Giacomo Ferretti
L’ajo nell’imbarazzo
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ATTO PRIMO

Scena quinta. Enrico, Gilda

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Scena quinta. Enrico, Gilda

 

Enrico dalla sua camera, indi Gilda dal
fondo, entrando rapida e guardinga.

ENRICO
" Qual azzardo! a un mio cenno
balza in piè, lascia il figlio,
e vola... ! È dessa
(sentendola camminare)
Il servo... forse... Gilda!
(vedendola
arrivare)

GILDA
Enrico mio!

ENRICO
Non ti vide nessun?

GILDA
Nessuno affatto.
Ma , che novità?

ENRICO
Qui siam sicuri.
Hai da parlar coll'ajo.

GILDA
Non mi piace
quella fisonomia.

ENRICO
Pure ha un ottimo cuor. Mi strinse al petto
giurò aiutarmi. Io non trovai parole...
mi raccomando a te.

GILDA
Nei casi estremi
ci vogliono le donne... e perché tremi? "
(osserva Enrico che sta impaurito)
Figlia son d'un colonnello;
ho uno spirito marziale,
e qui dentro al mio cervello
ho malizia in quantità.
Quando parlo, non c'è male;
se sospiro è meglio ancora;
e se piango, in men d'un ora,
quel che voglio si farà.
Di romanzi, e di novelle
io ne ho lette tante, e tante,
e so cento cose belle,
che sul labbro d'un amante,
quando a tempo sian sparate,
con due smorfie, e un sospiretto,
sono tante cannonate,
che non mancano d'affetto,
e fan gli uomini più dotti
da merlotti giù cascar.
Gilda tua si raccomanda
ridi, brilla, e lascia far.


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