Giacomo Ferretti
L’ajo nell’imbarazzo
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ATTO PRIMO

Scena quattordicesima. Leonarda e Pippetto, indi Enrico dal fondo

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Scena quattordicesima. Leonarda e Pippetto, indi Enrico dal fondo

 

Leonarda e Pippetto,- indi Enrico dal fondo e camerieri, e servi con cartelle di stampe,
- vari volumi ben legati, e due telescopi.
Simone, poi il marchese dalla sua camera,-
tutti circondano Gregorio.

LEONARDA
Signor Gregorio con me discorrere
Perché son vecchia ella non può;
ma con le giovani le cose cangiano;
perché... intendiamoci... eh! già lo so.

PIPPETTO
Salutem plurimis. Tibi gratutulor,
(recitando e spropositando le lezioni con i libri
sotto al braccio)
"perché l'avverbio Tibi gaudemini
vocalem breviant i verbi neutri
quamobrem utinam dice il grammatico. "

ENRICO
(Da quelle camere, deh, liberatela
penso a suoi palpiti, viver non so).
Signor Gregorio, deh, ricordatevi,
che quella misera in voi sperò.

CORO
I telescopi, le carte atlantiche,
i libri classici: tutto arrivò.
La chiave diami della sua camera;
che quest'imbroglio deporrò.

SIMONE
Signori, in tavola. Signori, in tavola.
Signori in tavola. Vengon sì o no?

GREGORIO
Ora lasciatemi. Ah, che spropositi!
Enrico, vattene, crepar dovrò.
Andiamo a tavola, fate silenzio.
Da me medesimo li porterò.

GIULIO
Signor Gregorio dia buon esempio,
e meco in tavola venga a mangiar.
(Anima perfida, oggi ogn'intingolo
per te in arsenico vorrei cangiar.)

CORO e SIMONE
Come una statua restò
Gregorio.

PIPPETTO e LEONARDA
Pian piano
brontola senza parlar.

ENRICO
(Fra cento spasimi che mai risolvere?
Ah! che quest'anima nacque a penar.)

GREGORIO
(Altro che tavola, altro che intingoli?
Penso alla camera: come ho da far?)

LEONARDA
Venga a pranzo con la vecchia.

ENRICO
Venga presto; passan l'ore.

PIPPETTO
Venga; sento un buon odore.

GIULIO
Vieni amico, non tardar.

GREGORIO
Vengo, vengo, vengo a tavola.
(Ah! mi sento divorar!
Qua mi secca una marmotta;
la vecchia mi flagella;
chi sorride, e più m'abbotta,
chi sospira, e mi martella,
ed intanto la mia testa
sconcertata, sfracassata,
come nave in gran tempesta,
gira, gira in mezzo ai vortici
già vicina a naufragar.)

GLI ALTRI con il CORO
Pare appunto una marmotta;
fa dei gesti, e non favella,
soffia, sbuffa, freme, abbotta;
ruminando si scervella;
ed intanto la sua testa
sconcertata, sfracassata,
come nave in gran tempesta,
gira, gira in mezzo ai vortici
già vicina a naufragar.

 


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