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ZAIRA
Della mia gioja a parte,
Fatima, non sei tu? Muta e pensosa
Vedrò te sola in questo dì ridente?
Favella.
FATIMA
Io volgo in mente
I dì che più non sono, i dì che meco
Abborrivi il Serraglio, e col desire
Volavi in Francia del Guerrier sull'orme
Che di spezzar giurò le tue catene.
ZAIRA
Molto il Guerrier giurò, nulla mantiene.
Un anno intero è corso
Da ch'ei fu sciolto, e più di lui novella
Non s'intese in Soria. Lieto alla corte
Del Re francese, del Giordan le rive
E i franchi prigionier pose in obblìo.
FATIMA
Zaira!... E s'ei tornasse?...
ZAIRA
Ah! nol desio.
A che guidarmi in Francia? Orfana io sono,
Miei padri ignoro, e della patria antica
Io non possiedo che quest'aureo segno
Della Fede di Europa.
FATIMA
E a questa Fede
Nata sei tu: quel sacro segno è impresso
Sulla tua fronte ancor... e tu ti appresti,
Cieca fanciulla, a rinegarlo in braccio
Di un Tartaro crudel, di un oppressore
Della tua Legge?
ZAIRA
La mia Legge... è amore.
Amo ed amata io sono
D'amor qual vampa ardente;
Più di ragion possente
Ei m'empie il cor di sé.
Egli mi è speme e vita;
Egli mi è scorta e lume;
E mio soltanto il Nume
Che nol contende a me.
FATIMA
Taci: vaneggi, o stolta.
Ch'io più non t'oda.
ZAIRA
Ascolta...
FATIMA
Lasciami.
ZAIRA
Ah! no... perdono...
Non mi scacciar da te.
Amo ed amata io sono
D'amor qual vampa ardente;
Più di ragion possente
Ei m'empie il cor di sé.