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ATTO SECONDO Scena settima. Francesca, Paolo, Alberigo, Anastagi, Emma, Lanciotto, Guido, Fra Bonaventura, Silvio, Signori e Dame |
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PAOLO
(sottovoce a Francesca)
Francesca... un detto solo
Da voi quest'alma attende,
Il mio destin dipende
Da questo detto...
FRANCESCA
(dopo breve esitazione)
Sì
PAOLO
Voi lo volete!...
FRANCESCA
Iddio
Parlò pel labbro mio...
LANCIOTTO
(che dà di mano ad Emma e si appressa all'Anastagi)
Qui... tutti circondatemi...
TUTTI
O avventurato dì!...
PAOLO
(all'Anastagi con solennità)
Su due famiglie, cui già divise
Odio di parte, bieco livor,
Benigno raggio dal cielo arrise...
Sovrasta un'éra di pace e amor...
Intero un lustro vissi lontano
Da questa amata natìa città;
Emma gentile, per la tua mano,
Qui un vincol santo mi arresterà.
FRANCESCA
(a Fra Bonaventura)
Dio ti ringrazio! - Com'è soave
La nuova ebbrezza che in petto io sento!...
Nel sacrifizio provo un contento
Quale l'amore giammai non dà.
EMMA
(al padre)
Padre... rispondigli. - Noti a te sono
I sensi, i voti di questo core...
Del mio contento quasi ho terrore...
Parole il labbro trovar non sa.
ANASTAGI
(da sé con aria cupa)
Quell'empia storia, come veleno,
Lo sciagurato mi versò in petto...
Assorta ho l'anima nel rio sospetto...
Parole il labbro trovar non sa.
LANCIOTTO
(a Francesca)
O sposa!... o giubilo! serene omai
Veggo risplendere le tue sembianze...
Vuo' che di cantici, di feste e
danze
Tutta si allegri la mia città.
FRA BONAVENTURA
Ogni memoria d'odio e d'affanni
Quest'ora santa dai cor cancelli,
Ciascun nel gaudio di due fratelli
Raffermi i vincoli dell'amistà.
ALBERIGO
(in disparte osservando
l'Anastagi)
Non fu lo strale lanciato invano...
Né può gran tempo tardar l'effetto...
Il dubbio atroce, l'ansia, il sospetto
Del vecchio in fronte riflesso stà.
SILVIO, GUIDO, CORO
Dei due fratelli chi vide mai
Splender sì viva la gioia in viso?
Veh ! come un raggio di quel sorriso
In tutti i volti riflesso sta!
PAOLO
(offrendo il braccio ad Emma)
Al tempio!...
TUTTI
Al tempio!...
ANASTAGI
(a Paolo e dominando la scena)
Del padre è d'uopo
A lei l'assenso...
LANCIOTTO
Da te solenne
Non l'ebbi?...
ANASTAGI
Pure... tal fatto avvenne
Che il mio pensiero potrìa cangiar...
LANCIOTTO
(con impeto, portando la mano alla
spada)
Guelfo spergiuro!
ANASTAGI
(a sua volta snudando la spada)
Sfidarmi ardisci?...
FRANCESCA
Cielo!
PAOLO
(a Lanciotto)
Ti arresta!
TUTTI
Mano agli acciar!
FRA BONAVENTURA
(a mezzo della scena dominando)
I brandi a terra...! Dio ve lo impone.
LANCIOTTO
(trattenendosi)
Né dell'insulto ragione avrò?
ANASTAGI
Vieni, mia figlia, di qua
partiamo...
(a Lanciotto)
A te risposta doman darò...
(assieme)
PAOLO
(da sé)
A quegli altari mentito avrei...
E il nodo infausto Iddio spezzò...
FRANCESCA
(da sé)
Vane speranze!... l'avverso Iddio
A eterno pianto ci condannò.
LANCIOTTO
Dello spergiuro che sì mi offese
Fiera vendetta doman farò.
ALBERIGO
Ah! dalla ipocrita pace più fiero
L'odio fra loro già divampò...
EMMA
(all'Anastagi con estremo
dolore)
Ah! padre... padre... di tale
angoscia...
Di tal vergogna morir dovrò...!
ANASTAGI
(ad Emma traendola seco)
Vieni... mi segui... a eterno pianto
La figlia un padre dannar non può.
SILVIO, GUIDO, CORO
Il vile insulto, l'offesa atroce
Solo col sangue lavar si può...
FRA BONAVENTURA
A terra i brandi! Qual rio dimòne
Ancor la pace fra voi turbò!...
(Anastagi si allontana colla figlia e coi
suoi famigliari. Alberigo
si perde nella folla. Paolo, Francesca e Lanciotto si allontanano insieme;
gli altri rimangono attoniti divisi in vari gruppi).