Giacomo Ferretti
L’ajo nell’imbarazzo
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ATTO PRIMO

Scena prima. Pippetto, Gregorio

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Scena prima. Pippetto, Gregorio

 

Pippetto seduto al tavolino, e Gregorio in veste
da camera passeggiando, dando lezione; indi
Leonarda con cabarè, tazza di caffè al latte e
biscottini, poi Simone e servi ecc.

GREGORIO
Mi traduca dal volgare
questo breve latinuccio:
"Nasco solo per studiare".

PIPPETTO
"Ad amandum nascor ... "

GREGORIO
Ciuccio!
Ma che razza di cervello
similissimo a un crivello!
Nulla mai si può restar!
Cosa c'entra il verbo amar?
Per studiare.

PIPPETTO
Nos amabimus.

GREGORIO
Siam da capo.

PIPPETTO
Ho poca pratica:
ma di tutta la grammatica,
amo amas solamente
nella testa mi restò!

GREGORIO
(Proprio il verbo più insolente
che la fisica inventò.)
Mi dia qua le sue facciate,
Ah! che lettere storpiate!
Sono sciabole, e rampini.

LEONARDA
Ecco qui co' i biscottini
il tuo latte col caffè.

PIPPETTO
Cara, cara Leonardella,
creperei senza di te.

LEONARDA
Mangia mangia gioia bella
ma poi sempre pensa a me.

GREGORIO
L'I più dritto, l'U più storto,
l'A più larga, l'O più tondo:
non si trova in tutto il mondo
uom paziente più di me.

LEONARDA
Pippo mio...

PIPPETTO
Non farmi torto.

LEONARDA e PIPPETTO
Se si gira tutto il mondo
quanto è lungo, largo e tondo
più fedel di me non v'è.

GREGORIO
Alto : qual confidenza?
(accorgendosi che parlano sottovoce)

LEONARDA
Gli portai la colazione.

GREGORIO
Ora è tempo di lezione,
e mi sembra impertinenza
il venirlo a divagar.

LEONARDA
Notte e giorno a tavolino!
Lo volete far schiattar?

GREGORIO
(Sta a veder che un polverino
su quel muso io volar.)

PIPPETTO
Io quest'altro biscottino voglio intanto masticar.
(segue a mangiare avidamente stando a sedere)
Addio, cara.
(sottovoce fra loro, mentre Leonarda sta
per partire col cabarè avendo inteso)

LEONARDA
Core, addio.

GREGORIO
Core! ... cara!... Ah, vecchia pazza!

LEONARDA
Vecchia a me?

PIPPETTO
(Mi par ragazza.)

LEONARDA
Vecchia a me! Me la vedrò.

GREGORIO
Vecchia... vecchia marcia, via,
o dai gangheri uscirò.

LEONARDA
Vecchia a me! Me la vedrò.
(avanzandosi verso Gregorio
in collera con voce soffocata)

GREGORIO
Luca, Simone, Pietro, Matteo, Checco,
Girolamo, Bartolommeo.
(corre alla porta di mezzo.
Alle sue voci vengono
Simone e i servi)
Tutti venite, tutti mi udite.

SIMONE e CORO
Siam qui prontissimi ad ascoltar.

GREGORIO
Quando quel studio coi signorini,
sia di carattere, sia di latini,
sia di rettorica, di poesia,
sia di aritmetica, di prosodia,
di metafisica, di ortografia,
di numismatica, di geografia,
nemmeno il diavolo ha da passar.
Che se al marchese ne faccio un motto,
fo un sottosopra, un sopra e sotto,
qualcuno all'aria faccio saltar.

SIMONE e CORO
Signor maestro, sarà Servito,
non vada in collera sarà obbedito.
Vossignoria sia persuasa
che ad un suo cenno tutta la casa
obbedientissima si mostrerà.

GREGORIO
Zitto, in silenzio, , non mi replichi;
mandi a memoria la sua lezione:
con la grammatica, col Cicerone,
nelle sue camere vada a studiar.

LEONARDA
Brutta, può darsi; vecchia, non sono;
questa parola non le perdono.
M'ha detto vecchia, se ne ricordi,
questa parola l'ha da pagar.

GREGORIO
Le ho detto vecchia, non cangio tuono;
glie la mantengo da quel che sono.
Sento benissimo; non parla ai sordi?
Mi lasci stare; vada a filar.

PIPPETTO
S'imbroglia il tempo: sento già il tuono,
(raccoglie i libri e quaderni
ponendoseli sotto al braccio)
Per me non tremo, son buono, buono
ah, come strillano! che siano sordi?
marco-sfila; vado a studiar.

SIMONE e CORO
Ma, via non s'alteri; non le conviene.
Zitta Leonarda, che non sta bene.
Con questa collera ci fate ridere,
se vien don Giulio vi fa tremar.

Simone e i servi partono: indi Simone ritorna.
Leonarda nel partire dal fondo fa cenno a Pippetto,
che cautamente a lei si accosta.

LEONARDA
Quando puoi vien da me. Voglio insegnarti
a far meglio le calze traforate.

PIPPETTO
Sì fra poco verrò.

Leonarda parte.

GREGORIO
Ma cosa fate?
(volgendosi)

PIPPETTO
Me n'andavo a studiar.

GREGORIO
Farete bene.
Co' i servi, e con la serva
non istate a ciarlar; perché hanno in uso
certe frasi ordinarie e dozzinali,
e voi le ripetete tali e quali.

PIPPETTO
Ma se non vedo altri!

GREGORIO
(E qui ha ragione.)
Ma imitate il linguaggio
del papà, del maestro.

PIPPETTO
Sì, signore;
ma Leonarda ha un parlar...

GREGORIO
Molto sguaiato.

PIPPETTO
(E a me pareva un ciceron stampato.)
(entra nella sua camera)

GREGORIO
Sciocco di prima classe! E suo fratello
che avrà, che sempre è mesto? Eh! l'indovino.
Capirà d'esser grande, ed avrà rabbia
star sempre in casa, vale a dire in gabbia.
Ah! don Giulio, don Giulio,
con quel tenerli in tanta gelosia
tu rovini i tuoi figli!

SIMONE
Sua eccellenza,
prima d'uscire vuol parlarle, e dice,
che verrà qua.

GREGORIO
Per Bacco!
sono in veste da camera; non voglio,
che mi trovi così. Caro Simone
mi vesto, e vengo giù da sua eccellenza.
Farmi veder così, non è decenza.
(parte)

SIMONE
Se aspetta sarà peggio. Ha l'irascibile
sempre al comando suo. Non ride mai...
Eccolo. Andiamo via, non voglio guai.
(esce)


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