Errico Malatesta
Rivoluzione e lotta quotidiana

2. Antiparlamentarismo ed elezionismo

3. SOCIALISMO LEGALITARIO E SOCIALISMO ANARCHICO. L’INTERVISTA DI CIANCABILLA E LA POLEMICA CON L`AVANTI!

b. L’abbandono dei pregiudizi marxisti

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b. L’abbandono dei pregiudizi marxisti27

 

[Dopo aver accennato alle illazioni del "Resto del Carlino" che avrebbe scorto nell’intervista da lui concessa a Ciancabilla e nelle sue affermazioni un avvicinamento ai socialisti legalitari, Malatesta sostiene che] Maggiore considerazione, perchè socialista e giustamente autorevole tra i socialisti, merita l’"Avanti!" il quale trova in ciò che io dissi al Ciancabilla, un segno evidente di “un’evoluzione dell’anarchismo verso il socialismo marxista”.

È vecchia abitudine dei socialisti democratici (quando vogliono essere gentili con noi e non ripetono con Liebknecht che noi siamo “i beniamini della borghesia e dei governi di tutti i paesi”), il dire che noi evolviamo verso di loro…

Intendiamoci: per me non vi è nulla di meno che onorevole nel fatto di evolvere, quando l’evoluzione è frutto di onesta convinzione. Bisogna però che il cambiamento di opinione vi sia stato davvero, e sia tale quale si annunzia.

Ora, gli anarchici, ed io con loro, hanno certamente evoluto, ed è verosimile che continueranno ad evolvere, fino a quando resteranno un partito vivo capace di profittare dei dettami della scienza e dell’esperienza e di adattarsi alle variabili contingenze della vita. Ma io nego assolutamente che noi abbiamo evoluto o stiamo evolvendo verso il “socialismo marxista”.

E credo, al contrario, che uno dei caratteri più notevoli e più generali della nostra evoluzione sia l’esserci sbarazzati dei pregiudizi marxisti, che al principio del movimento avevamo troppo leggermente accettati e che sono stati la causa dei nostri più gravi errori.

L’Avanti! è probabilmente vittima di una illusione.

Se esso crede realmente ciò che a più riprese ha detto sull’anarchismo, che cioè l’anarchismo è l’opposto del socialismo, e se continua a giudicare di noi dalle falsificazioni e dalla calunnie con cui, seguendo l’esempio della condotta di Marx verso Bakunin, si sono disonorati i marxisti tedeschi, allora è certo che, ogni qualvolta degnerà di leggere uno scritto nostro o di ascoltare un nostro discorso, avrà la grata sorpresa di scoprire una “evoluzione” dell’anarchismo verso il socialismo, che per l’Avanti! pare sia quasi una cosa stessa col marxismo.

Ma chiunque ha una conoscenza anche superficiale delle idee e della storia nostra, sa che l’anarchismo fin dal suo nascere fu niente altro che la conseguenza, l’integrazione dell’idea socialista, e quindi non poteva e non può evolvere verso il socialismo cioè verso stesso.

Gli errori stessi, gli spropositi, i delitti, detti e commessi da anarchici, servono a provare la natura sostanzialmente socialista dell’anarchismo, così come la patologia di un organismo serve a meglio comprendere i suoi caratteri e le sue funzioni fisiologiche.

Che cosa v’era in quello che io dissi al Ciancabilla, che potesse giustificare la conclusione dell’Avanti!?

Noi abbiamo certamente con i socialisti democratici molte idee comuni, ed abbiamo soprattutto comune il sentimento che ci anima e sprona a combattere per l’avvenimento di una società di liberi ed uguali… quantunque ci pare che il loro sistema porti poi logicamente alla negazione della libertà e dell’eguaglianza.

Noi mettiamo a base fondamentale del nostro programma l’abolizione della proprietà privata e l’organizzazione della produzione a vantaggio di tutti e fatta col concorso di tutti – il che è, o dovrebbe essere, il caposaldo di ogni specie di socialismo. E noi pensiamo che, essendo i lavoratori i maggiori sofferenti della società attuale ed i più direttamente interessati a mutarla, e trattandosi di instaurare una società in cui tutti siano lavoratori, bisogna che la nuova rivoluzione sia principalmente opera della classe lavoratrice organizzata e cosciente dell’antagonismo irreduttibile fra gl’interessi suoi e quelli della classe borgheseconcetto che è merito massimo di Marx l’avere formulato, propagato e fatto quasi molla motrice di tutto il socialismo moderno.

Ma in tutto questo l’Avanti! mal potrebbe parlare di evoluzione, poichè si tratta di propositi e convinzioni che fanno parte integrante dell’anarchismo, e che gli anarchici propagarono sempre, e in Italia già molti anni prima che vi esistessero i marxisti.

