomini, o almeno di coloro tra gli uomini che pensano e vogliono? E conosce egli un regime che valga più di quel che valgono gli uomini che lo accettano? Tutto dipende dalla volontà degli uomini. Cerchiamo dunque di educarli a volere la libertà e la giustizia per tutti, e a cacciare dal loro spirito il pregiudizio della necessità del gendarme.
Io dissi che non sono profeta, e Merlino trova che io rispondo come fanno i socialisti democratici quando si tenta di dimostrar loro gl’inconvenienti del Collettivismo.
I socialisti democratici vogliono che il popolo li mandi al potere, a far le leggi, ad organizzare la nuova società, e quindi dovrebbero almeno dirci che uso farebbero di questo potere, e a quali leggi ci sottoporrebbero. Noi anarchici invece vogliamo che il popolo conquisti la libertà e... faccia quello che vuole...
Ma insomma, le idee mie possono essere sbagliate, e, come ho detto, non sarebbe gran male, perchè io non voglio imporle a nessuno. Merlino però, il quale si lamenta che noi non vogliamo fare i profeti e non definiamo abbastanza le nostre idee sull’avvenire, dovrebbe dirci lui che cosa è che vuole.
Non crede nell’“amministrazione” dei socialisti democratici, non nelle associazioni degli anarchici, e tampoco vuole egli demolire il presente senza preoccuparsi dell’avvenire. Che cosa vuole egli dunque?
Criticare le idee degli altri è ottima cosa, ma non basta. Noi sappiamo che tutti i sistemi hanno i loro lati deboli: il nostro come quelli degli altri. Ma per rinunziare al nostro bisognerebbe che ce se ne proponesse uno che abbia meno inconvenienti.
Tutto è relativo. Noi siamo anarchici perchè l’Anarchia, nel senso che noi diamo alla parola, di pare la migliore soluzione del problema sociale. Se Merlino conosce qualche cosa di meglio, ce lo insegni subito.
A tal proposito chiede a Merlino di rispondere "ad una domanda alla quale nessun socialista democratico" ha voluto darmi una risposta esplicita. Io vorrei sapere, se, nell'opinione sua, quel tal governo o parlamento che egli crede necessario alla vita sociale, dovrà avere a sua disposizione una forza armata. Nel caso che no, allora davvero che la differenza tra noi sarebbe poca cosa, poichè io sopporterei di buona grazia un governo... che non potrebbe obbligarmi a nulla". A questa domanda Merino risponde nel n. del 16 dicembre 1897 con un articolo dal titolo Uso ed abuso della forza, in cui sostiene che l'uso della forza dovrà essere riservato ai casi estremi dai cittadini all'uopo chiamati e non dalle istituzioni "come già in Inghilterra e negli Stati Uniti". In altri termini Merlino cerca di eludere la domanda, oppure crede realmente che la "guardia nazionale" sia espressione della libera volontà della popolazione tutta e non abbia nulla a che fare con il governo.