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BIANCA
Ove son?... Che m'avvenne?...
Che intesi!... Quali accenti!...
Ah chi sarà colui, che sì parlommi!...
(Si volge verso la statua del padre)
Di tua vendetta, o padre,
Ei forse fia ministro!...
ELOISA
Quale avvenir figuri a te sinistro?
BIANCA
Ma qual mi sorge idea!...
Ah si... quello stranier... comprendo... a nome
Di Gernando, ad impormi
Vien, che del padre il sacro cenno esegua...
Dunque Filippo obbliar dovrò?... Si obblii...
E il posso?... Il debbo!... Bianca,
Dovrai pria tu morire,
Che il cenno conculcar, violar tradire!...
(Rimane col guardo fisso al suolo).
Sorgi, o padre, e la figlia rimira,
Che si lagna, che piange, e sospira,
Che già langue, trafitta ed oppressa
Dal più crudo ed acerbo dolor!
Di cordoglio e d'angoscia ormai stanca,
A te rendo la vita, che manca,
Quella vita, che già tu mi desti,
E ch'io trassi fra lagrime ognor!
ELOISA
Sgombra il duolo che t'ange ed opprime,
Deh ridona la pace al tuo cor!
BIANCA
Se a me riedi, adorato germano,
Vanne in riva di quel ruscelletto,
Ove meta prendevi diletto,
Ne' bei giorni di calma e piacer!
Là sul mirto e fra salti vedrai,
Che in fredd'urna il mio tener riposa,
Bagna allora con stilla pietosa
Chi fu vittima a un sacro dover!
ELOISA
Ah sospendi que' detti, quel pianto,
Deh allontana un sì tristo pensier!
Da te chiamato, or dianzi,
Vedi, già vien quel cavalier...
BIANCA
Non osi
Il pie' qui trarre alcuno.
(Parte Eloisa).
Ma... Oh Ciel!... A quell'aspetto!...
Come mi batte il core!...
Quell'ardire... Quel portamento altero...
È desso... Sì... È Gernando...