Per scoprire dunque se davvero noi abbiamo evoluto verso il socialismo democratico, che l’Avanti! chiama, molto discutibilmente, socialismo marxista, bisogna ricercare quali sono le differenze che ci dividono e ci hanno sempre divisi dai socialisti democratici.

Non è il caso di discutere le teorie economiche e storiche di Marx, le quali a me (che del resto ho competenza scarsissima) sembrano in parte erronee ed in parte consistenti solo nell’esprimere in termini astrusi e far sembrare strane e recondite delle verità che espresse in linguaggio comune sono chiare, evidenti e note a tutti. I socialisti democratici hanno cessato da tempo di tenerne conto nel loro programma pratico, e, se non erro, stanno per rinunziarvi anche nel campo della scienza.

L’importante per noi, in quanto uomini di partito, è quello che i partiti fanno e vogliono fare – e non già le idee teoriche dalle quali cercano, dopo il fatto, di spiegare e giustificare la loro azione.

Ora dunque, noi siamo in disaccordo ed in lotta con i socialisti democratici, perchè essi vogliono trasformare la società presente per mezzo di leggi, e conservare anche nella società futura il Governo, lo Stato, che diverrà secondo loro organo degl’interessi di tutti; mentre noi vogliamo che la società si trasformi per l’opera diretta del popolo e vogliamo completamente distrutto il meccanismo dello Stato, che secondo noi resterà sempre un organo di oppressione e di sfruttamento, e tenderà, per la sua stessa natura, alla costituzione di una società basata sul privilegio e sull’antagonismo della classe.

Possiamo aver torto o ragione, ma dove vede l’Avanti! il segno che noi ci andiamo accostando alla sua concezione autoritaria del socialismo?

Il partito dell’Avanti!, essendo un partito autoritario, mira logicamente alla “conquista dei pubblici poteri”.

Abbiamo noi forse cessato di dirigere i nostri sforzi allo scopo di rendere inutili ed abolire i pubblici poteri, cioè il governo? O forse abbiamo incominciato a prestar fede a quella burletta dell’impossessarsi del governo per meglio distruggerlo, che van ripetendo certi socialisti troppo ingenui… o troppo furbi?

Ben al contrario. A chi penetra a fondo nello studio dell’anarchismo, sarà facile accorgersi come nei primi tempi del movimento un forte residuo di giacobinismo e di autoritarismo sopravviveva in noi, residuo che non oso dire sia assolutamente distrutto, ma che certamente si è andato e si va sempre attenuando. Altra volta era opinione comune in mezzo a noi che la rivoluzione doveva essere necessariamente autoritaria, e non era raro chi con strana contraddizione pensava si potesse “fare l’Anarchia per forza”; mentre oggi è convinzione generale degli anarchici che l’anarchia non può venire dall’autorità, ma deve sorgere dalla lotta costante contro ogni imposizione, tanto in tempo di lenta evoluzione, quanto in periodi tempestosamente rivoluzionari, e che nostro scopo deve essere il fare in modo che la rivoluzione sia essa stessa e fin dal primo momento un’attuazione delle idee e dei metodi anarchici.

Il Partito dell’Avanti! è un partito parlamentare sia riguardo agli scopi futuri, sia riguardo alla tattica presente; e noi siamo invece avversari del parlamentarismo e come forma di costituzione sociale e come mezzo attuale di lotta, al punto da considerare socialismo anarchico e socialismo antiparlamentare come sinonimi, o quasi.

Ha forse l’Avanti! osservato che sia diminuita in noi quell’avversione contro il parlamentarismo che è stata sempre una caratteristica del nostro partito? Abbiamo forse cessato dal consacrare buona parte delle nostre forze a scalzare dall’animo dei lavoratori la nuova fede nei parlamenti e nei mezzi parlamentari, che i socialisti democratici cercano di impiantarvi? È cessato forse l’astensionismo di essere quasi il segno materiale al quale riconosciamo i nostri compagni?

Ben al contrario. Al principio del movimento parecchi tra noi ammettevano ancora la partecipazione alle elezioni amministrative, e più tardi in mezzo a noi sorse l’iniziativa della candidatura Cipriani e fu da noi appoggiata. Oggi noi siamo tutti d’accordo nel considerare le elezioni amministrative tanto perniciose quanto quelle politiche e forse di più, e respingiamo, a scanso di equivoci, anche le candidature protesta.

Dov’è dunque l’evoluzione verso il socialismo marxista? (…)

 





27 Titolo originale Conferma, in "L’Agitazione", 14 ottobre 1897.



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